Qualche mese fa, l’uscita delle prime immagini dei protagonisti di Frozen – Il Regno di Ghiaccio sollevò un polverone tra appassionati Disney e non, soprattutto per la somiglianza tra Anna, la principessa protagonista, e Rapunzel (prima principessa in CGI, protagonista di Tangled, 2010).
Le immagini ufficiali dal film dovrebbero aver risolto ogni dubbio, ma se per voi questo:
è ancora troppo simile a questo:
…sappiate che c’è una spiegazione logica, che proveremo ad illustrare.
Per farlo dobbiamo però fare un passo indietro nella storia Disney, e quindi nella storia dell’animazione occidentale.
Animare una figura femminile realistica è molto difficile. Walt e il suo team di animatori dovettero fare diverse prove per riuscire ad ottenere un modello credibile. Vi ricordo infatti che il riferimento all’epoca era Betty Boop (che infatti servì come base per Biancaneve, basta guardare dei vecchi concept del personaggio), ma la Disney voleva un’eroina realistica sia nel character design che nelle movenze. Il primo tentativo fu Persefone nel cortometraggio The Goddess of Spring. Un passo avanti, certo, ma c’era ancora molto su cui lavorare.
Il salto di qualità si ebbe ovviamente con Biancaneve, nel 1937. Per rendere la figura realistica, Disney e i suoi si servirono di attori in carne ed ossa che potessero fare da riferimento per i movimenti e la recitazione dei personaggi. Nonostante fosse un enorme passo avanti, nemmeno il modello di Biancaneve era perfetto, e così la Disney continuò a sperimentare. Negli anni ’40 ad esempio si passò da questo:
per approdare infine a questo!
Le avete riconosciute tutte? Sono, ovviamente, Carolina da I Testoni e i Cuticagna in Musica, Maestro!, Sue da Pecos Bill ne Lo Scrigno delle Sette Perle, Katrina da Ichabod & Mr. Toad e infine Cenerentola.
Le somiglianze tra i vari personaggi sono palesi, così come l’evoluzione stilistica dalla prima all’ultima, che può essere considerata il punto di arrivo. Da Cenerentola in poi infatti inizia la sperimentazione vera e propria: le nuove eroine (Alice, Wendy, Aurora, Ailin, etc.) saranno tutte differenti tra di loro, fino ad arrivare ad Ariel, che porterà una nuova rivoluzione ad opera di Glen Keane.
Il motivo per il quale Rapunzel ed Anna si somigliano appare a questo punto molto chiaro.
Siamo abituati a vedere lungometraggi in CGI ormai da quasi 20 anni, ma pochi di essi ci hanno proposto un modello di figura femminile realistica. Con l’animazione computerizzata è più semplice lavorare con le figure geometriche: Merida della Pixar è un buon esempio per capire questo concetto. La Disney ha invece accettato la sfida e deciso di realizzare eroine ed eroi realistici anche in CGI, seguendo lo stesso processo utilizzato con l’animazione a mano. Come abbiamo visto, però, non è affatto facile.
Il primo tentativo, ne I Robinson, è buono ma ancora decisamente stilizzato. Non trovate che ci sia un accenno di Rapunzel in Franny?
Secondo tentativo, in Bolt. Meglio, ma c’è ancora della strada da fare!
La rivoluzione anche questa volta viene portata da Glen Keane e dalla sua Rapunzel. Si tratta di un personaggio che, senza ombra di dubbio, ha cambiato la CGI, dimostrando che si possono realizzare umani non stilizzati e non geometrici con movenze ed espressioni assolutamente reali, ma che allo stesso tempo mantengono un design e un appeal cartoonesco.
E’ un punto di arrivo? Sì e no. Di sicuro al momento è il personaggio di riferimento per quanto riguarda la CGI Disney, ma a giudicare dal Sergente Calhoun in Ralph Spaccatutto e alla stessa Anna in Frozen, la sperimentazione va avanti.