Poche presentazioni per Disney e Pixar quest’anno al San Diego Comic-Con. Ad agosto la Casa del Topo avrà infatti la sua personalissima convention, il D23 Expo, dove mostrerà gustose anteprime esclusive per i film attesi nei prossimi anni.
Tra gli eventi che la major si è ritagliata in quel di San Diego troviamo il panel di Sanjay’s Super Team, cortometraggio Pixar che accompagnerà al cinema Il Viaggio di Arlo (The Good Dinosaur) a novembre. A introdurre l’opera nientemeno che il regista Sanjay Patel in persona, insieme alla produttrice Nicole Grindle.
Il regista ha brevemente spiegato la genesi del cortometraggio, descritto come “molto personale”. Lo spunto è infatti autobiografico: il piccolo Sanjay del titolo è nato in una famiglia indiana molto religiosa, in seguito emigrata in America. Il bimbo non è interessato alla fede o alle tradizioni del suo paese d’origine e preferisce giocare con i supereroi americani. Cambierà idea grazie all’intervento di tre dei (Hanuman, Vishnu e Durga) che gli dimostreranno come anche i riti di famiglia possono essere affascinanti, facendolo riavvicinare al padre.
Fin dalle prime scene del film si capisce come Sanjay’s Super Team sia una storia molto intima e personale. “Io e mio padre adoravamo divinità diverse. Le mie stavano in TV, le sue sull’altare”, ha spiegato Patel. Ecco perché il corto inizia con un’immagine simbolica: il bambino e il suo papà si trovano alle parti opposte della stessa stanza, non si guardano e non si parlano perché ognuno è impegnato con i propri “riti” preferiti. Sanjay gioca con il pupazzetto di un supereroe, mentre il padre prega.
La nascita del cortometraggio non è stata lineare. Infatti, il primissimo soggetto che Patel presentò a John Lasseter qualche anno fa era decisamente diverso. Il titolo era Thief e il bambino protagonista era stato pensato come un ladruncolo che rubava i soldi delle offerte nei luoghi di culto. Per punizione, gli dei lo avrebbero trasformato in una creatura divina per fargli comprendere meglio le tradizioni Hindu. Alla fine il piccolo, pentito, avrebbe restituito i soldi rubati e ne avrebbe aggiunti di suoi. Questo spunto non lasciò completamente soddisfatto Lasseter, che invece rimase affascinato dalla storia personale del regista e dal suo rapporto di amore e scontro con il padre. Gli chiese quindi di abbandonare Thief e di concentrarsi su questo racconto autobiografico.
“Rifiutavo la cultura dei miei genitori. Volevo essere americano.” ha detto ancora il regista. Solo in età adulta ha iniziato a vedere la loro fede con occhi diversi, riavvicinandosi alle sue origini e diventandone fiero. Sanjay’s Super Team è il suo tributo alla tradizione che per molto tempo ha respinto. E sembra essere piaciuto anche ai genitori: a fine panel, Patel ha mostrato commosso una clip di suo padre in lacrime mentre guarda il corto negli studi Pixar.