Continua la lavorazione del live action Disney ispirato al classico Pinocchio, annunciato per la prima volta nel 2015.
Lo scorso novembre, Sam Mendes ha annunciato di volersi ritirare dalla regia del progetto. The Hollywood Reporter scrive ora che la Disney ha trovato un nuovo regista per il suo Pinocchio: si tratta di Paul King, che di recente ha diretto i due film della saga dell’orsetto Paddington.
I film di Paddington hanno conquistato sia il pubblico che la critica, con il secondo capitolo che detiene ancora l’incredibile risultato del 100% di recensioni positive su Rotten Tomatoes. Di recente, King ha firmato anche con la Warner Bros per dirigere Willy Wonka, una sorta di prequel di Charlie e la fabbrica di cioccolato.
Il live action di Pinocchio, ispirato al classico e basato liberamente sul romanzo di Collodi, sarà prodotto da Chris Weitz e Andrew Miano, mentre Jack Thorne (Wonder) scriverà la sceneggiatura.
Non è stata ancora annunciata la data d’uscita del film.
Regia
Non c’è voluto molto tempo alla Lucasfilm per trovare un sostituto per la regia di Star Wars IX, dopo l’addio di Colin Trevorrow qualche giorno fa.
E il prescelto è un nome che i fan di Star Wars conoscono già. Sarà infatti J.J. Abrams a concludere la nuova trilogia, dopo averla iniziata con Star Wars – Il Risveglio della Forza. Abrams si occuperà anche della sceneggiatura, che co-scriverà insieme a Chris Terrio.
“Con Il Risveglio della Forza, J.J. ha realizzato tutto ciò che abbiamo sempre desiderato; per questo sono entusiasta del suo ritorno per concludere questa trilogia”, ha dichiarato la Presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy in un comunicato ufficiale.

Attraverso un comunicato ufficiale pubblicato sul sito di Star Wars, la Lucasfilm ha appena annunciato che Colin Trevorrow ha lasciato la regia di Episodio IX.
La decisione è stata presa in accordo da entrambe le parti, come recita il comunicato: Lucasfilm e Colin Trevorrow hanno deciso in accordo di non collaborare più per il film Star Wars: Episodio IX. Colin è stato un fantastico collaboratore per tutto il processo di pre-produzione, ma siamo giunti alla conclusione che le nostre visioni per il progetto differiscono troppo. Auguriamo a Colin tutto il meglio e diffonderemo maggiori informazioni sul film al più presto.
Si tratta della terza sostituzione di questo tipo per un film di Star Wars: accadde per Rogue One ed è accaduto di recente con Phil Lord e Chris Miller per lo spin-off dedicato ad Han Solo in uscita l’anno prossimo.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della vicenda e sul nome del nuovo regista che sarà annunciato presto.
Quentin Tarantino è tornato.
Distribuito dalla 01 Distribution, Rai Cinema e Sergio Leone Group, The Hateful Eight approderà in Italia il prossimo 4 Febbraio in più di 600 sale.
L’abbiamo recensito per voi in anteprima.
Con evidenti riferimenti a Le Iene, l’ottavo film del regista statunitense, spaziando fra più generi cinematografici, dal Western al Thriller, dal Giallo persino all’Horror, ci fa tornare alle origini della sua carriera trasudando la voglia di fare cinema per il cinema.
Una storia fatta di divisioni temporali, stilistiche e spesso opposte, a partire dalla lotta che vedrà protagonisti, per caso e fra numerosi colpi di scena, quattro nordisti e altrettanti sudisti con non pochi doppi fini.
Ma la forza di questa pellicola (e mai termine fu più appropriato) si trova in altri aspetti.
Difatti, la scelta di non girare The Hateful Eight in digitale, bensì in 70MM, non risulta essere vincente solo per l’effetto nostalgia che essa può provocare. Realizzare un film con questo costoso e efficace formato permette all’autore non tanto di vincere con le lente riprese dei paesaggi innevati che accompagneranno le prime sequenze della pellicola, quanto di conquistare il pubblico rendendolo regista della storia.
In che modo? Attraverso grandi inquadrature, giochi focali e luci mai casuali (rischiando anche di non esser così naturali come ci si potrebbe aspettare, bensì sceniche, quasi teatrali) uniti alla suddivisione in capitoli della storia, che aiuteranno lo spettatore a calarsi nell’ambiente e nella condizione di prigionia che i personaggi del film dovranno sopportare per tutta la durata della pellicola, scegliendo soli cosa guardare o cosa ignorare sullo schermo.
Inoltre non è casuale il passaggio dal primo al secondo tempo, che non coincide solo con il passaggio dal giorno alla notte bensì anche dall’attesa all’arrivo della tempesta che ha costretto otto perfetti sconosciuti a condividere fra sospetti, inganni e pistole la stessa locanda per una notte intera. Ma coincide anche con la trasformazione della prima parte del film, prettamente descrittiva e d’introduzione, che con estrema calma ci presenta al meglio ogni singolo protagonista, alla seconda e attesa forse più attesa, ricca d’azione, che una volta iniziata continuerà con un crescendo che non terminerà senza sangue e lotta.
Complici della riuscita di The Hateful Eight, poi, un grandioso manipolo di attori, più che professionisti, in grado di calarsi e trasformarsi in modo consono e credibile nei personaggi inventati dall’autore, spesso più finti di quanto non sembri.
Fra tutti spicca in modo quasi prevedibile Samuel L. Jackson, Kurt Russell e Tim Roth, e in modo sorprendente, forse, l’unica donna del cast, Jennifer Jason Leigh, che riesce a tenere testa e conquistare con il suo sguardo magnetico e la sua tenacia il pubblico.
Al tutto, la spinta decisiva viene data dalla meravigliosa colonna sonora scritta dal maestro Ennio Morricone, una sorta di narratore, di nono protagonista. Giocando su alti e bassi, fra fagotti, archi e piatti, risulterà originale e indimenticabile mostrandoci ancora una volta l’indescrivibile talento del nostro compositore.
https://www.youtube.com/watch?v=5nGNhdCPmqI
The Hateful Eight non porta con sè il solo ritorno di Quentin Tarantino, con un formidabile cast, bensì la voglia di fare cinema per intrattenere, nella sua forma più pura e storicamente amata, spinto dalla sola voglia di colpire il pubblico, farlo pensare, ragionare, incuriosire e stupire. Sarebbe da folli perdersi una simile occasione in sala.
Annunciato lo scorso Maggio, torniamo a parlarvi del primo (dei tre) spin-off di Star Wars, prodotto dai LucasFilm Studios: Rogue One.
Dopo la conferma in un ruolo primario di Felicity Jones, Diego Luna va a unirsi al cast che comprendeva già i nomi di Riz Ahmed e Ben Mendelsohn (che dovrebbe interpretare l’antagonista del film).
Il lungometraggio uscirà a Dicembre 2016 sarà diretto da Gareth Edwards. Sarà scritto da Chris Weitz e Gary Whitta su un’idea di John Knoll. Simon Emanuel, Jason McGatlin, Kathleen Kennedy, Tony To saranno i produttori della pellicola. La colonna sonora è stata affidata ad Alexandre Desplat. Questa, la mini-sinossi: “Un’isolata banda di combattenti della resistenza è intenzionata a rubare i piani della Morte Nera per portare una Nuova Speranza alla galassia.“
È sempre rischioso, per quanto comune nell’industria del cinema, fare sequel.
C’è la garanzia di un incasso minimo certo in quanto il pubblico già conosce i personaggi della pellicola ma non esiste alcuna certezza che quest’ultima, a livello di critica, sia ben accetta. Figuriamoci, poi, se il nuovo capitolo di una qualsiasi saga venga proposto 20 anni dopo l’uscita nelle sale dell’originale e se stiamo parlando del sequel di un film cult come Scemo E Più Scemo.
Eppure i fratelli Peter e Bobby Farrelly ci sono riusciti.
Come il film del 1994, non possiamo e non dobbiamo aspettarci una sceneggiatura con grandi pretese che punti su temi innovativi o mai visti prima sul grande schermo. Bensì un concentrato puro di irriverenza, comicità ed ilarità che con una storia non del tutto ordinaria in perfetto stile “Harry&Floyd” che riesce a reggere senza problemi le quasi due ore di durata grazie ad una sapiente regia dei fratelli Farrelly, che si sono chiaramente occupati sia di questa che della sceneggiatura. Per quest’ultima, aiutati da Sean Anders, John Morris, Bennett Yellin e Mike Cerrone. La storia, infatti, procede in modo lineare seppur ricca di colpi di scena che non permettono mai un calo dell’attenzione dello spettatore, fra una battuta e l’altra, rendendo il film una piacevole esperienza. I collegamenti con la prima pellicola, inoltre, rendono ancor più gustosa questa visione. Geniale l’uso di quello che poteva esser uno svantaggio, ovvero della distanza temporale (che poteva esser riscontrata nell’aspetto fisico dei personaggi) che diventa quasi un punto di forza del film.
Seppur con un cast ampliato da nuovi ingressi provenienti soprattutto dal mondo delle serie televisive come quello di Kathleen Turner, Laurie Holden, Steve Tom, Rob Riggle e Rachel Melvin (in particolare quest’ultima, che riesce a spiccare fra tutti) la potenza effettiva del film è data dalle prorompenti interpretazioni di Jim Carrey e Jeff Daniels che come avvenuto 20 anni fa sono in grado di potare avanti da soli il film. Non sembrano quasi mai usciti dai panni dei due uomini così immaturi e paradossalmente geniali. L’espressività e le movenze che riescono ad adoperare sono da veri veterani della commedia, per così dire demenziale.
Particolare la frizzante colonna sonora, curata al loro esordio da compositori di musiche per film, dal duo australiano Empire of the Sun.
PS. Siete ufficialmente sfidati a cercare il cameo di Bill Murray!
Per concludere, un sequel riuscitissimo, coerente con il primo capitolo, che ci fa già pesare la possibile attesa di 20 anni per un terzo lungometraggio. Posso solo darvi appuntamento al… 2034 (ed al cinema, ovviamente)!
Il film, prodotto dalla Universal Pictures, verrà distribuito in Italia dalla 01 Distribution il prossimo 3 Dicembre.