Come accaduto anche ad altre multinazionali americane, Disney ha annunciato un importante dietrofront sulle policy di diversità e inclusione. La notizia è stata comunicata ai dipendenti nel corso di questa settimana in un documento firmato da Sonia Coleman, head of human resources.
Secondo Axios, che ha ottenuto in esclusiva la lettera, si tratterebbe di una mossa di aggiornamento dovuta alle pressioni del nuovo governo americano guidato da Donald Trump. Le nuove direttive, come espresso anche dal CEO Bob Iger in un incontro con gli investitori del 2023, mettono al centro gli aspetti del business, dei risultati economici e della creazione di contenuti e di intrattenimento, a cui i valori di diversità, equità e inclusione saranno d’ora in poi secondari.
Tra le modifiche che Sonia Coleman ha annunciato c’è, ad esempio, l’eliminazione del fattore Diversity & Inclusion, che fino a ora veniva utilizzato come parametro per valutare le performance dell’azienda, e che verrà sostituito da un nuovo fattore chiamato Talent Strategy. Quest’ultimo include alcuni valori contenuti nel precedente, ma si focalizza in particolare su come essi possano convertirsi in successo economico. Vengono eliminati del tutto, invece, la campagna Reimagine Tomorrow e il corrispondente sito web, che avevano attirato le ire dei conservatori all’epoca della pubblicazione. L’iniziativa mirava a creare degli spazi per evidenziare le storie e i talenti dei dipendenti Disney provenienti da culture e comunità poco rappresentate. Questi siti web sono stati già sostituiti lo scorso dicembre e hanno avuto un rebranding completo.
Secondo la fonte, inoltre, ci sono cambiamenti in vista anche per i tanto chiacchierati disclaimer che la piattaforma Disney+ ha apposto ai contenuti di una volta con rappresentazioni razziste e culturalmente datate. D’ora in poi, il disclaimer non comparirà automaticamente prima del contenuto, ma sarà spostato nella sezione dettagli. Inoltre, verrà significativamente accorciato, recitando: “Questo programma viene presentato come è stato concepito originariamente e potrebbe contenere stereotipi o rappresentazioni negative”. Il disclaimer originale era molto più lungo e invitava gli spettatori a riflettere su quanto visto e a imparare dal passato per costruire un futuro più inclusivo.
Axios sottolinea che gli sforzi di Bob Iger per allontanare il brand Disney dalla politica sono iniziati dopo la controversia con il governatore della Florida Ron DeSantis, firmatario della cosiddetta legge “Don’t Say Gay”. La nuova direzione intrapresa dalla Disney sembra aver avuto successo, considerato che la reputazione del brand presso l’elettorato repubblicano è salita significativamente nell’ultimo anno, rispetto al 2023.
Su Variety potete leggere il documento integrale inviato da Sonia Coleman ai dipendenti dell’azienda.
Fonte: Axios