Non Sposate Le Mie Figlie, la commedia francese campione d’incassi e diretta da da Philippe De Chauveron, sarà nelle nostre sale dal prossimo 5 Febbraio grazie alla 01 Distribution. Ecco, in anteprima, cosa ne pensiamo!
Tutti, nel bene o nel male, conosciamo e siamo in grado di distinguere i lungometraggi prodotti in Francia, unici nel loro genere. E per questa loro unicità non sempre sono prodotti esportabili fuori regione come quelli americani, ad esempio. Fra i rari casi possiamo ricordare Quasi Amici o Giù al Nord che, in particolare quest’ultimo, è stato in grado d’ispirare famose commedie italiane. Tuttavia “Que’est-ce on a fait au Bon Dieu?”, così in lingua originale, è riuscita a conquistare i cuori dei cittadini europei (ed il portafoglio guadagnando 80 milioni in madrepatria e 130 milioni in Europa).
Questo è stato sicuramente possibile grazie al soggetto del film, sempre attuale.
Difatti… cosa fareste se le vostre uniche ed apparentemente perfette quattro figlie decidessero di spostare quattro uomini che non rispecchiano minimamente i vostri canoni di cognati preferiti? E se fossero di un’altra religione? O persino di un’altra etnia e continente? Ecco a voi la trama di Non Sposate Le Mie Figlie.
Quello che è il punto di forza di questa brillante commedia, poteva risultare allo stesso il proprio punto di maggior debolezza. Innumerevoli infatti, da decenni e decenni, sono le commedie che giocano su matrimoni e diversità. Eppure, grazie ad un interessante sviluppo della storia che non risulta troppo banale, il film potrebbe risultare degno di nota e diversificarsi da simili esempio di cinema. Ecco spiegato anche il successo al botteghino di questa commedia. Peccato, però, per la regia più televisiva che da grande schermo. Gli attori, bravi presi in solitario, non riescono tuttavia ad esser credibili l’uno vicino all’altro. Il problema maggiore è dato da quattro sorelle estremamente diverse non solo caratterialmente (che per una commedia come questa è determinante e fonte di battute) quando fisicamente. E considerando che il film si basa sulla famiglia è inevitabile non notarlo. Sicuramente, poi, il doppiaggio italiano non aiuta rendendo un tantino faticosa la visione, mangiando qualche parola per far combaciare l’adattamento.
State pur certi, nonostante questi problemi, che il divertimento sarà assicurato. Giocando sulle già citate diversità e su luoghi comuni religiosi (attualissimo in Francia, “Je Suis Charlie” vi dice nulla?) avrete satiriche battute ed allegri ed in alcune occasioni anche inaspettati siparietti conditi da tanta sana retorica che vi porterà ad un finale scontato ma davvero piacevole.
Vi aspettiamo in sala!