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Phantom Manor, la storia della casa dei fantasmi di Disneyland Paris

”Dove il legno scricchiola in stanze senza porte, dove una strana e sinistra eco riecheggia nei corridoi, dove la fiamma delle candele si sposta nell’aria immobile come la morte… Questo è il Phantom Manor.”

Fu Walt Disney stesso a proporre l’idea di realizzare una casa dei fantasmi all’interno dei Parchi Disney, reimmaginando la tradizionale giostra dei parchi divertimento in maniera del tutto originale con la Haunted Mansion. Ma, mentre alcune attrazioni ricorrenti come Peter Pan’s Flight o It’s a Small World presentano la stessa struttura in tutti i paesi, ogni casa infestata è diversa dalle altre, poiché ognuna ha la particolarità di rispecchiare la cultura e le credenze del luogo, raccontando sempre una storia diversa. Un esempio molto evidente per comprendere meglio questa operazione è sicuramente il Mystic Manor di Hong Kong Disneyland, dove il tema della morte e dei fantasmi è stato sostituito da un incantesimo che ha animato i curiosi oggetti collezionati dal proprietario Lord Henry Mystic.

Disneyland Paris non fa eccezione: lì si trova il Phantom Manor, una dark ride (ovvero un’attrazione visitabile attraverso carrelli che si spostano su un binario) la cui storia particolare è interconnessa con tutta la zona di Frontierland, costituendo un collegamento solido fra tutti gli elementi che compongono questa Land tematica. La Frontierland parigina è infatti unica nel suo genere, tanto da essere ribattezzata con il nome di Thunder Mesa. Passeggiando fra le sue vie, sentirete sempre su di voi lo sguardo tetro dell’imponente maniero vittoriano ormai in decadenza. Cosa nascondono le mura del Phantom Manor? Cosa è capitato al suo antico splendore? Qual è la storia di Thunder Mesa? Se vi sentite coraggiosi, immergetevi nell’atmosfera e continuate a leggere.

Phantom Manor: I Ravenswood, la miniera, gli omicidi

Fra la polvere e l’aria accarezzata dalla mano pesante del sole, il Maniero dei Ravenswood osservava la sua città con imperiosa arroganza. Da una delle finestre, il barone Henry Ravenswood scrutava Thunder Mesa, il villaggio che aveva fatto costruire nel 1849. Il suo sguardo correva sugli impianti della Big Thunder Mining Company, l’impresa mineraria che lo aveva reso ricco, scivolava sull’immenso lago e si fermava sulla maestosa Big Thunder Mountain, ritta al centro dello specchio d’acqua.

Per anni la fame di ricchezza aveva aperto il cuore del barone ad un’unica luce: i riflessi scintillanti dell’oro. A niente erano valse le preghiere dei Nativi che avevano avvertito l’uomo dello spirito del Thunder Bird, dormiente alle radici del grande monte in mezzo al lago. Henry Ravenswood aveva fatto scavare, profanare, distruggere la roccia della montagna per trovare le più grandi e ricche pepite. E così la Big Thunder Mountain ricambiava lo sguardo del maniero in placida attesa.

Se avessero chiesto alla baronessa Martha Ravenswood cosa l’avesse spinta a sposare il ricco pioniere, avrebbe risposto che il barone era bello come le sue pepite. Ma presto, la triste sposa si era trovata a passare le giornate sola nel gazebo del grande giardino, a guardare il sole sorgere e tramontare sulle sue giornate e sulle sue speranze di ricevere, prima o poi, quell’amore che suo marito donava solo al proprio oro. Il desiderio di un figlio sembrava essere l’unica cosa che unisse ancora i due coniugi, ma la baronessa sapeva bene che in fondo tutto ciò che Henry voleva era continuare la linea di sangue della famiglia nel desiderio ambizioso di preservare la sua eredità.

Mélanie Ravenswood nacque circondata dalle imponenti pareti del maniero, sotto gli occhi del padre che mai la abbandonavano. La giovane Ravenswood cresceva e con lei fioriva la sua bellezza. Cantava nei giardini e sedeva in quel gazebo che aveva ospitato la solitudine di sua madre e che ora custodiva lei e le sue letture di fiabe e luoghi e amori che la ragazza non poteva vivere se non nella sua immaginazione. Lo sguardo di Henry si posava su ogni gesto, passo e respiro della figlia. La seguiva strisciante come una serpe e osservava ogni sorriso che le veniva rivolto. Il cacciatore Barry Claude, il Capitano Rowan D. Falls, il minatore Ignatius Knight, il falegname Sawyer Bottom: uno ad uno, i pretendenti di Mélanie trovarono la morte in circostanze misteriose. Henry Ravenswood non fu mai dichiarato colpevole, ma era ben risaputo quanto il padrone fosse geloso delle cose che dichiarava appartenergli, oro, miniere o persone che fossero.

 

Il terremoto del 1860 e la fine di Mélanie

Dopo undici anni di scavi ed esplosioni alla ricerca dell’oro, lo spirito protettore della montagna si risvegliò, irato dall’ambizione violenta di Ravenswood. Il Thunder Bird scosse la terra in un violento terremoto, facendo esplodere la miniera e sconquassando la cittadina di Thunder Mesa. Henry e Martha Ravenswood morirono tragicamente: il Thunder Bird aveva avuto la sua vendetta.

Mélanie continuò ad abitare il maniero, sentendosi finalmente libera dagli sguardi e dai giudizi del padre: riusciva adesso per la prima volta a vedere uno spiraglio di luce nella sua vita desolata. Ma così non fu. Una misteriosa figura elegantemente vestita iniziò ad aleggiare nella villa e nessuno rivide più la povera fanciulla. Gli alberi morivano lentamente e il vento era l’unico rumore che si poteva avvertire nei giardini di quello che ora gli abitanti di Thunder Mesa chiamavano Phantom Manor.

Nelle fredde stanze del maniero Ravenswood, Mélanie continuava a sentire lo sguardo pesante del padre seguirla in ogni corridoio, in ogni stanza. Chiunque osasse avvicinarsi, curioso e innamorato del ricordo di Mélanie, non tornava più a camminare sul suolo di Thunder Mesa. In attesa del suo amore, di trovare quella felicità ancora una volta rubatale, Mélanie osservava la vita passarle davanti senza poterla mai raggiungere, col fantasma del padre che la seguiva respirandole fiato di morte sul collo, portandola alla pazzia e infine a una morte infelice, facendola diventare uno spettro nella casa che l’aveva vista nascere, crescere, ma mai vivere davvero.

Nelle sale di Phantom Manor si sente ancora il canto di Mélanie e la si può vedere affiancata dalla presenza inquietante del padre mentre osserva i fantasmi che infestano la villa, in attesa che qualcuno, magari, possa finalmente sposarla. Invitati dalla veggente Madame Leota, gli spettri danzano in maniera macabra per festeggiare un matrimonio mai avvenuto, fuoriuscendo dalle cripte del giardino di Phantom Manor. Nelle radici buie e profonde del maniero, la città fantasma di Ghost Town beve e ride della sorte dei mortali, visitando la sposa e il fantasma, in attesa che altri visitatori muoiano dalla voglia di rimanere con loro.

 

La storia del Phantom Manor che avete appena letto è il frutto del rinnovamento dell’attrazione avvenuto l’anno scorso a Disneyland Paris. La nuova inaugurazione, che ha avuto luogo il 3 maggio 2019 (e che noi abbiamo visto in anteprima grazie a InsidEars), ha infatti portato alla luce nuovi dettagli della leggenda, come il numero dei pretendenti di Mélanie, ora quattro invece che uno, e soprattutto la conferma che il fantasma del Manor sia effettivamente Henry Ravenswood. Per celebrare la riapertura e la fine dei lavori, Disneyland Paris ha pubblicato un libro che spiega e racconta l’attrazione, oltre a un interessante video-documentario sul canale Youtube ufficiale del parco.

Fonti: Hello Maureen, DisneyParks Blog, Phantom Manor: l’attraction décryptée, Ravenswood Manor
Foto: InsidEars

Giulia Dorantini: