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Le armi di Gaston ne La Bella e la Bestia, dal 1991 al 2017

Perché le armi di Gaston sono cambiate dal film d’animazione al live action? Perché gli animatori gli hanno dato come arma l’arco e le frecce mentre il props department del film ha affidato a Gaston un’arma da fuoco? Qual è la simbologia di queste armi?

Il live action de La Bella e la Bestia compie oggi 4 anni. Il film del 2017 basato sul lungometraggio animato del 1991 diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise è stato uno dei remake più popolari e discussi degli ultimi anni. Sicuramente la sua controparte animata è uno dei film Disney più famosi e amati in assoluto che, oltre ad essere un brillante musical, ha utilizzato tecniche d’animazione all’avanguardia.

Esistono molte analisi, indagini e letture riguardanti ogni singolo personaggio o, addirittura, ogni singolo dettaglio di questo celebre musical. Gaston, ad esempio, è un personaggio carismatico, amato dal popolo, che riesce a muovere le masse. Sono proprio queste caratteristiche che lo rendono un uomo molto pericoloso. Ma cosa dicono di lui le armi che utilizza? E perché nel remake in live action Gaston non usa l’arco e le frecce o il pugnale del film d’animazione per uccidere la Bestia?

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Le armi di Gaston nel film d’animazione

La scelta della sceneggiatrice Linda Woolverton di dare in mano a Gaston un arco e delle frecce non sembra essere casuale. In molte culture, soprattutto nella cultura greca antica, l’arco e le frecce erano letteralmente definiti le armi dei vigliacchi. Basti pensare alla figura di Paride nell’Iliade Omerica. Il figlio minore di Priamo uccide Achille non in un duello ad armi pari ma utilizzando arco e frecce. Paride colpisce senza volere Achille proprio nel suo punto debole, il tallone, e uccide l’eroe greco vigliaccamente, senza arrivare al corpo a corpo.

Per secoli il duello, ovvero la lotta corpo a corpo, infatti, sono stati simbolo di coraggio e virtù dell’eroe. Archi e frecce erano armi d’assalto, utilizzate da lontano, per espugnare città, ad esempio, ma non per combattere in un duello.

È interessante, perciò, che per le armi di Gaston siano stati scelti proprio questi strumenti. Gaston entra nel castello con l’arco e le frecce, si avvicina alla Bestia con queste armi per ucciderla ed il primo colpo che sferra è proprio quello di una freccia. Solo successivamente passa a una mazza di fortuna creata con una parte del castello.

Nel lungometraggio d’animazione, tuttavia, Gaston uccide la Bestia con un coltello, arma da taglio tecnicamente più simile alle armi dei duelli. Eppure, anche in quel momento sferra il colpo per mera codardia attraverso un’altra arma “subdola”, ovvero con un pugnale. Gaston non solo colpisce la Bestia alle spalle, ma lo fa con un’arma normalmente facile da nascondere, il che denota, quindi, ulteriore vigliaccheria.

Il cambio d’armi del live action

Abbiamo detto che archi e frecce per molti secoli furono visti, da un punto di vista dei duelli, come le armi dei vigliacchi. Perché nel live action, allora, Gaston non impugna più questi strumenti?

La risposta è molto semplice, vi è stato, nel tempo, un forte cambio di rotta per quanto riguarda la percezione di determinate armi. Banalmente, oggi il tiro con l’arco è visto in modo molto più positivo. Basti pensare a personaggi (disneyani e non) come Robin Hood, Merida o Katniss Everdeen. Tutti loro combattono con archi e frecce ma mai li descriveremmo come codardi o vigliacchi.

Nel live action, perciò è stato utilizzato un escamotage piuttosto interessante. Tra le armi di Gaston, infatti, non vi è nessuna di quelle già incontrate nel cartone animato. Lo si vede solo per breve tempo con una balestra, che diventa inutile nel momento in cui Belle distrugge tutte le sue frecce. Il piano B del personaggio, una volta che la sua balestra è diventata inutilizzabile è quello di ricorrere a una pistola.

Le armi da fuoco sono molto più antiche di ciò che si pensa. Tuttavia, presero veramente piede in ambito bellico solo alla scoperta della polvere da sparo. Nel Settecento le pistole erano ormai già utilizzate ovunque, anche e soprattutto nei duelli per onore. Quante volte abbiamo visto in film o sceneggiati un duello all’alba tra due gentiluomini per riscattare un disonore avvenuto?

È interessante, perciò, che Gaston abbia in mano proprio una pistola (che ricordiamo, allora poteva caricare un solo colpo alla volta), perché si ricollega nuovamente a battaglie e duelli che avvenivano a distanza. Le armi da fuoco sono sempre state utilizzate come armi da usare da lontano e hanno rimpiazzato, nel tempo, proprio archi e frecce. Nel diciottesimo secolo, durante il corpo a corpo in battaglia, ancora si utilizzavano le spade. L’unica eccezione erano proprio i duelli per disonore che spesso avvenivano tra gentiluomini.

Un esempio lampante Disneyano di quanto le armi da fuoco in un combattimento a due nel diciottesimo secolo fossero reputate fuori luogo è all’interno del primo film dei Pirati dei Caraibi. Come dimenticare la scena nella quale Will Turner e Capitan Jack combattono all’interno della bottega del fabbro? Quando Jack prende la sua pistola puntandola contro Will, quest’ultimo reagisce dicendo “Giochi sporco”. Poiché, appunto, a meno che non si trattasse di un duello per gentiluomini per questioni d’onore, le armi da fuoco venivano raramente utilizzate in combattimenti ravvicinati.

Gaston nel live action ha un vero e proprio upgrade all’arma da fuoco proprio per conferirgli nuovamente la connotazione della codardia. Poiché ormai arco e frecce sono collegate più a un personaggio coraggioso che vigliacco, nel film del 2017 Gaston brandisce un’arma che colpisce la Bestia da lontano. Anche il colpo fatale, che nel lungometraggio animato avviene tramite una pugnalata alle spalle, nel remake è uno sparo da lontano, sempre mentre la Bestia è voltata di spalle.

Gaston è un personaggio vigliacco che si nasconde dietro una facciata di spavalderia e finta sicurezza di sé. Sia nel film del 1991 sia nel remake del 2017, infatti, le sue armi rendono particolarmente chiaro questo lato del suo carattere.

Giulia Galizia: Sognatrice fin da bambina, appassionata di teatro, fiabe, danze storiche e letteratura per l'infanzia. Diplomata in doppiaggio cinematografico e laureata in Scienze della Formazione Primaria all'Università di Modena e Reggio Emilia, ha sempre avuto la passione per la scrittura, cominciata dopo la pubblicazione di un suo racconto per un concorso letterario del Rotary L.A. Muratori di Modena nel 2011. Bilingue inglese sta attualmente svolgendo un dottorato di ricerca in Scienze umanistiche. Si barcamena nella vita tra momenti rosa pieni di magia e momenti tetri alla Tim Burton.