Il Faraone, il Selvaggio e la Principessa è il nuovo film animato del regista francese Michel Ocelot (Kirikù e la strega Karabà, Azur e Asmar) ed in attesa di poterlo vedere al cinema è stato presentato in anteprima ad Alice nella Città. Tre storie ambientate in Paesi lontani accumunate non solo dalla narratrice che le espone ma dai temi universali che vi si ritrovano all’interno. Le tre storie sono ambientate nell’antico Egitto, nell’Alvernia del Medioevo e nell’oriente del VXIII Secolo. Nella prima storia un principe decide di unire conquistare l’Egitto per poter così sposare la sua amata, nella seconda il figlio rinnegato di un nobile ruba ai ricchi per aiutare i poveri e nella terza un principe fuggito dal suo regno conquistato da stranieri diventa un provetto pasticcere e conquista l’amore di una bella principessa.
Tre storie differenti, ognuna con il suo stile ma che hanno in comuni temi come l’amore – capace di far compiere imprese credute impossibili -, la guerra che da sempre contraddistingue la storia dell’uomo e l’incomunicabilità tra le generazioni. In tutte le storie infatti troviamo genitori inflessibili incapaci di ascoltare i propri figli e i loro desideri, siano essi di libertà o giustizia. Un film in cui a farla da padrone è la fantasia, non a caso la narratrice invita il pubblico – sia animato che lo spettatore – a darle suggerimenti per le storie che racconterà. Suggerimenti istintivi e quindi confusionari, come spesso sono le leggende e le fiabe che nel tempo subiscono modifiche.
Il Faraone, il Selvaggio e la Principessa a livello stilistico presenta la consueta animazione 2D tipica del regista francese, ma qui è totalmente al servizio della narrazione. Infatti le tre storie hanno stili che richiamano l’arte dell’epoca in cui si svolgono. Per la storia ambientata in Egitto abbiamo disegni che ricordano le pitture tipiche del tempo con i personaggi raffigurati di profilo. Per la seconda storia Michel Ocelot ricorre alle ombre, tecnica tipica del Medioevo e per la terza abbiamo disegni più tondeggianti e ricchi di particolari.
Tre storie sicuramente intriganti e suggestive, ma che non riescono mai veramente a catturare l’attenzione dello spettatore a causa della loro ridondanza. Purtroppo tutte e tre le storie sono caratterizzate da scene che si ripetono come una cantilena. Dopo ogni incipit interessante ci ritroviamo i protagonisti che svolgono praticamente (quasi) sempre le stesse le stesse azioni e dicono sempre le stesse cose, con piccole variazioni. Un andamento narrativo quindi che alla lunga risulta ridondante e tutt’altro che coinvolgente.
Le storie quindi risultano alquanto prevedibili, anche a causa della linearità dello svolgimento e della totale mancanza di colpi di scena degni di nota. Dopo pochi minuti si intuisce subito cosa succederà. A ciò va aggiunto il fatto che i disegni e l’animazione del regista potrebbero far storcere il naso a chi è abituato a disegni più dettagliati e ad un animazione più fluida. Il Faraone, il Selvaggio e la Principessa piacerà agli estimatori di Michel Ocelot, chi non conosce il suo cinema farà fatica.