Cattivissimo Me uscì nel 2010, tra capolavori come Toy Story 3, Dragon Trainer e Rapunzel – L’intreccio della torre, e tuttavia riuscì, almeno per quanto mi riguarda, a distinguersi per la semplicità e il modo genuino con cui raccontava l’evoluzione del rapporto tra Gru, supercattivo che in realtà tanto cattivo non è, e tre bambine desiderose di affetto e amore.
Tra quel buon inizio e il film di cui mi appresto a parlare ci sono stati il completo disastro di Hop e il discreto Lorax – Il Guardiano della Foresta. Se da una parte dunque la Illumination continua ad ispirarmi per la presenza di un progetto che può essere quello di adattare le storie del Dr. Seuss o per il modo in cui riesce a caratterizzare visivamente i suoi prodotti (specialmente a livello cromatico), dall’altra confeziona un risultato spesso e volentieri deludente.
Cattivissimo Me 2, ahimé, non fa eccezione.
La storia di Gru riparte da dove l’avevamo lasciata tre anni fa: adesso è padre delle dolcissime Margo, Edith e Agnes e ha abbandonato completamente la sua vita di villain, trasformando il suo laboratorio segreto in un centro di produzione di marmellate. L’occasione per tornare in pista si presenta quando la Lega Anti-Cattivi gli offre un ingaggio. Sarà accompagnato dall’agente Lucy Wilde, ragazza frizzante e un po’ pazza, che finirà per rubargli il cuore.
Tutto qua? Sì, tutto qua. Perché Cattivissimo Me 2 è in sostanza un lungo episodio televisivo, e avrebbe decisamente fatto una figura migliore in quel contesto.
Non c’è più nulla da raccontare, perché tutto si è risolto nel primo film. I personaggi sono già maturati e non c’è altro da dire su di loro (salvo forse Margo). E la Illumination, invece che creare nuove situazioni, spinge l’acceleratore sulla risata. Cattivissimo Me 2 è puro intrattenimento, con situazioni demenziali e gag slapstick, tutte affidate ovviamente agli onnipresenti Minion. Si ride, e anche tanto, quindi da questo punto di vista il film è ovviamente riuscito, ma mancano il cuore e le emozioni, che invece erano ben amalgamati con la comicità nel primo.
L’impressione finale è purtroppo quella di un film che in realtà è una pubblicità per lo spin-off sui Minion, (2015), piuttosto che un seguito delle avventure di Gru. Peccato!