Se visto il recente calo di ascolti stavate tremando per un eventuale rinnovo di Agents of S.H.I.E.L.D. potete tornare a dormire sonni tranquilli.
ABC Television Studios ha infatti confermato che la fortunata serie prodotta dai Marvel Studios in loro collaborazione (entrambi proprietà della The Walt Disney Company, lo ricordiamo) tornerà ancora una volta ad arricchire il loro palinsesto televisivo.
Nonostante manchino ancora molti mesi alla trasmissione della sesta stagione sembra che ci sia molta fiducia verso ciò che vedremo.
Di seguito un possibile SPOILER per quanto proveniente da una nota ufficiale:
Nel comunicato diffuso, però, salta all’occhio l’assenza del personaggio di Clark Gregg, l’agente Phil Coulson, che non è stato citato e visti gli eventi della quinta stagione è possibile che dovremo narrativamente dirgli addio molto presto. Chissà, però, che non possa tornare come produttore.
La settima stagione, come la sesta, sarà composta da 13 episodi.
Vi ricordiamo che la serie ha anche come protagonisti Ming-Na Wen (Melinda May), Chloe Bennet (Daisy Johnson), Iain De Caestecker (Leo Fitz), Elizabeth Henstridge (Jemma Simmons), Henry Simmons (Alphonso “Mack” Mackenzie) e Natalia Cordova-Buckley (Elena “Yo-Yo” Rodriguez).
Che cosa ne pensate?
ABCTelevisionStudios
Grey’s Anatomy: rinnovati numerosi contratti per la tredicesima stagione!
Anche se Sara Raminez ha deciso di abbandonare (momentaneamente) lo show non tutto è perduto per Grey’s Anatomy. Sono molti, difatti, gli altri contratti da poco rinnovati.
Oltre all’immancabile Ellen Pompeo, nel cast principale troveremo nuovamente anche Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt, Justin Chambers come Alex Karev, Chandra Wilson per la mitica Miranda Bailey e James Pickens, Jr. ovvero Richard Webber.
Inoltre, confermata qualche tempo fa per più stagioni, avremo ancora Jessica Capshaw nelle vesti di Arizona Robbins.
Pronti per la nuova stagione del medical drama più seguito al mondo?
Dopo Agent Carter, cancellate anche Castle, Galavant, The Muppets e lo spin off di S.H.I.E.L.D.
Dopo l’annuncio del mancato rinnovo di “Agent Carter” per una terza stagione, la Abc ha ufficializzato altre cancellazioni. Molte erano praticamente certe, mentre altre hanno destato non poca sorpresa.
La prima è “Castle”, il procedural con Nathan Fillon che nelle ultime settimane aveva vissuto alcuni (a questo punto vani) tentativi di abbassare i costi di produzione per poter essere rinnovato per una nona stagione. A nulla è valso quindi l’abbandono di Stana Katic o la già avvenuta firma del contratto da parte di Fillon e altri membri del cast. Questo mese quindi assisteremo al series finale, fortunatamente preventivato dalla produzione che ha girato delle scene appositamente per questa eventualità.
Entriamo poi nel merito delle serie sulle quali il network aveva scommesso ma che si sono rilevate meno seguite e redditizie delle aspettative: parliamo di “Galavant”, che si ferma quindi con la seconda stagione, e “The Muppets”, interrotta dopo appena una tornata di episodi. Se per la prima le speranze di rinnovo erano basse da tempo, la seconda gode di un brand che effettivamente la Walt Disney Company sta cercando di sfruttare da molto tempo. Probabilmente l’inizio molto fiacco della serie ha creato disinteresse nel pubblico (dopo un’apertura con numeri sensazionali se rapportati al tipo di prodotto) e i miglioramenti apportati dal reboot creativo primaverile, sono arrivati troppo tardi (appena sei episodi per risollevare le sorti dello show). Dopo il flop cinematografico del film Muppets Most Wanted nel 2014, c’è a questo punto da chiedersi quale sarà il futuro dei Muppet in casa Disney.
Cancellate anche “Nashville”, dopo 5 anni di onorato servizio, e “The Familiy”, anche questa interrotta dopo appena una stagione.
Singolare è invece la storia di “Marvel’s Most Wanted”, lo spin off si “Agents of S.H.I.E.L.D.” che ha vissuto una genesi travagliata: ordinato il pilot la scorsa estate, per poi essere cancellata, salvo essere rimessa in produzione negli scorsi mesi con una forte (ma apparente?) determinazione dal network, e oggi finire nuovamente nel cestino. Esatto, malgrado l’uscita di scena dalla serie madre dei personaggi interpretati da Adrianne Palicki e Nick Blood, “Marvel’s Most Wanted” non verrà prodotta. La domanda che ora tormenta i fan è se i due carismatici e amatissimi personaggi riusciranno a ritrovare il loro spazio tra le fila della squadra di agenti dello S.H.I.E.L.D. .
Malgrado le giornate di festa che hanno ritardato l’uscita settimanale delle recensioni (a questo LINK trovate la recensione dei primi due episodi), su FOX continua la serie mockumentary “I Muppet”, meritevole, tra le varie cose, di aver riportato i pupazzi di Jim Henson in televisione e in Italia.
Gli episodi in questione, “Scambio Senza Ricambio” e “Stella Solitaria”, confermano un po’ i toni e le tendenze già mostrate nei primi due appuntamenti.
Il terzo episodio (finalmente) coinvolge Fozzie nella storyline principale e ci dà modo di esaminare un tema molto ricorrente nel mondo dei Muppet: la sua amicizia con Kermit.
Tutti gli appassionati sanno che gli sketch e le battute dell’orso non fanno ridere affatto, Statler e Waldorf hanno costruito una carriera su questo. E sappiamo anche che, malgrado lo consideri un membro fondamentale del cast, anche al ranocchio le gag dell’amico risultano spesso indigeste. Inedito è il confronto aperto e conflittuale trai due su questo argomento. Vediamo quindi un Kermit combattuto tra la sua filantropia e la risolutezza e praticità che mette in campo sul lavoro ogni qual volta si trova a dirigere uno show televisivo. In altre parole uno scontro di priorità: amicizia o professionalità?
Simili contraddittorietà caratterizzano sempre la figura di Kermit, per il suo essere universalmente riconosciuto come punto di riferimento della compagnia, ma sono solitamente occultate da un palese prevalere del lato umano e benevolo. Esplorare quindi in modo così diretto queste fragilità è un’operazione parecchio interessante e che riesce a delineare ancora di più il ranocchio come un personaggio davvero straordinario e un modello per chiunque si trovi a essere leader di un gruppo.
Contestualmente vediamo Fozzie, l’amico leale e molto ingenuo, ma allo stesso tempo genuinamente ambizioso. È in fondo un bimbo che va guidato e accompagnato per mano nella vita lavorativa così come in quella personale, ma infastidito da questa sua necessità e alla ricerca di indipendenza. Sta sempre a Kermit, per il quale prova un affetto di grandi proporzioni e sincero, spingerlo a ragionare e tornare sui suoi passi quando necessario. Ed è quanto accade anche in questo episodio, in una sorta di inseguimento durante il quale vediamo i due Muppet misurarsi ancora una volta con la difficoltà di interagire alla pari con il mondo umano avendo le fattezze di comuni animali.
Fozzie, momentaneamente sostituito (in modo fin troppo fedele per alcuni versi) da un “orsesco” Nick Offerman, chiarirà la questione con l’amico verde e tornerà ad essere l’entertainer dell’Up Late with Miss Piggy: vince ancora una volta (come è giusto che sia) l’amicizia.
Molto marginale la competizione ingaggiata da Miss Piggy contro Christina Applegate, colpevole di aver mostrato in diretta un filmato imbarazzante in cui la maialina finisce per schiantare letteralmente il proprio muso contro una torta. C’è troppo poco tempo per provare a schierarsi dalla parte di Piggy, ancora una volta rappresentata come il tipico stereotipo della diva irritante che costringe i suoi sottoposti a esporsi per accontentare insensati capricci.
La terza storia riguardante Gonzo, Rizzo, Pepe e Liam Hemsworth lascia invece i fan più esperti un po’ spiazzati: iscrittosi a un sito di incontri online, Gonzo ha conosciuto Debby con la quale ha deciso di incontrarsi; tuttavia ha caricato come immagine del profilo una foto di Liam per “farla innamorare della sua personalità e [una volta incontrata] ridere insieme per aver caricato quella foto”; quando chiederà all’attore di presentarsi all’appuntamento e aprirgli la strada, il ragazzo se ne approfitterà lasciando il povero Gonzo a bocca asciutta. La domanda è: perché Gonzo è su un sito di incontri e cerca una partner? Che fine ha fatto Camilla?
L’episodio “Stella Solitaria” racchiude, almeno fino ad un minuto prima della fine, un perfetto equilibrio tra le situazioni messe in campo per dare risalto al genere del mockumentary e i caratteri tipici dei Muppet, tra originalità e coerenza con “il vecchio”. La storyline principale riguarda l’abituale ritrovo dopo la trasmissione di tutto lo staff al bar dove lavora Rowlf (perfetto in questo ruolo inedito fino a questi due episodi. Lo stereotipo del barman-consigliere è perfettamente in linea con il suo abituale modo di comportarsi) senza il Capo, vale a dire in assenza di Kermit e Piggy. Quest’ultima venendo a conoscenza di tali incontri, si comporta finalmente non più come una diva stereotipata, ma da vera Miss Piggy (che riteniamo sia un particolare modo di essere diva): esige di essere invitata soltanto per poter rifiutare l’invito. Almeno questo è il pretesto che usa per spingere Kermit a convincere Pepe e gli altri affinché le chiedano di partecipare alle loro feste. È lo stesso ranocchio ad ammettere, subendo non poco fascino dalla cosa, quanto Piggy sia brava a manipolare. Dunque la maialina accetta di prendere parte all’incontro spinta, a detta dell’ex fidanzato, da un tremendo bisogno di sentirsi amata (una esasperazione della vanità dovuta alla rottura?). La serata, che vanta anche la compagnia di Ed Helmes, è molto piacevole e tutti, se in un primo momento erano perplessi per la presenza della conduttrice al loro rendez-vous, solitamente occasione per criticarla e prenderla in giro (memorabile l’imitazione di Beaker!), sono entusiasti e auspicano che possa ripetersi qualcosa del genere. Durante la sessione di karaoke troviamo i momenti di varietà più belli visti finora nella serie, grazie ad improbabili esibizioni ricche di quel magico umorismo parodistico che era l’anima del Muppet Show. I problemi sorgono nel momento in cui la nostra Piggy si fa prendere la mano e concede a tutti di far tardi e presentari l’indomani a lavoro 5 ore dopo l’orario prestabilito. Quando Kermit apprende tutto ciò ne resta infastidito ed ecco la sua vena pratica e finalizzata al bene dello show prendere il sopravvento. Qui avviene il cambio di rotta che ci riporta sui binari della routine dopo la picevole parentesi: il manipolato manipola la manipolatrice adulandola e convincendola di essere troppo speciale per concedersi alle uscite con la troupe. Il piano riesce… “con una tale maestra! Piggy è proprio la migliore!” è il commento di Kermit in proposito, anche in questo caso estremamente affascinato.
Fozzie torna a far parte della storyline secondaria: ha ferito Statler inavvertitamente durante lo show e si sente terribilmente in colpa. Oltre al ritorno dei due “old guys from the balcony” come catalizzatori di attenzione durante le mediocri performance dell’orso, vediamo un avvicinamento molto emozionante tra il poco riuscito cabarettista e il vecchietto ferito. L’inizio di un rapporto più profondo, oltre i soliti ruoli prestabiliti, che però si rivela un’ennesima burla confezionata dai due arzilli bontemponi e della quale, come al solito, Fozzie resta vittima.
Menzione speciale alla terza storia che si presenta in realtà come una sottotrama della prima: l’interesse di Sam l’Aquila per Janice. Si tratta di qualcosa di sensazionale. Chi conosce i Muppet sa che è veramente difficile trovare due caratteri più diversi: un patriota americano terribilmente puritano, contro una hippie che in una caotica scena di Giallo in Casa Muppet fu colta mentre diceva “…perciò se voglio vivere sulla spiaggia e andare in giro nuda…” interrompendosi per l’imbarazzo. Tuttavia non sembra affatto qualcosa fuori contesto, al contrario, chi scrive la trova molto coerente con un aspetto soltanto accennato in precedenza della personalità dell’aquila. In I Muppets venuti dallo Spazio, durante l’esibizione della famiglia di Gonzo in Celebration, vediamo palesemente il nostro Sam passare dal guardare stupito e scandalizzato una ragazza seguace di credi New Age mentre balla con la pancia scoperta, all’unirsi alle danze appena qualche istante dopo. Ancora, potremmo citare il più recente video nel quale il patriota si esibisce in una sorta di cover di Jungle Boogie dando sfogo, seppur soltanto in sogno, a un lato di lui molto estroverso. Insomma, è forse l’invenzione più azzeccata vista finora e speriamo di poter vedere ulteriori risvolti di questa love story a senso unico.
Quanto visto finora ci dà l’impressione di una serie intermittente, con spunti interessantissimi e da coltivare, che coesistono con momenti (per lo più dedicati al rapporto Piggy-Kermit e a Fozzie) che lasciano molte perplessità allo spettatore alla ricerca una componente emotiva e morale più profonda che i Muppet hanno sempre dimostrato di saper accostare con successo alla loro solita leggerezza.
Uno sguardo al passato e uno al presente, come quando finito il trasloco ci si trova circondati da mura nuove ma allo stesso tempo con quei mobili che ci accompagnano da una vita e ai quali ci siamo affezionati. È un po’ questo il meccanismo della nuova serie televisiva “I Muppet”, prodotta dalla Abc e arrivata Sabato scorso in Italia sul canale FOX.
Un mockumentary, quindi, analogamente allo storico Muppet Show, ci si muove nuovamente nel genere della parodia. Siamo però in un orizzonte diverso rispetto a quello degli spettacoli di varietà, che sono, almeno per quanto riguarda i palinsesti statunitensi, sempre più rari. Potremmo azzardare a dire che se negli anni ’70 un singolo episodio si divideva in modo piuttosto equo tra palco e backstage, qui ci si concentra quasi totalmente sul secondo.
La grande campagna di marketing estiva (la serie ha debuttato sulla ABC a Settembre) è stata tutta incentrata sulla fine della relazione tra Kermit e Miss Piggy, una vicenda messa in piedi con una tale efficacia nell’uso di mezzi come i social network e allo stesso tempo delle apparizioni pubbliche dei due personaggi, da aver suggestionato e appassionato una gran parte di pubblico e, in qualche, da averci fatto dimenticare che si stesse parlando di pupazzi e non di persone reali. È esattamente questo un altro tratto della serie: i personaggi sono pienamente integrati nel mondo umano, ne fanno parte in qualche modo.
Anche la sigla ha in sé una componente classica e una nuova: si tratta di una sequenza frenetica nel backstage, davanti alla zona del buffet. Tutti si avvicendano attorno al tavolo e il nostro Kermit, che vorrebbe soltanto bere qualcosa, deve barcamenarsi tra le esigenze di tutti trovandosi alla fine a bocca asciutta. Il tutto è accompagnato da un nuovo e fresco arrangiamento delle classiche note del tema del Muppet Show, e si conclude con un “sarà ora di cominciare” detto dal ranocchio, che rievoca il “dai forza cominciamo” con quale la storica sigla si avviava alla conclusione (in inglese si tratta proprio della stessa espresione “Time to get things started”).
Veniamo alla trama. I Muppet stanno lavorando a un nuovo programma, un talk show Up Late with Miss Piggy. La maialina ne è chiaramente la conduttrice, Kermit fa da produttore (già visto in tale ruolo durante il Muppets Tonight), Fozzie è l’entertainer dello show, la band suona dal vivo in diretta, Sam l’Aquila pone le problematiche sollevate dal comitato etico… Insomma ognuno trova il proprio posto coerentemente al proprio carattere e ricopre un ruolo simile a quello che aveva produzioni passate (tranne poche eccezioni). Ed è proprio con una riunione di tutto lo staff che si apre il primo episodio. Battute e situazioni tipiche (allusioni sul peso di Piggy, il Dottor Bunsen che “tortura” Beaker non curante del fatto che il proprio assistente possa farsi del male) con l’aggiunta dell’elemento del dietro le quinte documentato: è lo stesso Kermit che chiede ai suoi di essere più disponibili per le interviste one to one davanti alla telecamera. Ed ecco immediatamente inserita una gag in relazione a questa “nuova dimensione” con protagonista Gonzo.
L’atmosfera diventa subito più familiare quando ci spostiamo in sala, dove ritroviamo quella componente di varietà, che, come detto, c’è anche se per poca parte dell’episodio. Non deve sorprenderci quindi ritrovare un’altra tipica situazione: Fozzie che intrattiene il pubblico con le sue mediocri barzellette, mentre in platea vi sono gli iconici vecchi Statler e Waldorf pronti a deriderlo (senza che diventino però il vero centro dello spettacolo come accadeva nel Muppet Show).
Eccoci quindi focalizzati su Kermit e Piggy e sul loro rapporto di ex fidanzati ma contestualmente di collaboratori. La caratterizzazione di Piggy come una diva capricciosa, componente senz’altro presente anche nel passato, è qui portata all’estremo. Probabilmente Prady e Kushell, i creatori della serie, vogliono che sia percepita anche da noi al netto di quelle “attenuanti” che scaturivano dalla liaison romantica con il ranocchio. Adesso “è solo una pazza”. La contesa, apparentemente irrisolvibile, è sulla presenza di Elizabeth Banks come ospite del talk show. Vediamo come anche la formula della celebrità ospite della puntata sia mantenuta e anzi moltiplicata, portandoci a incontrare più di un ospite speciale per episodio (Scooter chiama Tom Bergeron, conduttore di “Ballando con le Stelle” per sostituire la Banks). Anche la sessione di scrittura e ideazione degli autori, nel nostro caso Gonzo, Rizzo e Pepe, richiama molto il tratto parodistico del Muppet Show, che, purtroppo, l’adattamento italiano non riesce a riportare in modo efficace: “Ballando con le Stelle” che diventa“Ballando con gli Czar”, a dispetto degli originali “Dancing with Stars” e “Dancing with Czars”, gioco di parole, con conseguenti risvolti tipicamente muppetteschi.
Fa la sua comparsa anche Denise, un’altra maialina, con la quale Kermit sta adesso frequentandosi. Lei, insieme alla storyline di Fozzie, è la prova più evidente del contesto di integrazione nel mondo reale e con gli esseri umani in cui i nostri pupazzi in gommapiuma si muovono. È una responsabile del marketing dell’emittente, lavora lì come se la cosa fosse perfettamente normale. Anche l’incontro con il ranocchio è avvenuto in un contesto che prescinde dallo show in sé e dall’universo dei Muppet.
Cercando di capire l’astio che Piggy prova nei confronti della Banks, Denise mostra a Kermit uno screen test che l’ex fidanzata del ranocchio aveva sostenuto per entrare nel cast di “Hunger Games”, proprio con Elizabeth Banks a supporto e che si era tradotto in una figuraccia. Reputando il capriccio davvero insensato, Kermit decide di non assecondare l’istanza di Piggy. Parte quindi un piano affinché la maialina venga a sapere soltanto mentre è già in diretta della presenza della Banks nel cast, piano che salta malgrado i tentativi di Scooter di tenere nascosta l’attrice. Finalmente il faccia a faccia trai due ex fa capire la reale motivazione del capriccio, tutt’altro che futile: la fine della loro relazione è avvenuta proprio davanti al cinema dove sarebbero andati a vedere il film “Pitch Perfect 2”, pellicola in cui Elizabeth Banks è trai personaggi principali. Qui vediamo quel lato profondo dei Muppet, che abbiamo imparato ad apprezzare soprattutto nei lungometraggi, quei momenti in cui sono i sentimenti a farla da padroni. E da questo piccolo flashback inizia a farsi strada il pensiero che forse l’eccessiva rigidità di Piggy non sia altro che una reazione all’estrema sofferenza scatenata dalla decisione di Kermit di lasciarsi. Lo stesso ranocchio, mai stato infallibile, in questa situazione si trova ad essere un “insensibile rospo”, colpevole di aver dimenticato qualcosa di così importante e di aver causato tanta sofferenza alla povera maialina. È difficile lavorare insieme, certo, ma alla fine i due sembrano raggiungere un equilibrio, decidendo di essere sempre sinceri l’uno con l’altro. Tipicamente Muppet anche la compresenza di un tratto tragicomico in questi momenti in qualche modo profondi.
Parallelamente abbiamo Fozzie, fidanzato con una ragazza (una ragazza umana, non un pupazzo) e la sua difficoltà nel rapportarsi ai genitori, incerti sulla natura della relazione. Quasi uno scontro razziale giocato tutto su stereotipi e che il nostro orso tenta invano di risolvere seducendo i due futuri suoceri con il mondo della celebrità, portandoli in studio per conoscere Piggy e fare un tour dietro le quinte. Non convince tantissimo in verità questa dinamica, che, tuttavia, ci aspettiamo di trovare anche più avanti nel corso della stagione.
Il secondo episodio “Partner Ingombrante” si apre con un codice rosso. Piggy è in preda a una tremenda crisi isterica, se la prende per ogni cosa e tutti sono in fuga. Tutto scaturisce dalla mancanza di un partner per i prossimi People’s Choice Awards. La troupe è quindi alla ricerca di un ospite col quale possa scattare la scintilla durante lo show e la scelta cade sul tenore Josh Groban (sensazionale l’esibizione con Piggy durante Up Late con Miss Piggy). Il piano ha successo, Piggy è molto più gentile con tutti e anche è Kermit fiero dell’idea che ha avuto: “per la prima volta siamo in codice verde!”. I problemi sorgono quando Groban inizia a interferire con la produzione dello show cercando, di fatto, di alzarne il target intellettuale a svantaggio della componente di varietà (The Electric Mayhem una band acustica?). Lo show diventa orrendo e tocca scegliere: Piggy rilassata e buona con tutti o un buono show? Groban dentro o fuori? La loro vecchia Piggy o la nuova?
Kermit si impone e decide di liberarsi del tenore, impresa tutt’altro che facile. Ma il ranocchio conosce Piggy e sa che facendo leva sul suo egocentrismo, esaltando pubblicamente la sua necessità di consulenze/dipendenza da Groban, la maialina si sentirà in dovere di sbarazzarsi del tenore per non dover condividere la propria ribalta e per mostrarsi ancora una volta come una donna indipendente. Piggy quindi molla Groban e tutto torna come prima. Non convince in realtà la storyline parallela di Fozzie in compagnia dell’icona della comicità in televisione Jay Leno: un confronto di un grande fan con un suo idolo che finisce per farsi sopraffare dall’entusiasmo rovinando il rapporto amicale e professionale che si stava creando. Divertente invece il siparietto tipicamente americano sulla vendita delle scatole di biscotti, un modo carino anche per far comparire il Newsman, personaggio molto presente nel Muppet Show col suo assurdo “Notiziario dei Muppet”.
Di fatto il carattere autoconclusivo di queste storie, per quanto anacronistico in un’epoca fatta di serial che assomigliano sempre più a lunghissimimetraggi (pensiamo alle serie Marvel su Netflix), è assolutamente in linea con le vicende ambientate nel backstage del Muppet Show, completamente slegate tra loro, ma non per questo poco apprezzabili.
Da recriminare probabilmente i numeri musicali centellinati e soprattutto non sempre Muppet: l’esibizione degli Imagine Dragons alla fine del primo episodio si distacca molto da quella di Piggy e Groban nel secondo. La prima assomiglia più a un’apparizione promozionale della band che non può essere troppo invasa dei padroni di casa, relegati solo a fare da sfondo e supporto; mentre nella seconda troviamo quell’atmosfera tipica delle performance dei pupazzi creati da Jim Henson nella quale la star si prende poco sul serio e l’interazione grottesca con ranocchi, orsi o maiali crea uno scenario parodistico molto gradevole e assolutamente coerente con i personaggi e le loro esibizioni di ogni tempo.
Mentre in Italia, su SKY, sta per debuttare la prima serie televisiva della Marvel Entertainment dal nome Agents of S.H.I.E.L.D, la Disney Company non perde tempo firmando un accordo con lo stato di New York per girare nella città altre cinque serie.
Di queste, le prime quattro saranno composte da tredici episodi l’una ed incentrate sui seguenti supereroi da cui prenderanno il nome: Iron Fist, Jessica Jones, Luke Cage e DareDevil.
Per quest’ultimo in particolare, di cui i diritti cinematografici sono stati riottenuti dai Marvel Studios da poco tempo, l’inizio delle riprese è stato stabilito per quest’estate. Sarà dunque la prima serie ad esser mandata in onda sul canale televisivo in streaming Netflix, con cui la major statunitense ha firmato un contratto per la distribuzione.
Per quanto riguarda l’ultima, sarà una mini-serie composta da soli otto episodi, che con i precedenti arriveranno ad un totale di sessanta puntate. Questa sarà ispirata al fumetto da cui prenderà il nome: The Defenders. Non si sa ancora nulla per quanto riguardano gli eventuali cast, se non che produrranno più di 3.000 posti lavorativi. Ogni episodio durerà sessanta minuti. Ovviamente saranno prodotte sia dalla Marvel Television, sia dagli ABC Television Studios.
Vi aggiorneremo presto con eventuali news!