Ed eccoci nell’ultima parte del nostro tour di Discoveryland… attraverso le opere di Jules Verne!
Vi ricordiamo che la rubrica è a cura del nostro Lorenzo Dottorini, con la collaborazione speciale di Andrea Bonucci.
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Verne incarna quindi precisamente l’intento con il quale è stata ideata e poi costruita l’area di Discoveryland e, a maggior ragione in terra francese, non poteva non esserci qualcosa di ispirato alle sue opere o più in generale alle sue immaginifiche visioni. Quest’ultima zona che prendiamo in considerazione, della quale abbiamo già avuto un assaggio parlando di Videopolis, è la “Discoveryland originale“, conserva cioè quello stile e quello spirito con i quali questa land, che negli ultimi anni si sta modificando per tenersi al passo con i tempi, era stata costruita.
La nostra prima tappa è un’attrazione che abbiamo già visto e nominato più volte da quando siamo a Discoveryland, quella che troneggia al centro della piazza principale e che vediamo immediatamente provenendo dalla Central Plaza: “Orbitron”. Non è ispirata a qualche opera di Verne, pur richiamando ai viaggi nello spazio, un tema importante nella produzione dello scrittore e di cui vedremo qualcosa di più concreto tra poco. D’altra parte sembra che l’ispirazione per il suo design venga comunque dalle idee di un’altra mente illustre, brillante e visionaria del passato: secondo alcuni infatti nel progettarne l’aspetto, ci si sarebbe ispirati agli schizzi del sistema solare disegnati dal grandissimo Leonardo da Vinci.
Si tratta di una giostra meccanica, simile a “Dumbo the Flying Elephant”, con piccole vetture, in questo caso dei mini razzi, che girano attorno a una sorta di obelisco, e che salgono e scendono di quota. A differenza dei piccoli elefanti, queste navicelle spaziali saranno un po’ più veloci nella loro “corsa” e raggiungeranno altezze maggiori, portando i visitatori a vivere un’esperienza completamente diversa. Ma che viaggio nello spazio sarebbe senza neanche un pianeta da avvistare? Ebbene, proprio sopra le piccole astronavi, volteggeranno sfere dorate grosse e piccole rappresentanti proprio dei corpi celesti intenti a ruotare attorno a un’ipotetica stella e a intrecciare le proprie orbite. Lo spettacolo sarà godibilissimo non solo per chi prenderà parte a questa sorta di danza nel cielo, ma anche per chi da terra vedrà tutto questo, soprattutto di sera, quando tutto si illuminerà in modo suggestivo. Un giro su “Orbitron” al calare della luce è assolutamente consigliato, per godere di una vista dall’alto dell’area circostante, ancora più spettacolare del solito.
Tornati a terra, proseguiamo verso quello che è l’edificio simbolo della zona: una sorta di grosso tendone, in prevalenza dorato e azzurro. Questa è in assoluto una delle attrazioni più belle e famose dei parchi Disney: parliamo di “Space Mountain: Mission 2″. Si tratta di un rollercoaster, al coperto e al buio, con musica ad alto volume in sottofondo. Tra piccoli loop, salite e discese ripide, curve e quant’altro, la storia raccontata dal momento in cui si lascia la stazione di imbarco è sicuramente particolare e “visionaria”. Il “Mission 2” del nome fa immediatamente intuire che in passato c’è stata una “Mission 1”. E in effetti è proprio così: all’apertura dell’attrazione, nel 1995, il tema era diverso, ispirato appunto a una delle opere di Verne, ovvero “Dalla Terra alla Luna”; un grosso cannone (nient’altro che il cilindro dorato che vediamo “poggiarsi” sul tendone), puntato verso Luna, lanciava il treno uscito dalla stazione in questo percorso tortuoso che l’avrebbe poi portato a destinazione e a contemplare in un clima di assoluta tranquillità e beatitudine, il “sorriso della Luna”. Nel 2005, a 10 anni dall’apertura, vi è stato un rehab completo. Oltre ad aggiornamenti tecnici (più altoparlanti sui treni ad esempio), la ritematizzazione ha come intento quello di immaginare dove Verne punterebbe quell’imponente cannone oggi. La risposta che i progettisti si sono dati è stata “ai confini dell’universo“. Nuova musica, molte più cose da vedere durante il viaggio (ultima solo per ordine la spettacolare esplosione di una supernova la cui energia riporterà il nostro treno in stazione) e un tema per noi molto più fantascientifico sono quindi gli ingredienti caratterizzanti la nuova versione di questo rollercoaster, ricchissimo di effetti speciali di altissima fattura.
Proprio di fianco troviamo l’ultimissima tappa di questo nostro tour: un laghetto con all’interno uno strano sommergibile. Del resto, se lo zeppelin Hyperion esplora i cieli e nuove terre, le astronavi di “Orbitron” e il treno di “Space Mountain” ci portano nel nostro sistema solare e ai confini dell’universo, non poteva mancare un’escursione nelle profondità marine. L’ispirazione viene chiaramente dall’opera di Verne “Ventimila leghe sotto i mari”, più precisamente dal veicolo utilizzato dal Capitano Nemo per esplorare i fondali. Infatti il nome dell’attrazione è “Les Mystères du Nautilus”: un piccolo tuor del Nautilus (nome del sommergibile nel romanzo), dei suoi vari ambienti e alla scoperta di alcuni dei suoi segreti. Attenti mentre ammirate la bellezza del grande Salone o la tecnologia della Sala Macchine… l’ombra del Capitano potrebbe apparirvi mentre ammirate il suo bellissimo organo e i calamari giganti sono in agguato!
Ed eccoci dunque alla fine del nostro breve tour di Discoveryland. Ma, sebbene abbiamo già visitato tutte le aree del Disneyland Park, c’è ancora qualcosa rimasto fuori dai nostri discorsi e che metteremo a fuoco!
Tutto questo e molto altro nel prossimo numero, sempre qui, dove vivono i sogni!
La domanda del topic:
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Da bravi visionari proviamo a immaginare il futuro dei Parchi Disney: quali attrazioni, spettacoli, parate vorreste vedere lì dove vivono i sogni?
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