Proseguono gli incontri legati alle novità Disney/Panini a Lucca Comics & Games 2016. Nella giornata del 29 ottobre è toccato a Topolino e la spada di ghiacciolo, showcase a cui hanno preso parte Silvia Ziche, Simone Albrigi (conosciuto ai più con il nome di Sio) e Tito Faraci. Se il titolo dell’incontro non vi suona nuovo, ci avete letto giusto: Topolino e la spada di ghiacciolo è la risposta alla domanda “Cosa accadrebbe se si facesse la parodia di una celebre saga Disney?”.
Durante la conferenza, Sio ha svelato che l’idea è nata al Salone del Libro di Torino, durante il quale ha improvvisato per Tito Faraci una trama parodistica della celebre saga degli anni ’80 Topolino e la spada di ghiaccio. Lo spunto è piaciuto alla direttrice di Topolino, Valentina De Poli, che ha chiesto all’autore di sviluppare ulteriormente la storia.
I tempi brevi richiesti per la realizzazione de La spada di ghiacciolo hanno portato Sio all’elaborazione di uno storyboard molto semplice: Silvia Ziche infatti racconta che ha dovuto mandare un sms al suo neo-collega chiedendogli spiegazioni circa alcune cose (la risposta, se volete saperla, è stata “Non so, pensavo risolvessi tu la cosa: sei tu quella brava.”)
Rispondendo ad alcune domande dal pubblico, Silvia Ziche ha parlato di come adora far recitare i suoi personaggi, specialmente a livello della mimica facciale. Essendo cresciuta con Topolino fra le mani, le sceneggiature che escono dalla sua matita sono come frutto diretto del cast disneyano nella sua testa: è quando si trova a ridere fra sé per ciò che ha fatto dire a un certo personaggio che si rende conto di aver fatto un buon lavoro. Ci tiene a precisare che nonostante il loro modo di raccontare personaggi e storie sia caratterizzato da un approccio diverso da quello “classico”, non ci si deve mai scordare che i personaggi stessi, dalla loro creazione ad oggi, hanno avuto un’evoluzione che mai è andata ad intaccare la loro personalità originale.
Parlando di risata, Faraci è intervenuto con un interessantissimo discorso: la risata, dice, è essenziale in una storia di Topolino. Anche in una storia di atmosfera cupa e misteriosa o avventurosa una risata è una cosa da accettare poiché la sua presenza non va assolutamente ad intaccare il clima del racconto.
Per scoprire qualcosa in più su Topolino e la spada di ghiacciolo abbiamo infine rivolto qualche domanda ai due autori.
Come siete riusciti a conciliare il vostro stile e il vostro tipo di umorismo che è molto diverso?
Silvia Ziche: A parte il momento di entusiasmo dei primi anni, ho capito in seguito che, se la storia la scrive un’altra persona, il mio ruolo è quello di mettermi al servizio dello sceneggiatore. Perciò leggo la sceneggiatura, capisco quali emozioni e quali concetti vuole trasmettere e cerco di disegnare al meglio. Lo stesso vale nel caso di Sio, dunque non sento come una difficoltà il fatto che abbia un modo di raccontare diverso dal mio.
Sio: Io quando lavoro ho sempre in mente il disegnatore ideale, ma non metto becco – o naso, dipende da topi o paperi – circa le decisioni. Sono stato contento perché ho avuto in mente Silvia per l’intera durata della scrittura della storia. Abbiamo un tipo di umorismo un po’ diverso, ma ci infiliamo entrambi, anche se in maniera diversa, nel filone del surreale, umoristico che comunque permea la Disney fin dagli anni ’40 con Gottfredson e adesso con nomi come Faccini, Faraci e la stessa Ziche.
Qual è il personaggio della banda Disney che preferisci far recitare? E il tuo preferito?
Silvia Ziche: Un po’ coincidono, nel senso che Paperino è divertentissimo da far recitare perché può fare qualsiasi cosa. In generale poi vado matta per i cattivi o comunque i personaggi non totalmente buoni, ad esempio Zio Paperone con la sua avarizia, Amelia e Brigitta con la loro testardaggine, i Bassotti, Gambadilegno, Macchia Nera… il cattivo mi diverte proprio, perché nel mondo Disney la cattiveria è liberatoria e diventa comicità.
Sio: Il mio personaggio preferito è Pippo: è una persona bellissima, anzi… un cane bellissimo. Amo i cortometraggi a lui dedicati e mi fanno ridere moltissimo. Oltretutto facendo un poco di animazione ho scoperto che hanno utilizzato la tecnica del narratore come voce fuori campo sia per far ridere, certo, ma anche per una questione di comodità perché non essendoci un personaggio che parla non si crea il problema del lip-sync. Il personaggio che preferisco far recitare, invece, è Paperoga perché è una bomba: gli posso far fare cose molto “Faccinose”, quindi è una meraviglia scrivere di lui, anche se fino ad adesso ho scritto solo una storia su di lui. Nella storia che sto scrivendo, comunque, c’è protagonista Paperino con co-protagonista Paperoga, un comprimario che combina solo disastri come sempre.
Silvia, ti senti più disegnatrice o preferisci quando sei sempre tu a sceneggiare?
Quando disegno non vedo l’ora di tornare a scrivere e quando scrivo vorrei mettermi subito a disegnare. Mi piacciono entrambe le cose e poterle fare entrambe mi aiuta a non stancarmi. Infatti più o meno porto avanti i due aspetti in contemporanea, sia per Topolino che per le vignette che faccio su Donna Moderna. Sono molto contenta di poter alternare.
Sio, hai qualche altro progetto in cantiere con Topolino? E per quanto riguarda i lavori extra-Topolino?
Posso dirvi poco, ma vi anticipo qualcosa di molto innocuo: ho già consegnato altre tre-quattro storie. Do più o meno una decina di storie all’anno a Topolino, anche se mi piacerebbe molto farlo full-time, ma ho molte altre cose a cui lavorare. Questa volta ho provato a cimentarmi nelle brevissime da una pagina: ho lavorato a una serie da quattro che dovranno uscire tutte sullo stesso numero per non rovinarne la consequenzialità poiché sono tutte variazioni sulla stessa gag. Anche se ho un po’ di esperienza per via delle strisce che pubblico quotidianamente, qui si tratta di qualcosa di molto diverso che per me ha come maestro e punto di riferimento Enrico Faccini.
Per quanto riguarda i progetti al di fuori di Topolino, vi dico che sto scrivendo Scottecs Magazine 9 che uscirà a gennaio. Sto scrivendo, finalmente, la storia di Groucho che avevo annunciato nella scorsa edizione di Lucca Comics. È uscito ora il mio libro con Tito Faraci, “Le entusiasmanti avventure di Max Middlestone e del suo cane alto trecento metri”, che porteremo ancora in tour a novembre. Ho anche in mente un progetto segreto, ma di quello nessuno sa niente, anche perché devo parlarne ancora con Panini!
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