Il nostro Lorenzo Dottorini ha trascorso qualche giorno a Disneyland Paris. Vi proponiamo la sua recensione dello spettacolo Disney Dreams, che dal 2012 accompagna la chiusura del parco.
Cliccate qui per leggere il nostro reportage completo del parco.
Vogliamo cogliere l’occasione per annunciare l’arrivo di una rubrica fissa dedicata a Disneyland Paris, curata proprio da Lorenzo. Il nostro scopo sarà quello di creare una piccola guida per fornire a voi lettori tutte le informazioni utili sulla storia del parco, sulle aree tematiche, sulle attrazioni e sulle questioni più tecniche come prezzi, alloggi, ristoranti e simili. Continuate a seguirci!
(Le foto non sono di nostra proprietà)
Parlando di Walt Disney, della sua vita e di tutto ciò che ha fatto e ci ha lasciato, è impossibile per noi non fare accenno all’universo dei sogni e alla magia che esso racchiude. È di quella magia che Walt e le altre menti brillanti che hanno continuato la sua opera dopo di lui hanno voluto darci un assaggio; è di quella magia che parla Disney Dreams.
Quando sul Disneyland Park di Disneyland Paris il sole tramonta, da ben due anni i visitatori iniziano a prender posto nella Central Plaza e in quasi tutta Main Street, per poter concludere in modo inimmaginabile la loro bellissima giornata trascorsa al parco. Davanti a loro spicca, nel buio, il Castello della Bella Addormentata, simbolo indiscutibile del posto, illuminato in modo da far risaltare il rosa della struttura, il blu dei tetti e il dorato dei pinnacoli. Nel frattempo tra la folla si aggirano alcuni carretti stracolmi di “Disney Light’Ears“: apparentemente dei frontini con due led colorati a forma di orecchie di Topolino che si illuminano e cambiano colore… in realtà un ingrediente incredibile e inaspettato della grande magia che sta per avvenire. Finalmente lo speaker annuncia l’inizio dello spettacolo, il Castello si spegne, la musica si alza si va a cominciare!
Lo spettacolo si basa su un uso combinato di proiezioni, laser, fuochi artificiali, giochi d’acqua e di luce. Il Castello diventa letteralmente il luogo magico per eccellenza già dai primi secondi: esso inizia ad essere percorso da una scia di polvere di fata che lo illumina nuovamente, dandogli nella penombra un aspetto magico e cartoonesco. Dopo aver tracciato sulla porta d’ingresso il contorno della testa e delle orecchie di Topolino, ecco apparire l’ombra dell’artefice di questa grande magia: Trilli. Il Castello continua a diventare sempre più magico ed illuminato mentre la polvere disegna negli spazi ancora bui i contorni di alcuni dei personaggi del Classico Peter Pan.
La polvere inizia quindi a salire verso la cima più alta del Castello e da semplice proiezione si concretizza quando, sfiorando le estremità delle torri, sembra innescare delle piccole fontane di fuoco e infine, arrivata in cima, accende la magica “Seconda Stella a Destra”.
Ed è qui che entrano in azione anche le fontane che, creando un getto di forma ovale, formano altri due schermi di proiezione, sui quali compaiono Peter Pan e Wendy. È assolutamente incredibile notare come i getti d’acqua debbano essere ogni volta perfettamente calibrati per poter fornire una superficie talmente omogenea da far vedere nitidamente le figure animate. Dopo un breve dialogo tra i due (con Peter che parla inglese e Wendy francese) su quanto sia magica la notte appena iniziata, i due decidono di fare un viaggio nel mondo dei sogni e della magia, grazie anche a un pizzico di polvere di fata. Ma qualcosa va storto: l’ombra di Peter, ribelle, si stacca dal suo padrone senza che questi riesca a recuperarla; essa si scontra con la Stella, liberandone tutta la magia in modo incontrollabile e meraviglioso, dando inizio ad un indimenticabile viaggio tra diverse canzoni e ambientazioni dei nostri film d’animazione preferiti.
È impossibile non restare estasiati dalla trasformazione del Castello in una grande torta durante la bellissima C’est la fête cantata da Lumière, o delle sue torri in razzi sparati dal Genio durante Friend like me che diventano dei veri fuochi d’artificio. E ancora quando si trasforma nella cattedrale di Notre-Dame sulla quale Quasimodo si arrampica e sogna cantando Rien qu’un jour, o quando diventa una grossa cornamusa dopo essere stato bosco durante la cavalcata di Merida su Touch the sky, o quando diventa prima una giungla durante I Just can’t wait to be King e poi una grossa cascata quando Timon e Pumbaa attaccano con Hakuna Matata,…
Ma queste metamorfosi sono solo la parte centrale dello spettacolo, incorniciata di volta in volta da tipi sempre diversi di fuochi artificiali e da incredibili coreografie costruite dai getti d’acqua delle fontane, quando queste non fungono da schermi supplementari, cui è impossibile non dare attenzione e non ammirare entusiasti. E l’ultimo grande effetto speciale è proprio tra il pubblico: le “Disney Light’Ears”, iniziano a cambiare colore in modo sincronizzato e coerente con lo svolgimento dello spettacolo e con le altri luci che illuminano castello e dintorni!
L’Ombra di Peter si dimostra un’ottima compagna di viaggio, con le sue simpatiche intromissioni durante i numeri musicali e non degli altri personaggi Disney. Ma il male è dietro l’angolo. Infatti dopo la bellissima sequenza di I see the light dedicata a tutte le più belle coppie di principi e principesse Disney, la nostra ombra si imbatte in quella del Dr. Facilier che con Friends of the Other Side cattura la nostra protagonista, portandola al cospetto di Capitan Uncino, deciso a vendicarsi di Peter Pan dando la sua Ombra in pasto al Coccodrillo. Intervengono quindi altri cattivi Disney, una su tutti Malefica che, con la sua trasformazione in drago, ci regala improvvisi e incredibili getti e fontane di fuoco. Quando tutto sembra perso, ecco arrivare il vero Peter Pan e Trilli che sconfiggono Uncino e i suoi alleati rinchiudendoli insieme a tutta la magia incontrollata nella Stella.
E ora che Peter ha ritrovato la sua ombra e la magia è di nuovo sotto controllo, tutti possono volare! Peter, Wendy, ma anche Remy, Alice, Quasimodo, il Genio, Buzz e Woody, Ercole e Pegaso e tanti altri, con la sequenza finale sulle reprise di You Can Fly! e The Second Star to the Right straordinariamente accompagnata da un bellissimo “giro di valzer” delle fontane e da un’ultima incredibile scarica di fuochi d’artificio!
Lo spettacolo giunge quindi al termine definitivamente con la delicatissima canzone originale Come Dream a Dream, cantata da Cara Dillon e Sam Lakeman, sulla quale il Castello diventa una fontana perfettamente in armonia con quelle vere che vi si trovano davanti, e, assumendo diverse colorazioni e bordi dorati, ospita il volo di alcune farfalle/fate e un ultimo saluto dell’Ombra di Peter.
La struttura dello spettacolo così raccontata fa riferimento alla versione non natalizia, in scena dal 2013. Infatti, in un così lungo arco di tempo, Disney Dreams si è sempre aggiornato aggiungendo o sostituendo numeri musicali di grandi classici di animazione Disney. Inoltre, come accennato, dello spettacolo esiste anche una versione natalizia che, quest’anno, ha visto la presenza massiccia dei personaggi del 53esimo Classico Disney Frozen – Il Regno di Ghiaccio.
Come detto, Disney Dreams è il modo migliore e più incredibile per concludere una bellissima giornata ai parchi Disney. È riduttivo definirlo soltanto come una serie di proiezioni, giochi di luce e d’acqua… È un’esperienza speciale, dal fascino incredibile, dalla tecnica innovativa e particolare, con la quale è difficile non lasciarsi trasportare nella magia di cui il parco Disneyland rappresenta la massima concretizzazione: la magia di Walt e di ciò che ci ha insegnato!
Una volta finito lo spettacolo, quando sarete nel gran fiume di visitatori che sta lasciando il parco per tornare in albergo, la magia resterà dentro di voi, accompagnandovi fino alla vostra stanza dove poi, una volta addormentati, riempirà i vostri veri sogni. Sarà difficile resistere al desiderio di tornare a vederlo e di sicuro, una volta terminato, perdonerete anche il fatto che, perché fosse allestito nel migliore dei modi, Fantasyland abbia dovuto chiudere un paio d’ore prima rispetto al resto del parco.