Nel corso degli anni, Linda Woolverton ha contribuito alla creazione di tantissimi indimenticabili film Disney: è la sceneggiatrice de La Bella e la Bestia (sia 1991 che il remake del 2017), Il Re Leone, e più recentemente dei live action Alice in Wonderland e Maleficent e dei rispettivi sequel. Se c’è un tratto che unisce tutte le sue produzioni per Disney è sicuramente la presenza di personaggi femminili forti e indipendenti, eppure la sceneggiatrice ha recentemente dichiarato di non amare affatto la definizione di “strong female character”, ovvero di “personaggio femminile forte”, anzi, di esserne a dir poco stufa.
“È un termine troppo riduttivo. Che cosa significa? Per me una donna forte è colei che agisce sul mondo, che lo modifica, che non è una vittima e non viene sopraffatta, oppure che quando viene sopraffatta riesce a prendere le redini della situazione e cambiarla a suo favore. Sono donne che guardano al mondo in maniera interessante, forse in maniera diversa rispetto a tutti gli altri. Questo rende una donna forte sia che lo dimostri a parole, sia che lavori attivamente per portare il cambiamento ma senza proclamarlo a gran voce. Ci sono tantissimi modi interessanti per descrivere le donne a parte “forte””.
Per Woolverton, che è stata la prima sceneggiatrice in assoluto a scrivere per Disney Animation, il passo successivo è dare più spazio alle donne nel cinema: “Ora che abbiamo fatto progressi e ci siamo resi conto che possiamo realizzare ciò che vogliamo, facciamolo. Non ripetiamo il passato, non possiamo semplicemente prendere un protagonista maschile e sostituirlo con una donna e dire che va bene così. Penso che ora il sentimento comune sia “Wow, possiamo avere eroine donne che volano, sparano raggi laser, distruggono edifici così come hanno sempre fatto gli uomini!” – è fantastico, ma secondo me diventerà presto noioso se non aggiungiamo qualcosa, se non parliamo della verità su noi stesse”.
E a proposito di rivoluzione, Woolverton ricorda il suo importante contributo al live action Alice in Wonderland, per il quale è stata la prima sceneggiatrice ad essere inserita nei credits di un blockbuster senza un co-sceneggiatore uomo. “Non è un record che voglio mantenere, portatemelo via! Spero di aver soltanto sfondato la porta per permettere alla marea di entrare. La cosa migliore che ha dimostrato Alice è che una protagonista femminile poteva portare grandi incassi, e questo ha cambiato tutto. Per me, più che i numeri – perché di certo io non ho guadagnato un miliardo di dollari – l’importante proprio questo, che gli studios si sono resi conto che potevano scommettere sulle donne”.
Cliccate qui per leggere l’intervista completa su IndieWire.
Che ne pensate di queste dichiarazioni della sceneggiatrice de La Bella e la Bestia? Siete d’accordo con lei nel volere una maggiore varietà nella rappresentazione delle donne al cinema?