La recensione di Super Mario Bros – Il film è in collaborazione con Vito Stabile.
È ora di chiedere scusa a Illumination. Abbiamo bistrattato lo studio di Chris Meledandri per troppo tempo, sebbene i suoi successi come produttore parlino forte e chiaro. Dopotutto, all’attivo ha ben tre franchise da più di un miliardo di dollari – di cui uno, Cattivissimo Me, il più redditizio della storia del cinema d’animazione -, praticamente i due soli film per famiglie in grado di attirare le masse durante la pandemia – Sing 2 e Minions 2 – e ora anche il progetto di un’etichetta dedicata all’animazione per adulti, Moonlight, di prossima apertura.
L’abilità di intercettare i gusti del grande pubblico di Meledandri è insomma comprovata da tempo e si cristallizza ulteriormente con l’ultima grande fatica dello studio, il film di Super Mario Bros. realizzato in collaborazione con Nintendo. Certo, in questo caso si trattava di una partnership praticamente obbligata: prima ancora che del videogioco, il cartoon è un enorme spot del parco a tema che è stato inaugurato recentemente agli Universal Studios di Los Angeles, e tra i due studi animati di Universal, Illumination e DreamWorks, era ovviamente il primo il più adatto a tentare l’impresa. Ma il risultato è sorprendente per uno studio che finora identificavamo quasi esclusivamente con i Minions, segno del potenziale forse ancora inespresso del fenomeno Meledandri.
Adattare un videogioco a schermo non è mai impresa facile, soprattutto se parliamo di titoli che non fanno certo della narrazione il loro punto di forza. Come i platform, di cui Super Mario può tranquillamente definirsi simbolo e portavoce da quasi quarant’anni. La “trama” dei giochi di Mario è praticamente ridotta all’osso se non inesistente: Bowser compie qualche malefatta, la principessa Peach è in pericolo e il nostro eroe si ritrova a viaggiare per mondi fantastici pieni di elementi bizzarri e nemici da affrontare. Niente “lore”, pochissima contestualizzazione: tutto è in funzione del gioco e del divertimento più puro, seguendo appieno la filosofia del suo creatore Shigeru Miyamoto.
Super Mario Bros. – Il film percorre così quella che forse era l’unica strada percorribile, scegliendo di rendere le storie e i personaggi di Mario totalmente pretestuosi, per celebrare la serie sotto forma di omaggi, citazioni e sequenze atte a ricreare il feeling di una giocata (la corsa sui kart, da questo punto di vista, è straordinaria nel suo essere così esaltante). È una scelta sagace, perché evita di complicare inutilmente il plot con retroscena, rivelazioni e spiegoni inventati per l’occasione, lasciando lo spettatore libero di cogliere i numerosi riferimenti ai giochi originali. Da un inseguimento con un Banzai Bill alle calcagna, al divertente training di Mario a base di salti e power-up, passando per il sopracitato omaggio a Mario Kart fino all’epico climax, tutto sembra voler lasciare da parte una trama più strutturata e profonda per dare spazio all’azione e al ritmo, elementi mai come in questo caso particolarmente riusciti proprio per la loro attinenza alla componente ludica della serie.
In effetti, il film funziona al meglio nel suo aspetto totalmente citazionistico, tanto che i pochi momenti in cui prova a raccontare qualcosa in più (il passato di Peach, il riscatto di Mario, etc.) sembrano quasi superflui, e si ha fretta di tornare alle atmosfere da videogame. Decisione vincente, ma che pone gli eventuali sequel su un piano già più rischioso: la prima volta, il pubblico accetterà di buon grado l’omaggio fine a sé stesso, ma difficilmente sarà altrettanto clemente con i seguiti. Nulla vieta però di aggiustare il tiro con approcci differenti, mettendo più carne al fuoco e complicando almeno un po’ il plot in senso stretto. Sia come sia, per ora è un piacere esplorare il vivace e colorato Regno dei Funghi o rivivere l’adrenalinica corsa sulla Pista Arcobaleno, complice una CGI in splendida forma che restituisce con grande espressività i modelli 3D degli iconici personaggi Nintendo.
Lo spettatore desideroso di una storia più complessa potrebbe facilmente restare deluso, tuttavia chi è in cerca di una rappresentazione fedele del mondo di Mario troverà in questo film una spassionata dichiarazione d’amore a tutto il brand (le strizzate d’occhio vanno da Jumpman a Luigi’s Mansion), fugando ogni dubbio a chi dovesse chiedersi se si tratti del vero, autentico film di Super Mario: lo è, mano sul fuoco.