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View Conference 2018, Rob Bredow parla degli effetti speciali di Solo – A Star Wars Story

Si è aperta con il botto la seconda giornata di View Conference 2018, con la presentazione dedicata a Solo – A Star Wars Story tenuta da Rob Bredow, supervisore degli effetti speciali del film, nonché neo-nominato Executive Creative Director e Head di ILM di Industrial Light & Magic.

Il film, come ben sappiamo, ha purtroppo registrato un flop al botteghino, un risultato tale che la Lucasfilm ha deciso di rivedere la sua politica nei confronti della saga di Star Wars e bloccare, almeno momentaneamente, la produzione della saga parallela degli spin-off. Tuttavia avere la possibilità di rivedere la pellicola attraverso gli occhi delle persone che ci hanno lavorato è sempre illuminante e Solo non fa eccezione: le meraviglie mostrate dal supervisore dei vfx hanno sicuramente lasciato il pubblico a bocca aperta.

Bredow ha inizialmente introdotto degli esempi che sono serviti come riferimento per il suo lavoro e quello della sua crew, ricordando come “il lavoro creativo generi lavoro creativo”. Il riferimento che ha citato è in realtà curioso: non un film di Star Wars precedente, ma il lavoro degli Imagineer Disney sul parco Animal Kingdom a Walt Disney World. Questo perché, partendo da un tema molto semplice come quello della natura, gli artisti e gli ingegneri del parco sono riusciti a realizzare un universo totalmente immersivo, che tuttavia non è solamente bello da vedersi, ma soprattutto permette al visitatore di fare esperienza di una storia autentica.

Lo stesso può accadere quando si realizza un film. Solo, per esempio, doveva essere ambientato prima della saga originale e somigliare visivamente a una pellicola girata negli anni ’70: occorreva quindi ricreare un universo immersivo, credibile e in linea con il tema di Star Wars. Per far sì che fosse più autentico possibile, gli artisti di ILM hanno privilegiato la creazione in studio di tutti i set e i prop più facili da realizzare o utilizzare, cercando di limitare il più possibile l’uso del green screen e del digitale. Così, non solo la cabina di pilotaggio del Millennium Falcon è stata costruita davvero, ma è stata anche circondata da un immenso pannello che proiettava gli effetti speciali (compreso il salto nell’iperspazio) direttamente davanti agli occhi degli attori, come se fosse una vera simulazione di volo. L’effetto è così molto più realistico dell’utilizzo del solo green screen.

Bredow ha poi illustrato altri esempi dello stesso genere, come la realizzazione dell’esplosione sulla montagna (la quale è stata ricreata tramite un modello 3D ottenuto con una mappatura di una vera catena montuosa delle Dolomiti) o il droide L3-37, che è stato solo parzialmente creato in digitale, ma per la maggior parte animato realmente sul set dall’attrice Phoebe Waller-Bridge, con l’intento di “preservare quanto più live action possibile”.

Ecco infine alcune domande a cui ha risposto Rob Bredow:

Quale scena della saga originale di Star Wars ti piacerebbe avere la possibilità di girare oggi con l’aiuto dei VFX moderni?

Bella domanda! Mi piace moltissimo la scena in L’Impero Colpisce Ancora quando sono in mezzo agli asteroidi e devono colpirli. Non mi dispiace come è stata fatta, ma scommetto che se dovessimo rifarla oggi potremmo renderla ancora migliore. Adoro quella scena, penso che sarebbe divertente rifarla!

Qual è stata la scena più difficile da realizzare in Solo?

È difficile decidere tra la scena dell’inseguimento sul treno e quella della fuga da Kessel. La prima è stata difficile perché è qualcosa di familiare: sappiamo tutti come si muove un treno, ma con quella particolare location abbiamo dovuto renderlo realistico. La fuga da Kessel invece era un territorio inesplorato, che prevedeva molte più domande da porsi, perciò probabilmente è stata la più difficile, dopotutto. Per esempio, in post produzione abbiamo dovuto aggiungere questo mostro spaziale che doveva inseguire i protagonisti, e c’è anche da dire che c’erano dei segmenti di storia che dovevamo finalizzare persino nel momento dell’editing.

C’è stata una cosa che volevate fare in Solo ma che era troppo difficile da realizzare?

Non mi pare… Ci sono state alcune cose su cui ci siamo impegnati molto a livello creativo, ma che poi abbiamo deciso di cambiare perché ci siamo accorti che non era l’approccio giusto. Per esempio, all’inizio della scena dell’attacco al treno c’era l’idea di far arrivare i protagonisti su dei cavalli (ovviamente corrispondenti a delle creature del mondo di Star Wars) e farli saltare sul treno improvvisamente. Ci abbiamo lavorato per un po’, ma poi non funzionava e non è arrivata al final cut. Sarebbe stato difficile raggiungere un buon livello di realismo, ma in realtà il motivo per cui l’idea è stata tagliata è che la sequenza stava diventando troppo lunga e abbiamo dovuto accorciarla un po’. Sono sicuro che ce l’avremmo fatta, ma sarebbe stata comunque una sfida!

Irene Rosignoli: