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Disney torna all’animazione tradizionale con Mary Poppins Returns? Non proprio.

Qualche giorno fa, il trailer di Mary Poppins Returns (o Il Ritorno di Mary Poppins, come sarà intitolato in Italia) ha incantato ed emozionato il pubblico di tutto il mondo. Non si tratta solo del ritorno della tata più amata del grande schermo, seppur con il nuovo volto di Emily Blunt; gli spettatori sono rimasti anche piacevolmente sorpresi nel vedere delle scene in animazione a mano, che ricalcano quelle del film originale degli anni ’60.

Il ritorno dell’animazione tradizionale in casa Disney è un evento che i fan auspicano ormai da tempo (noi stessi ne abbiamo parlato diverse volte, per esempio QUI e QUI): è giunto finalmente il tanto atteso momento? La Disney è tornata, anche se per poche sequenze, al 2D? Sì e no.

Sì, perché Mary Poppins Returns sarà ricco di sequenze animate che, per tenersi sulla falsariga dell’originale, sono state realizzate a mano. Il timore che si facesse una versione “aggiornata” in computer grafica, come sta accadendo per altri live action, è stato sventato: stavolta si è deciso di riprendere il classico anche nella tecnica, e questo è senza dubbio un bene. Certo, che si releghi l’animazione tradizionale a mero omaggio nostalgico, collegandola a tal modo a qualcosa di “vecchio”, da riportare in auge solo perché legato ai bei ricordi, è assai deprimente. Ma se si tratta di un modo per rivedere sul grande schermo questa bellissima forma d’arte, si può anche chiudere un occhio.

Piuttosto, quello che è davvero triste è che l’animazione in questione non è stata realizzata dai Walt Disney Animation Studios, come sembrerebbe, ma è stata commissionata a uno studio esterno. Di buono c’è che il Duncan Studio di Pasadena, fondato da Ken Duncan, è composto praticamente solo da ex animatori Disney che, disegnando solamente con la tecnica tradizionale, si sono ritrovati senza lavoro quando lo studio ha fatto il passaggio alla CGI. Il fondatore stesso ha lavorato per oltre 10 anni in Disney ed è l’animatore di personaggi come Megara, Capitano Amelia, Jane e molti altri ancora. E tra i 100 animatori che hanno partecipato a Mary Poppins Returns ci sono molti altri veterani tra cui Tom Bancroft (animatore di Mushu) e Sandro Cleuzo (Le follie dell’imperatore, Mucche alla riscossa, La principessa e il ranocchio). Garanzia di eccellenza, insomma.

Resta però l’amaro in bocca nel pensare che Disney, che almeno in teoria avrebbe i mezzi e i fondi per realizzare animazioni del genere dall’interno, ritenga la tecnica a mano talmente morta da affidare quella che una volta era la sua specialità a un piccolo studio esterno. Per quanto valido sia quest’ultimo, e per quanto in fondo sia “un pezzo di Disney”, è comunque un gran peccato.

 

Irene Rosignoli: