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Comic-Con 2014: il panel dedicato a Big Hero 6!

Dopo il panel dedicato esclusivamente al nuovo mediometraggio a cui i Pixar Animation Studios sono al lavoro: Toy Story, That Time Forgot, la Disney Company ha continuato a dominare il Comic-Con di San Diego, in questa prima giornata, con l’evento dedicato al prossimo ed atteso classico: Big Hero 6. 

Purtroppo per noi, però, non sono pervenute foto dell’iniziativa o di ciò che è stato mostrato. Sappiamo per certo, in ogni caso, che sono stati mostrati molti concept oltre che clip, dedicate quasi interamente a Baymax ed Hiro, i protagonisti di questa nuova avventura basata sull’omonima storia Marvel

Don Hall, il co-regista del film, ha spiegato come dopo aver ultimato Winnie The Pooh – Le Nuove Avventure nel Bosco dei 100 Acri, sia stato spinto verso nuovi progetti dallo stesso John Lasseter, che l’ha invogliato a seguire la sua passione per i fumetti Marvel. 

Si è proseguito parlando dell’ispirazione avuta dalla città di Tokyo, dove edifici vecchi 30 anni, sono considerati antichi e abbattuti per essere rimpiazzati.
Grazie al software City Engine, gli animatori hanno potuto importare l’intera struttura di San Francisco in modo che fungesse da base, per poi modificare i singoli edifici (riproponendoli anche in posizioni e forme diverse) e innestare lo stile di Tokyo. Così è nata la bellissima città di San Fransokyo. Per renderla ancora più bella, gli animatori hanno raddoppiato l’altezza delle colline. Questa si articola in circa 83.000 edifici, sempre generati grazie a City Engine, utilizzando come base l’assetto di San Francisco e inserendo nel programma alcuni elementi architettonici da proporre in diversi edifici e con diversi abbinamenti.

Hanno affermato, inoltre, che i dirigibili presenti, infine, sono un omaggio al maestro Miyazaki.

Per quanto riguarda Baymax, invece, il progetto era di creare un robot mai visto prima sullo schermo, che fosse anche “abbracciabile”. Gli animatori si sono così recati presso la divisione MIT di Harvard. Lì han visto lo studio sull’assemblaggio di “robot morbidi” destinati a un utilizzo in campo sanitario. Per la testa, invece, Shiyoon Kim si è ispirato ad alcune campane trovate in viaggio da Hall. Originariamente era prevista anche una bocca sul volto di Baymax, poi abolita.
Si sono inoltre ispirati inoltre ai prodotti commercializzati in Giappone, dallo stile morbido e carino e per la camminata ai pinguini (originariamente si era pensato invece al modo di camminare dei bimbi che hanno da poco imparato a camminare e che hanno ancora il pannolino).

Per quanto riguarda l’ispirazione per Fredzilla, Lorelay Bove ci dice che è venuta dal Kaiju, un mostro della tradizione fantascientifica giapponese, e da una mostra incentrata su ultraman, visitata dagli animatori durante uno dei loro viaggi di ricerca. 

Sempre la donna, che ha curato l’abbigliamento dei personaggi nel film, ha aggiunto che GoGo Tomato è  vestita di giallo poiché il suo nome, nel linguaggio giapponese, ha una forte assonanza con il nome del colore in questione.

Questa ci avverte inoltre che, con il cambiare dello stile narrativo e delle atmosfere durante lo sviluppo della storia, cambia di pari passo lo stile artistico del lungometraggio.

Per concludere, dopo aver mostrato una clip musicale servita a sperimentare il movimento dei 6 personaggi, si tocca uno dei temi di discussione più caldi legati ai Walt Disney Animation Studios: l’animazione in 2D. Hall ha tenuto a sottolineare come non ci sia assolutamente da parte degli studi la volontà di creare una contrapposizione, quasi una sfida, tra i lungometraggi realizzati con le due tecniche. Inoltre Kyle Odermatt ha fatto notare come il disegno a mano sia la base necessaria allo sviluppo dell’animazione in CGI. Sulle innovazioni introdotte in Big Hero 6, Hall afferma che la sfida più grande è stata creare una città che apparisse vivace, mentre Paul Felix, pone l’accento sulla difficoltà incontrata nell’animare ben 6 personaggi. 

Pronti invece per domani, per seguire il panel dedicato alle serie televisive Marvel? 

 

Jacopo Iovannitti: Walt Disney diceva "If You Can Dream, You Can Do It". Ho fatto di questa frase il mio motto di vita tra studio, passioni e lavoro. Ma non sono mai riuscito a guarire dalla mia fissazione indescrivibile per i pinguini.

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