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Kizazi Moto: Generation Fire, su Disney+ l’antologia animata da creatori africani

Nel corso del Festival internazionale dell’animazione di Annecy, Disney+ ha annunciato l’arrivo di Kizazi Moto: Generation Fire, un’antologia animata che riunisce una nuova generazione di stelle dell’animazione provenienti da Zimbabwe, Uganda, Sudafrica, Nigeria, Kenya ed Egitto. I dieci film originali debutteranno in esclusiva su Disney+ alla fine del 2022.

Ispirati dalle diverse storie e culture del continente africano, questi racconti sci-fi e fantasy pieni di azione offrono visioni audaci su tecnologia avanzata, alieni, spiriti e mostri immaginati da prospettive unicamente africane. A guidare il progetto sarà il regista premio Oscar Peter Ramsey (Spider-Man: Un nuovo universo) nel ruolo di executive producer, mentre i supervising producers saranno Tendayi Nyeke e Anthony Silverston. Kizazi Moto: Generation Fire sarà sviluppata e prodotta dallo studio Triggerfish, in collaborazione con studi di animazione in tutto il continente e a livello globale.

“Stiamo portando il lavoro di una nuova generazione visionaria di registi africani su Disney+. Oltre a offrire un’animazione emozionante per i fan di tutte le età, questa collezione di dieci film originali attinge al fenomeno dell’afrofuturismo che è stato già ben affrontato dal film Marvel Black Panther e riflette il continuo impegno di Disney a collaborare con i principali talenti globali per raccontare le storie del mondo da punti di vista nuovi e autentici”, ha commentato Michael Paull, President, Disney+ and ESPN+, The Walt Disney Company.

“’Kizazi Moto’ deriva dalla frase swahili ‘kizazi cha moto’ che si traduce letteralmente come ‘generazione di fuoco’ e cattura la passione, l’innovazione e l’entusiasmo che questo nuovo gruppo di registi africani è pronto a portare nel mondo. ‘Moto’ significa anche fuoco in molte altre lingue africane, dal Kinyarwanda del Ruanda allo Shona, una lingua dello Zimbabwe, e parla dello spirito panafricano che speriamo questa serie antologica riesca a incarnare”, ha dichiarato Tendayi Nyeke, Supervising Producer, Triggerfish.

“Sono davvero onorato di far parte di un progetto innovativo, giovane ed entusiasmante che ha lo scopo di portare nel mondo una nuova ondata di creatività e invenzione proveniente da un luogo che è pronto a esplodere sulla scena dell’animazione mondiale. I film di questa antologia spaziano un po’ in tutto il campo della fantascienza. Ci sono storie che toccano altri mondi, viaggi nel tempo ed esseri alieni, ma tutte queste convenzioni di genere sono viste attraverso una prospettiva africana che le rende totalmente nuove. Non vedo l’ora che la gente si lasci trasportare e dica ‘Voglio vederne di più!’” ha detto Peter Ramsey, Executive Producer.

Più di 70 importanti registi e creatori di tutto il continente sono stati invitati a presentare le loro idee, dopo una fase di ricerca pluriennale che ha incluso il contributo della blogger di fumetti ghanese Kadi Tay, del premiato animation supervisor congolese Sidney Kimbo-Kintombo (Avengers: Endgame) e della produttrice namibiana-sudafricana Bridget Pickering (Hotel Rwanda).

Il processo è stato curato e prodotto dal team di Triggerfish, tra cui il Supervising Producer Tendayi Nyeke, l’Head of Development Anthony Silverston e Kevin Kriedemann, che ha proposto l’idea iniziale dell’antologia. I 15 progetti selezionati per Kizazi Moto: Generation Fire sono stati seguiti dal regista premio Oscar Peter Ramsey e dai team creativi di Triggerfish e Disney.

I 10 film scelti sono di Ahmed Teilab (Egitto), Simangaliso ‘Panda’ Sibaya e Malcolm Wope (Sud Africa), Terence Maluleke e Isaac Mogajane (Sud Africa), Ng’endo Mukii (Kenya), Shofela Coker (Nigeria), Nthato Mokgata e Terence Neale (Sud Africa), Pious Nyenyewa e Tafadzwa Hove (Zimbabwe), Tshepo Moche (Sud Africa), Raymond Malinga (Uganda) e Lesego Vorster (Sud Africa). Ogni film avrà una durata di circa dieci minuti e insieme costituiranno un lungometraggio antologico di animazione che verrà distribuito come Disney+ Original in tutto il mondo.

Irene Rosignoli: