Così come crescono i bambini, così crescono i loro personaggi preferiti. E questo processo di maturazione, già difficile da affrontare e superare al meglio nella realtà, è ugualmente complicato da ricreare in un lungometraggio d’animazione.
Tuttavia la Dreamworks Animation sembra aver superato al meglio questa sfida, regalandoci un bellissimo sequel oltre che un emozionante film come Dragon Trainer 2.
Ambientato 5 anni dopo la pace sancita fra Vichinghi e draghi, il lungometraggio diretto e sceneggiato da Dean Deblois (Lilo & Stitch, Mulan, Dragon Trainer) oltre che prodotto da Bonnie Arnold (Toy Story, Tarzan, La Gang del Bosco, Dragon Trainer) esordisce con un’accurata descrizione della mai tranquilla e pacifica cittadina di Berk, evolutasi e trasformatasi assieme ad i suoi abitanti. Il piccolo borgo sembra essere a tutti gli effetti un personaggio del film, che dopo esser stata distrutta è stata ricostruita in funzione della nuova vita che ha investito i suoi cittadini, ricca di draghi e… corse.
Gambadipesce, Moccicoso, Testabruta e Testaditufo sono sempre gli stessi, almeno caratterialmente, dato che a livello fisico possiamo riscontrare cambiamenti in grado di non rovinare il design originale dei vari personaggi. Astrid ed Hiccup, invece, sono decisamente cambiati. Il loro rapporto sentimentale è maturato, sanno come divertirsi e prendersi gioco l’uno dell’altro senza eccedere. Sono in grado di darsi una mano e sostenersi a vicenda. Riescono a rispettarsi come solo una solida e forte coppia riesce a fare. Chiaramente, fra i due, non può non esser preso in considerazione il dolce Sdentato. Ultimo della sua specie è senza alcun dubbio il migliore amico di Hiccup: leale, dolce e forte. Entrambi sono protagonisti di una sincronia come poche se ne vedono nel mondo dell’animazione. Una sincronia che verrà messa a dura prova dall’antagonista di questo film, Drago Bloodfist. Pazzo e terribile condottiero è più che deciso a minacciare e a conquistare il mondo con una pericolosissima armata di uomini e draghi, dominata grazie alla paura ed ad un elemento-chiave (che non vi rivelerò per non rovinarvi il finale) che lo metterà in stretto contrasto con Hiccup ed il suo Sdentato, contrasto accentuato da luci e luoghi.
Un ruolo fondamentale per superare la minaccia di Drago risulterà il ritrovamento da parte di Hiccup della madre, Valka. Se questa scoperta inizialmente sconvolgerà il ragazzo, poi sarà fonte di forza e sicurezza. Scomparsa quando il protagonista era solo un neonato, la donna ha vissuto per anni in un luogo incontaminato dal tempo e dall’uomo dove i suoi unici compagni erano draghi di ogni razza e natura. Mai Hiccup avrebbe sognato di ritrovare questa fondamentale figura e mai avrebbe immaginato che potesse essere così simile a lui. Il rapporto materno fra questi, grazie alla passioni ed agli atteggiamenti comuni, è in grado di crescere rapidamente ed in modo armonioso. E’ dunque questa la risposta che cercava da tempo, in grado di fargli capire chi è veramente.
Così come il ragazzo prende in modo positivo la novità, così il padre, Stoik, capo villaggio dei vichinghi di Berk che ha ormai imparato ad apprezzare il figlio ed esser fiero di lui, abbandona l’idea di forzarlo a prendere il suo posto quando anch’esso ritrova la moglie creduta ormai scomparsa. I due, insieme, formano da subito una coppia caratterizzata da un amore puro, rimasto intatto dopo anni. La scena di riunione fra questi è una delle più intense all’interno del film. Semplice visivamente ma allo stesso tempo complessa e ricca di emozioni.
Il lungometraggio si presenta nel complesso pieno di avvenimenti, oltre che di ironia ed epicità, il tutto ben mediato e senza mai esagerare. Si nota come questo secondo film abbia effettivamente al funzione di introdurci una nuova situazione e l’evoluzione dei vari personaggi, che permetteranno con estrema probabilità la realizzazione di un conclusivo ed indimenticabile terzo capitolo, già destinato ad uscire nelle sale il 2016. Per questo motivo, dunque, non è in grado di superare il primo film ma di eguagliarlo.
Questo è stato in grado di prendere temi già visti nel lungometraggio del 2010 e svilupparli nuovamente senza far annoiare lo spettatore, aggiungendone di nuovi come il rapporto madre-figlio. Il tutto è stato sicuramente ben diretto da Dean Deblois, ormai veterano dei film d’animazione, che riesce a mantenere il pubblico sempre vispo grazie ad una regia sapiente e scorrevole. L’ironia che troviamo è finalmente pura e riesce a non scadere mai nel volgare, sopratutto grazie alle spalle come Skaracchio, o i draghi dei vari cavalieri che ne sono maggiormente protagonisti. Interessanti sono i flash-back aggiunti.
L’animazione chiaramente gioca un ruolo fondamentale. Si vede un netto miglioramento in questa, anche se i personaggi rimangono legati ad un design curato da Simon Otto (Il Principe d’Egitto, La Strada per El Dorado, Simbad, Shark Tale, Giù per il Tubo, Bee Movie, Spirit) che non punta alla realtà dei volti, bensì a quella delle ambientazioni e dei dettagli, come le stoffe, il cuoio o le pelli, da sempre più semplici da realizzare. Elemento poco convincente è forse il ghiaccio, introdotto in questo film. Non è in grado di convincere del tutto, sopratutto se paragonato a quello realizzato da altri studi d’animazione o al lavoro svolto per i materiali precedentemente elencati. Possiamo dire che il nuovo software sviluppato, il così detto “Apollo“, ha svolto il suo ruolo, ma rimane soltanto un solido punto di partenza.
Ma la vera ed evidente novità di questa perla sono le luci, vere protagoniste di alcune scene-chiave, come potrete notare quando andrete a vedere il film, al cinema dal 16 Agosto.
Un vero peccato per la colonna sonora, ancora una volta scritta da John Powell (L’Era Glaciale, Kung Fu Panda, Bolt, Dragon Trainer, Rio), figura chiave degli studi, che non riesce ad esser incisiva bensì marginale, se non in momenti adrenalinici. Interessanti, invece, i tre brani che accompagnano il film e creano splendide scene ricche di sentimento.
Consigliata la visione del 3D, che grazie alle scene di volo dei draghi ed a colori sgargianti sapranno incantare lo spettatore e renderlo ancora più partecipe di questa consigliatissima avventura draghesca.
In conclusione, seppur Non posso che augurarvi un’ottima visione!