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Star Wars, la trilogia classica e la nascita di un mito

25 maggio 1977. Una data che ha segnato e rivoluzionato non solo il cinema di fantascienza ma la settima arte in generale. In quel giorno di fine maggio nella seconda metà degli anni ’70 usciva nelle sale americane, inizialmente solo 37, il primo episodio della saga di Star Wars.

Da quel momento nulla è stato più come prima perché il giovane regista George Lucas, allora trentatreenne, dopo non poche difficoltà ha portato al cinema, prima in USA e poi di tutto il mondo, il franchise destinato a divenire la Saga cinematografica più famosa del mondo.

Il progetto del film era nella mente di Lucas già da tempo e la storia che tutti oggi conosciamo è solo la versione definitiva di una sceneggiatura originariamente molto diversa e che ha visto diverse stesure. Basti pensare che inizialmente il protagonista avrebbe dovuto essere Annikin Starkiller – nome poi usato da JJ Abrams in Episodio VII per il nome dell’arma del Primo Ordine – giovane Jedi-Bendu addestrato dal suo maestro Luke Skywalker, dove Han Solo è un enorme alieno verde e dove troviamo la bella Principessa Leia, una fortezza spaziale e il malvagio Darth Vader. Una storia ben diversa da quella che tutti conosciamo ma che in questa prima bozza contiene molti degli elementi poi confluiti nella trilogia che ha conquistato e continua a conquistare intere generazioni.

Come ogni film che si rispetti anche la produzione di Star Wars è stata tutt’altro che facile. Quando Lucas presentò la sceneggiatura alla 20th Century Fox nessuno nella casa di produzione credeva al progetto, l’unico era il capo del dipartimento creativo della casa di produzione Alan Ladd, Jr..

Una volta raggiunto l’accordo economico tra le parti – il regista tenne i diritti su film e merchandising e la major si occupò della distribuzione – , finiti la creazione dei modellini e delle scenografie e trovati gli attori dopo innumerevoli provini finalmente Star Wars entrò in produzione.

Per gli esterni si scelse di girare in Tunisia il cui paesaggio sabbioso era ideale per ricreare il mondo desertico di Tatooine, ma qui oltre al caldo il vero problema fu rappresentato dalle tempeste di sabbia. A ciò andavano aggiunti la difficoltà di movimento di Anthony Daniels e Kenny Baker ovvero gli attori interpreti rispettivamente di D3BO e R2D2, i continui scontri di Lucas con la troupe inglese e le non poche difficoltà della Industrial Light and Magic alle prese con effetti speciali mai creati prima. Tutti problemi che prolungarono le riprese di circa una ventina di giorni e portarono allo sforamento del budget tanto che dovette intervenire lo stesso Ladd per impedire che il Board of Directors cessasse la produzione di Star Wars.

Dopo la conclusione delle riprese durate da marzo a luglio del 1976 sorsero due nuovi grandi problemi. Il primo riguardava Darth Vader, o meglio la sua voce. Interpretato dall’inglese David Prowse, l’attore aveva un accento sin troppo britannico e poco adatto all’uomo più cattivo della galassia nonché villain per eccellenza della storia del cinema. Lucas decise così di doppiarlo ed usare la profonda voce di James Earl Jones. Il secondo era rappresentato dall’assenza della colonna sonora. Il regista decise di rivolgersi a John Williams, fresco vincitore del Premio Oscar per la colonna sonora de Lo Squalo. Il compositore, con l’aiuto della London Symphony Orchestra , decise di creare delle musiche classiche che si rivelarono perfette per il film.

Il 25 maggio del 1977 in soli 37 cinema venne proiettato Star Wars. Grazie al passaparola entusiasta del pubblico in breve le sale aumentarono fino a superare i 1000 cinema, molti dei quali tennero in cartellone la pellicola per oltre un anno. Con un incasso di 775 milioni di dollari Star Wars è tutt’oggi uno dei maggiori successi al botteghino. Inoltre fu anche un grande successo di critica tanto da essere nominato a ben 10 Oscar riuscendo a vincerne ben sette: scenografia, costumi, montaggio, sonoro, colonna sonora, effetti speciali a cui va aggiunto quello speciale a Ben Bart per gli effetti sonori, a cui dobbiamo la nascita del linguaggio wookie e il respiro di Darth Vader.   

Volando ormai sulle ali dell’entusiasmo grazie al successo inaspettato della sua creatura – all’epoca la Kenner Toys esaurì in breve la merce immessa sul mercato – Lucas decise di girare il nuovo capitolo della saga.

Star Wars: Episode V – The Empire Strikes Back arriverà nel maggio del 1980 e come il precedessore sarà un grande successo di pubblico e critica – da molti è ritenuto il miglior film della saga – e la sua realizzazione non sarà priva di problemi.

A causa del forte stress a seguito del primo del Star Wars, Lucas decise di occuparsi della produzione esecutiva, affidando la regia a Irvin Kershner. Se nel 1977 i problemi vennero dati dal caldo e dalla sabbia della Tunisia, ora era il freddo clima norvegese dove vennero girate le scene del pianeta Hoth a creare difficoltà a truope ed attori. A ciò vanno sommate le difficoltà nella ricostruzione del Pianeta Dagobah e la realizzazione del Maestro Yoda, che in breve come Darth Vader divenne ed è ancora oggi una delle icone della Saga. Anche questa volta il budget venne sforato ed anche questa volta intervenne Ladd per sistemare le cose.

Visto il gran numero di curiosi intorno al progetto lo script era segreto anche perché conteneva un plot twist importante e che se trapelato avrebbe rovinato la diffusione del film. Non è un caso che sul set girasse il copione con una pagina fasulla per non rivelare la relazione esistente tra Luke Skywalker e Darth Vader. Lo stesso Mark Hamill venne a conoscenza di ciò solo poco prima di girare la scena.

Quando The Empire Strikes Back uscì nei cinema il successo fu ancora maggiore del suo predecessore, anche se venne accolto tiepidamente dalla critica a causa del cambio di registro, ritenuto fin troppo serio. Vincitore di due premi Oscar per il miglior sonoro e Oscar Special Achievement Award per gli effetti speciali a Brian Johnson, Richard Edlund, Dennis Muren e Bruce Nicholson, la pellicola incassò oltre 200 milioni di dollari, divenendo il maggior incasso del 1980.

Vista la grande fama dei due film Lucas si convinse a girare anche il terzo e conclusivo atto della storia inizia a fine anni ’70, così il 23 maggio 1983 arriva Star Wars: Episode VI – Retun of the Jedi. Anche in questo caso Lucas si occupò della produzione, o almeno queste erano le sue intenzioni. Non potendo ingaggiare l’amico Steven Spielberg come regista venne scelto Richard Marquand, ma data l’inesperienza di questi con gli effetti speciali Lucas divenne regista della seconda unità.

Le uniche difficoltà che il terzo capitolo incontrò furono l’impegnativa creazione di Jubba the Hutt e la scena con il Rancor. Come i film precedenti le riprese si protrassero per cinque mesi e la post produzione richiese quasi un anno. Quando il film arrivò nelle sale di tutto il mondo fu un grande successo, anche se con incassi minori rispetto ai precedenti capitoli.

Tutti credevano che l’universo di Star Wars fosse giunto a compimento, almeno dal punto di vista cinematografico visto il grande materiale riguardante l’universo espanso, non Lucas decise di riportare la sua creatura al cinema nel 1997 per il ventennale. Non essendo mai stato del tutto soddisfatto del risultato della trilogia a causa degli effetti speciali non all’altezza della sua visione, il regista ridistribuì le tre pellicole in versione rimasterizzata e con scene aggiunte. Tale espediente aveva anche lo scopo di riportare l’attenzione sulla Saga e sulla nuova trilogia che sarebbe arrivata nel 1999 con Star Wars: Episode I: The Phamton Menace.

Basandosi sugli stilemi tipici delle saghe eroiche e su quelli della mitologia il regista di American Graffiti è riuscito a dare vita ad una storia che in breve tempo è divenuta un fenomeno di culto e di costume. Star Wars si basa su elementi che ritroviamo in molteplici altri film come il giovane eroe, il mentore, la principessa in pericolo, la canaglia ed ovviamente il malvagio di turno. La Saga è il più classico viaggio dell’eroe in cui i protagonisti maturano attraverso prove da superare, dove abbondano turbamenti dei personaggi, non mancano dualismi, tradimenti e redenzione.

George Lucas è stato molto influenzato dalle serie tv e dai film con cui è cresciuto come Flash Gordon, i western e i film giapponesi, in particolare quelli di Akira Kurosawa. I Jedi ricordano sia nel vestiario che nel comportamento i Samurai, i militari aristocratici del Giappone feudale.

Se dal punto di vista narrativo la Saga non ha introdotto nulla di nuovo, dall’altra è riuscita a rivoluzionare il cinema di fantascienza grazie all’introduzione del Futuro Usato. Nei film di Lucas tutto è sporco, polveroso ed usurato dando così l’idea di vissuto e di una società dove la tecnologia è qualcosa a cui l’uomo è abituato da tempo. Così facendo l’ambiente in cui si muovo i personaggi e viene portato lo spettatore risulta più credibile. Prima di Star Wars nei film e serie tv di genere era tutto nuovo e splendente dando l’idea di novità e sopratutto di qualcosa di irrealistico.

Inoltre è grazie a questa trilogia se il merchandising ha avuto un grande impulso ed è oggi una delle maggiori voci di incasso dei film. Star Wars ha gettato le basi per il mercato moderno di oggetti da collezione riguardanti i film come action figure, spille, maglie e via dicendo. A ciò va aggiunto che il regista fu il primo ad espandere l’universo da lui creato ad altri media come fumetti, libri, videogames, serie tv animate ancora oggi in corso di pubblicazione.

Il mondo dell’arte è spietato e il cinema non a eccezione. Molti sono stati i grandi film parodiati e citati nel corso della storia della settima arte e Star Wars è probabilmente il maggior bersaglio. Tra le varie parodie è impossibile non citare Space Balls di Mel Brooks o la trilogia dei Griffin, a queste vanno aggiunte le varie citazioni/omaggi presenti in molte serie tv come Friends, Scrubs, The Big Bang Theory , il lungometraggio Fan Boys e molti altri.

Non c’è dubbio che con la storia del giovane Luke Skywalker, del Jedi Obi Wan-Kenobi, della bella principessa Leia, della canaglia Han Solo e del suo fidato Chewbacca e del malvagio Darth Vader, George Lucas abbia creato un universo che a distanza di 40 anni risulta ancora avvincente e poetico e capace di emozionare come la prima volta.

May the Force be with You!

Curiosità: Prima di distribuire Star Wars film nelle sale Lucas, molto titubante sul successo del film, decise di tenere una proiezione privata (con effetti speciali non completi e privo della colonna sonora) dove invitò i colleghi e amici Martin Scorsese, Steven Spielberg, John Landis, e Brian De Palma. Se quest’ultimo non ebbe belle parole riguardo al film, Spielberg ne fu invece colpito tanto che credeva molto nel progetto dell’amico, così tanto che quando Lucas si presentò sul set di Incontri ravvicinati del terzo tipo accettò la scommessa che gli venne proposta. Lucas propose al papà di E.T. lo scambio del 2,5% dei diritti dei rispettivi film, Spielberg accettò e nonostante il suo film fu un grande successo tanto da salvare la Columbia dal fallimento, Star Wars è divenuto un fenomeno di culto.

Leggi anche l’approfondimento sulla trilogia prequel

Emanuele Bianchi: Appassionato di cinema, fotografia, teatro e musica sin da piccolo decide di farne il suo lavoro. Miyazakiano convinto, tanto da incentrare la sua tesi sul suo cinema, e divoratore di anime tanto da volere Eikichi Onizuka come professore al liceo, è uno Jedi come suo padre prima di lui e “nato pronto” e sì, anche un inguaribile nerd (pollice verso per coloro che non colgono le citazioni). Laureato in cinema presso il DAMS di Roma 3 e diplomato in fotografia presso il CST, inizia a collaborare (e tutt'ora collabora) come critico di cinema e fotografo di concerti con varie webzine di cui da subito ha sposato il progetto con entusiasmo. Giornalista pubblicista iscritto all'albo. Sempre in movimento, perennemente in ritardo. CAPOSERVIZIO CINEMA

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