Durante il nostro secondo giorno a View Conference 2015 abbiamo avuto modo di assistere al panel di Michael Kurinsky, Production Designer (ossia colui che supervisiona tutto quanto concerne il film dall’animazione dei personaggi all’illuminazione degli ambienti. Ogni dettaglio passa sotto il suo controllo) di “Hotel Transylvania 2”, con un consistente passato di quasi 10 anni in Disney come Background Painter. Per imparare la tecnica di disegno, come riuscire a combinare i colori, le tecniche di illuminazione… Insomma, per imparare a realizzare un buon background ha dovuto iniziare copiando quelli storici depositati negli archivi Disney. Sul suo curriculum ci sono film del calibro de “Il Gobbo di Notre Dame”, “Hercules”, “Fantasia 2000”, “Atlantis” e “Mucche alla Riscossa”.
Il problema riscontrato nella casa di Topolino è che lì ognuno è specializzato nel fare cose specifiche poiché si tratta di studi molto grandi. Michael era interessato a sperimentare qualcos’altro e così è passato alla Sony Animation, una realtà più piccola dove effettivamente tutti fanno tutto.
Nell’eredità raccolta da primo capitolo del franchise, il suo modo di lavorare è stato orientato dalla volontà di abbracciare tutto quanto era stato già fatto e aggiungervi dove possibile un tocco personale. Si è (ha detto durante il panel e la successiva round table) a essere un vero e proprio wedding planner nell’allestire e decorare gli ambienti dell’Hotel di proprietà di Dracula per il matrimonio di Mavis e Johnny dando agli ambienti particolari elementi ornamentali (addirittura una pista da ballo nella sala da pranzo) e colorando l’atmosfera con un particolare tono di magenta. Tanti altri riferimenti al primo film (lo stesso magenta richiama lo “zing”) come la torta che strilla così come avevamo già visto fare al formaggio. Ma anche abbiamo detto tante nuove idee per elementi, luoghi e personaggi come il cibo servito al ricevimento (addirittura in una scena successiva c’è una pietanza che diventa una sorta di veri e proprio personaggio) o come il mago Harry Tre Occhi e la sua assistente, Mrs. Prickels (che doveva essere un Mr. Prickels originariamente) e chiaramente Dennis, il figlio di Johnny e Mavis. Proprio su quest’ultimo ha raccontato qualcosa di molto interessante: la sua caratteristica fondamentale è quella di essere un mix dei genitori, avendo il viso identico a quello materno e i capelli rossi e indomabili del padre; nei primi bozzetti disegnati mano era stato concepito con una capigliatura ben più lunga e folta ed era stato anche già modellato in questo modo in alcuni “dipinti” in digitale; il problema è giunto in fase di animazione in quanto testa e capelli erano assolutamente sproporzionati rispetto al resto del corpo ed era anche difficile farlo interagire con gli altri personaggi (Mavis avrebbe dovuto avere braccia ben più lunghe per tenerlo in braccio) e così ha dovuto subire un leggero restyling.
Un’altra grossa sfida è stata quella di creare dei nuovi ambienti al di fuori dell’Hotel, come l’ospedale nel quale la figlia di Drac partorisce. Era stato pensato come un luogo molto somigliante alle cliniche accoglienti americane che sarebbe stato poco in linea con tutto il resto. Così si è deciso di dargli un tocco più europeo e di renderlo anche in qualche modo somigliante ad un vecchio manicomio. Altri studi sono stati fatti per creare nuovi ambienti anche all’interno dello stesso Hotel (la suite di Mavis e Johnny e la cameretta di Dennis ad esempio) e su nuovi luoghi frequentati da mostri come il “Campeggio dei Vampiri”. Per quest’ultimo si è trovata ispirazione da alcune gole ben racchiuse in una cerchia di montagne, così da rendere verosimile la poca possibilità di raggiungerlo per gli esseri umani. Ci sono delle piccole aperture che riescono a far intravedere la luna, come visto durante la scena del trampolino. Anche le casette sono state studiate a partire dai classici edifici in legno che si trovano nei camping, ma gli si è conferito un aspetto più gotico (ad esempio rendendo i tetti asimmetrici).
E poi c’è il mondo umano, visto ben poco nel primo film (ma anche quello era molto affine a livello architettonico con l’Hotel trovandosi comunque in Transilvania). L’idea principale era di rappresentare ambienti noiosi, privi di colori saturi, sviluppati in orizzontale e che fossero quindi ben distanti dall’energia e dal divertimento presenti nel mondo dei mostri. La casa dei genitori di Johnny era stata pensata molto più grigia e composta da forme quadrate, ma l’idea è stata abbandonata in quanto avrebbe dato l’impressione che i proprietari avessero una sensibilità artistica verso il design, mentre dovevano essere assolutamente noiosi. Questa prerogativa ha influito anche sulla creazione del loro look, inizialmente pensato come strambo e sopra le righe, ma poi corretto in ordinario in modo da far apparire già loro figlio come la “pecora nera” della famiglia. La cosa davvero bella è che in un mondo per noi così scontato e monotono, Mavis si sente come una scolaretta in gita scolastica, attratta dalle cose più banali come se fossero eventi eccezionali (emblematica la scena nel minimarket).
E infine altra novità di questo secondo capitolo è Vlad, il padre di Drac, un burbero vecchio vampiro che non vede di buon occhio questa apertura dei mostri verso gli umani. L’aspetto che ha nel film è ispirato a Mel Brooks, doppiatore in lingua inglese del personaggio, e alla sua voce. Il suo stile trasandato, di vecchio solitario e misantropo, poco curato come testimoniano le ragnatele che porta su suo mantello, ricurvo, è contrapposto a quello del figlio, maestro d’eleganza, impettito e con un portamento invidiabile. All’inizio come dimora di Vlad era stata pensato un castello, in cima a una montagna, con una scala lunga ed impervia da salire per raggiungerlo. Ma un castello nel film c’era già, quindi si è optato per cambiare rotta e, considerato il suo essere burbero e solo, si è pensato che potesse vivere in una grotta come un orso. Da caverne grandissime, simili a cattedrali, si è passato, per volere del regista, ad antri sempre più piccoli, fino ad arrivare a quello definitivo la cui prima bozza è stata disegnata dallo stesso Tartakovsky. Attorno a sé, Vlad ha una serie di sgherri, trai quali c’è Vela che ne è una sorta di leader. È un personaggio studiato per fare paura sul quale, a differenza di come si agisce di solito, hanno creato una dettagliata struttura muscolare che lo rende sì minaccioso ma all’occorrenza anche buffo.
Il panel si è concluso con una serie di slide raffiguranti molte idee, per scene, luoghi e personaggi, che non hanno trovato spazio nel lungometraggio e sono state per questo eliminate.
Durante la round table sono riemersi alcuni argomenti già tirati in ballo nel panel come le difficoltà di tradurre in 3D ciò che viene abbozzato e ideato in 2D, o il confronto tra il lavoro negli studi Disney e quelli della Sony. Alla domanda sul perché non è stato possibile realizzare un film del genere in animazione tradizionale, Kurinsky ha espresso in modo appassionato quanto ama l’animazione tradizionale e quanto gli piacerebbe che venissero realizzati più film avvalendosi di questa tecnica. Il problema, secondo lui, sono le aspettative del pubblico che ormai è abituato ad apprezzare la CGI, oltre che il grande divario che c’è tra i due stili che permettono di fare cose molto differenti. Ha però annunciato che, proprio per quanto riguarda il franchise di “Hotel Transylvania”, si sta parlando di realizzare una serie animata in 2D, anche se non prodotta direttamente dagli studi Sony.
Si è parlato poi dei nuovi progetti in cui sarà impegnato, facendo riferimento anche alla possibilità di vederlo alla regia di un film animato. Kurinsky ha risposto, senza lasciare nessuna possibilità di fraintendimento, che gli piacerebbe tantissimo diventare regista, soprattutto se si trovasse a dirigere una storia ideata da lui stesso. Per quanto riguarda più specificamente il suo lavoro con la Sony Animation, ha affermato che sarà coinvolto nella realizzazione di “Emoji”, anche se in modo piuttosto marginale, senza occupare quindi alcuna posizione di rilievo.
Infine abbiamo provato a chiedergli qualcosa sullo stile del film e sul perché si sia deciso di produrre un sequel:
Molti hanno affiancato “Hotel Transylvania” e “Hotel Transylvania 2” al termine slapstick, soprattutto in relazione al modo di muoversi dei personaggi. Pensi che sia una definizione corretta o ne troveresti un’altra?
Sì, assolutamente, è slapstick! Rispecchia appieno il nostro lavoro. Noi tentiamo sempre di “spingere” l’animazione e i personaggi e ci ritroviamo così a creare dei profili dinamici. Se ci fai caso è difficile trovare in questi film dei personaggi con pose statiche. Sono sempre posizionati in modo da mostrare delle silhouette in movimento, proprio per questa “spinta” che cerchiamo di dare al nostro lavoro.
Stiamo comunque parlando di un sequel, un secondo capitolo di un film prodotto in precedenza. Cosa spinge una casa di produzione o un regista a realizzare sequel? Idee nuove, idee che non sono riuscite a trovare spazio nel capitolo precedente o altro?
No, Genndy non c’entra, è stata un’idea della Sony. Anche il soggetto ci è stato suggerito da loro. “Hotel Transylvania” è stato il loro miglior film, sia a livello artistico sia proprio a livello di box office. Tartakovsky ha accettato soltanto la sfida di dirigerlo e spingere ancora oltre questi personaggi creando nuove situazioni, ambientazioni e interazioni, rischiando chiaramente di non riuscire a eguagliare il successo del primo.
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