I preparativi in vista del grande rilancio del Walt Disney Studios Park di Parigi continuano. Il prossimo 1 Aprile Armageddon – les Effets Spéciaux chiuderà definitivamente i battenti, mentre la Rock‘n‘Roller Coaster fermerà i propri treni entro Settembre. Le due attrazioni, appartenenti all’area del parco denominata Backlot, non fanno che aggiungersi alla lista inaugurata il 7 Gennaio da The Art of Disney Animation.
Nel mondo dei Parchi Disney certe notizie sono all’ordine del giorno. Del resto, lo stesso Walt affermava spesso che «Disneyland non sarà mai completa. Continuerà ad evolversi fino a quando nel mondo ci sarà immaginazione». E ogni “addio” dà sempre vita a reazioni contrastanti tra gli appassionati, vuoi per i ricordi legati a quella particolare attrazione o per un’infinità di altre variabili soggettive. Tuttavia, almeno per ora, non si può non constatare quanto la mobilitazione all’indomani della chiusura di The Art of Disney Animation sia stata di gran lunga superiore rispetto a quanto visto fino ad ora in reazione agli annunci sul futuro di Backlot.
Quest’area, originariamente dedicata agli effetti speciali e alle emozioni forti, in verità, è da molti anni la parte più debole dell’intero Resort europeo. Ma non sembra soddisfacente banalizzare la questione ad una generale “necessità di rinnovamento” universalmente condivisa. Probabilmente, rispetto alle altre due, The Art of Disney Animation rappresentava davvero qualcosa in più, non solo per i fan, ma per la Disney stessa.
UPDATE: Sappiamo che poco dopo la pubblicazione di questo articolo si è fatto strada il rumor che The Art of Disney Animation ospiterà alcune attività/show dedicate a Frozen – Il Regno di Ghiaccio. Tuttavia sembra che questo progetto sia limitato soltanto alla prossima stagione natalizia. Sul destino definitivo dell’attrazione c’è ancora da poter dibattere.
The Art of Disney Animation
Facciamo un passo indietro: cos’era The Art of Disney Animation? Risposta: un vero e proprio tempio del disegno a mano e dell’animazione disneyana. L’intero “percorso” progettato dagli Imagineers era in grado di regalare ai visitatori un’esperienza variegata e di stimolare l’intrattenimento in diverse modalità. Riusciva ad emozionare, grazie a un suggestivo montaggio di scene iconiche tratte da film Disney di ogni epoca. Stimolava la curiosità con uno spiritoso panel condotto da un Cast Member e Mushu, incentrato sul making of di un film animato. Forniva un’esperienza interattiva grazie alle numerose attività disponibili alla fine del percorso, non ultima la drawing class, dove un disegnatore professionista illustrava come ritrarre alcuni tra i più amati personaggi Disney.
A scuotere gli appassionati è la paura rispetto alla tendenza ad investire sempre più su brand come Frozen, Marvel e Star Wars. E se rimpiazzare gli Aerosmith o un film di Michael Bay non comporta troppe conseguenze negative, chiudere The Art of Disney Animation significa, in qualche modo, ignorare le proprie radici, la propria storia, ciò che dà un senso a tutto il resto.
Tuttavia c’è un pensiero che tormenta l’immaginazione di chi vi scrive fin dall’annuncio di questa controversa chiusura. Se infatti Backlot è stata fin da subito designata per essere convertita in Marvel Land, sul futuro dello spazio occupato da The Art of Disney Animation non sono mai state rilasciate dichiarazioni. Osservando inoltre il concept pubblicato un anno fa raffigurante l’aspetto degli Studios alla fine del processo di ampliamento, si nota qualcosa di molto interessante.
Il Cappello di Topolino Apprendista Stregone, riproduzione di quello presente alla sede dei WDAS a Burbank, è ancora lì intatto. Così come sembra inalterato l’intero edificio che ospitava The Art of Disney Animation. Questa strana incertezza relativa a ciò che verrà è probabilmente un altro importante fattore che lascia perplessi tutti coloro che si sono posti in maniera critica rispetto alla chiusura dell’attrazione. Non possedendo alcun dato significativo in materia, per adesso possiamo limitarci a vagliare una serie di possibilità che sembrano essere concretamente percorribili dalla The Walt Disney Company.
La speranza è l’ultima a morire…
Si tratta indubbiamente dell’opzione più remota e meno probabile. Tuttavia sembra necessario prendere in considerazione la possibilità che la chiusura di The Art of Disney Animation sia soltanto temporanea. Un restauro generale degli ambienti, un aggiornamento del filmato sul making of di un film animato, qualche piccola aggiunta, potrebbero soltanto giovare all’iconica attrazione e regalare ai visitatori un’esperienza nuova e appagante. Del resto attrazioni simili sopravvivono ancora oggi nei resort di Anaheim e Hong Kong.
C’è però, come detto, più di un dato che scoraggia questa possibilità. Perché tenere tutto nascosto e parlare soltanto genericamente di “chiusura” e non di “refurb“? E soprattutto, perché non aspettare ancora un po’ vista la già ingente riduzione dell’offerta del secondo parco in attesa della trasformazione di Backlot in Marvel Land?
Anche i concept mentono.
Un concept art rappresenta un’idea, un’indicazione, un progetto, nulla di definitivo insomma. Quante volte, anche nell’arco della produzione di un lungometraggio, il risultato finale risulta essere abbastanza distante da quanto mostrato nei concept. L’ipotesi quindi è che il progetto mostrato un anno fa fosse ancora qualcosa di provvisorio e che, da allora, i piani siano cambiati.
Si tratta soltanto di una sensazione, ed invito voi lettori a prenderla come tale, ma questa possibilità sembra estremamente legata a quello che sarà il destino dei Toon Studios. Negli anni, quest’area ha registrato un massiccio aumento della presenza di attrazioni dedicate a lungometraggi Pixar (la Toy Story Playland, Crush’s Coaster, Ratatouille, etc.), dando adito a rumours su una sua possibile trasformazione in Pixar Land. Attualmente, l’unica nota stonata da correggere per mettere in atto questa ritematizzazione è rappresentata dall’attrazione Les Tapis Volants. Attrazione che sembra anch’essa sopravvivere nel concept preso in esame. Se in futuro arrivasse una conferma relativa a Pixar Land, allora avremmo sicuramente un dato non trascurabile sull’affidabilità del concept.
In questa specifica opzione, insomma, i visitatori di Disneyland Paris si troverebbero a dover dire addio all’iconico Cappello per dare il benvenuto ad un edificio completamente nuovo.
E negli altri parchi?
Poniamo che il concept sia affidabile e che la struttura sia salva. Ma all’interno? Come detto in altre occasioni, la creazione di nuove attrazioni è sempre una possibilità imprevedibile. Tuttavia, i vertici della Disney potrebbero decidere di importare un format già esistente, e, su questa opzione, è possibile fare qualche congettura.
Come già detto, attrazioni simili a The Art of Disney Animation sono presenti e ancora operative al Disney California Adventure e all’Hong Kong Disneyland. La prima ipotesi da poter avanzare riguarda quindi la possibilità che l’attrazione parigina sia trasformata in una di queste due versioni di successo. Analizziamole nel dettaglio.
Il Disney California Adventure ospita l’Animation Academy. Situata ad Hollywood Land, si tratta, in buona sostanza, di una versione aggiornata, ampliata, riveduta e corretta dell’ultima stanza di The Art of Disney Animation. Le attività proposte ai visitatori sono tutte finalizzate a portare in vita la magia o a svelare i segreti dell’animazione.
Oltre alla drawing class e all’Art of Animation Gallery (vera e propria mostra di concept e bozzetti firmati da animatori Disney), già note al pubblico europeo, l’attrazione offre altre esperienze interattive: Character Close-Up, ovvero un punto dedicato al meet & greet con alcuni tra i personaggi Disney più amati (qualcosa di simile era già apparso anche a Parigi dopo l’uscita nelle sale di Oceania); il Sorcerer’s Workshop, dove i visitatori possono interagire con alcuni filmati e creare semplici sequenze animate; infine, grazie a Turtle Talk with Crush, ai più piccini è offerta la possibilità di chiacchierare in diretta con Scorza, la divertente tartaruga apparsa in Alla Ricerca di Nemo e nel suo sequel.
Ad Hong Kong si trova invece l’Art of Animation. Molto più simile all’omologa parigina, anche qui sono esposti sculture e bozzetti preparatori firmati da famosi artisti disneyani. A differenza della cugina californiana, presenta uno show simile a quello europeo sul making of di un film animato. Negli ultimi anni alcune aree dell’edificio sono state completamente ri-scenografate per ospitare meet & greet con alcuni personaggi provenienti dagli ultimi film di animazione usciti nelle sale.
Insomma, la riconversione dell’intera The Art of Disney Animation in un hub dedicato completamente a workshop ed esperienze interattive potrebbe essere un compromesso fattibile e conveniente.
Cambiamo registro.
No, il concept è affidabile, l’edificio resta lì e non si importano format simili. Cosa potrebbe diventare? Qui più che mai siamo nel campo delle speculazioni, ma forse qualche piccola considerazione può comunque essere avanzata.
C’è un’unica voce di corridoio che si è fatta strada in questi mesi sul possibile destino di The Art of Disney Animation: la creazione di uno spazio interamente dedicato a promuovere l’espansione degli Studios. In pratica, nei saloni dell’attrazione, verrebbero proiettati filmati, mostranti mappe e progetti, delle nuove land che saranno create dal 2021 in poi. A dare una certa credibilità a questo rumour è un illustre precedente: in passato alcune aree dell’Art of Animation di Hong Kong sono state adibite a questa funzione. Tuttavia l’iniziativa non durò per molto tempo e i display furono presto trasferiti all’Hong Kong Disneyland Hotel. L’idea non è certo delle più allettanti, benché sarebbe facile capirne lo scopo promozionale. I visitatori meno informati troverebbero risposta ad eventuali perplessità circa l’offerta ridotta del secondo parco.
Oltre all’arrivo di una e-ticket attraction (sebbene andrebbero valutati meglio gli spazi disponibili e quelli da impiegare, la Mickey & Minnie’s Runaway Railway prossimamente in arrivo agli Studios di Orlando potrebbe essere una possibile candidata), infine, i vertici del parco europeo potrebbero pensare a preservare le due salette cinematografiche all’interno di The Art of Disney Animation. In tal caso, sarebbe interessante vedere realizzato un piccolo teatro abilitato al 4D. Oltre all’arrivo di nuovi show, questo spazio potrebbe accoglierne anche di già noti, come la Filarmagica che, diciamolo, a Discoveryland sembra un po’ fuori posto.