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Il regista de La Sirenetta e Aladdin non è un fan dei remake live action

Nonostante la Disney si assicuri ogni volta un grande successo con i suoi remake live action dei classici d’animazione, non tutto il pubblico li apprezza, e soprattutto all’interno dell’industria ci sono diverse voci contrastanti. Gli stessi registi e artisti che hanno lavorato ai film originali si sono espressi in maniera varia: si va da Terry Rossio, che ha denunciato la mancanza del suo nome nei credits alla sceneggiatura di Aladdin, fino a Tony Bancroft, che ha dimostrato di apprezzare la direzione presa dal Mulan di Niki Caro.

Non è dello stesso parere invece John Musker, che insieme a Ron Clements ha diretto alcuni tra i classici più amati come La Sirenetta, Aladdin, Hercules, La principessa e il ranocchio e recentemente Oceania. Le due leggende dell’animazione sono state intervistate da The Hollywood Reporter in occasione della consegna del Winsor McCay Award, un premio alla carriera istituito dagli Annie Awards, gli Oscar dell’animazione. Ecco cosa ha risposto Musker all’immancabile domanda sui remake live action Disney…

C’è molta attenzione allo sviluppo delle tecniche di animazione apportato dal Re Leone di Jon Favreau. Cosa ne pensi dello stato attuale dell’animazione e delle opportunità future di utilizzare questa tecnica per raccontare storie? E cosa pensi dei remake?

John Musker: Adoro quando si esplorano nuove tecniche con l’animazione. E mi piace pensare che il medium abbia abbastanza flessibilità e potenziale: ci sono tanti tipi di storie che non sono ancora state raccontate in animazione, e spero che in futuro lo saranno. Sono perplesso dai remake live action; i più riusciti per me sono, ironicamente, quelli che reinterpretano in maniera massiccia la storia originale, come Maleficent. Credo che Favreau sia un regista geniale, ma la fedeltà quasi shot-for-shot al Re Leone disegnato a mano, unita all’animazione inespressiva del suo film, mi hanno lasciato disinteressato. In generale vorrei vedere più storie originali. In particolare le fiabe, proprio per la loro natura, non sembrano essere la scelta giusta o non sembrano richiedere un ampliamento o una ripetizione del loro arco narrativo, che solitamente è autoconclusivo. Ma del resto Frozen 2 ha appena superato il miliardo di dollari, quindi che ne capisco io?”.

Irene Rosignoli: