Se ne parla da diversi anni (i fan lo chiedono a gran voce fin dalla prima apparizione del personaggio in Iron Man 2), e sembra che finalmente la Marvel sia pronta ad accontentare le richieste di un film incentrato su Vedova Nera, parte del Cinematic Universe.
Scarlett Johansson ha interpretato il personaggio in ben sei film Marvel, e con l’arrivo al cinema di Captain Marvel (la prima protagonista femminile Marvel che avrà il volto di Brie Larson), sommato al grande successo di Wonder Woman della DC, sembra solo naturale l’arrivo anche di un film su Vedova Nera.
La pellicola non ha ancora ricevuto l’ok di Kevin Feige, ma uno script è in preparazione: a occuparsene, annuncia Variety, sarà Jac Schaeffer, sceneggiatrice che di recente ha scritto anche il cortometraggio Disney Frozen – Le Avventure di Olaf.
Nel frattempo, tra qualche mese rivedremo Vedova Nera insieme ai Vendicatori in Avengers: Infinity War (cliccate qui per vedere il trailer).
avengers
Come vi avevamo anticipato qualche mese fa, l’estate 2018 di Disneyland Paris sarà interamente a tema Marvel con l’evento speciale Marvel Summer of Super Heroes, ricco di incredibili opportunità di incontrare i propri supereroi preferiti, tra cui anche alcuni mai apparsi prima nel parco europeo.
L’iniziativa avrà il via il 10 giugno, subito dopo l’uscita al cinema di Avengers: Infinity War, si protrarrà fino a fine settembre e consisterà nell’evento conclusivo dei festeggiamenti per i 25 anni di Disneyland Paris.
È arrivato il momento ora di scoprire maggiori dettagli sugli spettacoli e le attività a cui sarà possibile prendere parte, che si concentreranno in particolare nel Walt Disney Studios Park.
Marvel: Super Heroes United
Si tratterà di un imponente spettacolo a Studio Theater, con personaggi come Thor, Iron Man, Vedova Nera, Doctor Strange, Pantera Nera e Spider-Man. Per la durata di 20 minuti, lo show sarà ricco di incredibili stunt ed effetti speciali, tra cui proiezioni attraverso le quali Hulk e Thanos prenderanno vita davanti agli occhi degli spettatori. La storia seguirà gli eroi mentre cercano di liberarsi dal potere di Thanos, che ha trovato il modo di controllarli per metterli l’uno contro l’altro.
Stark Expo presents: Energy for Tomorrow!
Tony Stark vi invita alla sua esposizione presso il Production Courtyard, dove presenterà l’ultima versione di una sua invenzione rivoluzionaria: un reattore che produce energia ecologica. Ma attenzione: tutti sanno che sono proprio questi gli eventi in cui Loki ama fare irruzione. Speriamo che Spider-Man, Vedova Nera e il suo fratellastro Thor siano nei paraggi per salvare la situazione…
Guardians of the Galaxy Awesome Dance-Off
Ambientato di nuovo presso il Production Courtyard, questo spettacolo a ritmo di musica vedrà protagonisti in diversi momenti della giornata Star Lord e Gamora. Con le sue canzoni preferite degli anni ’80 in sottofondo, l’eroe dei Guardiani della Galassia sfiderà il pubblico in diverse challenge e missioni da completare.
Heroic Encounter: Captain America
La Marvel Summer of Super Heroes regalerà ai visitatori di Disneyland Paris l’opportunità unica di stringere la mano al primo Vendicatore: Capitan America in persona. Steve Rogers accoglierà i suoi ospiti tutti i giorni al Walt Disney Studios Park per un incontro davvero indimenticabile.
Per finire, a corredare la Marvel Summer of Super Heroes ci saranno gadget e merchandise esclusivo, prodotti per questa particolare occasione e venduti nelle boutique del parco.
Cliccate qui per scoprire tutti gli eventi speciali del 2018 a Disneyland Paris
Avengers: Infinity War, trailer e poster anche in italiano del film Marvel
Dopo le prime immagini che vi abbiamo mostrato ieri, ecco arrivare online come promesso anche il primo trailer di Avengers: Infinity War, il quarto film dedicato ai Vendicatori che riunirà tutti gli eroi del Marvel Cinematic Universe.
In un viaggio cinematografico decennale senza precedenti, il nuovo film Marvel Avengers: Infinity War abbraccia l’intero Universo Cinematografico Marvel e porta sul grande schermo la più grande e fatale resa dei conti di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati dovranno essere pronti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo impeto di devastazione e rovina porti alla fine dell’universo.
Qui sotto trovate il trailer in lingua italiana e in originale:
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=G1Drx2Okzwc&w=560&h=315]
Ecco anche il teaser poster italiano:
Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono i produttori esecutivi, mentre Christopher Markus & Stephen McFeely firmano la sceneggiatura.
Il film sarà diretto da Anthony e Joe Russo e prodotto da Kevin Feige. Nelle sale italiane lo vedremo a partire dal 25 aprile 2018.
Avengers: Infinity War, tutti i supereroi Marvel nelle nuove foto in attesa del trailer
Arriverà domani il primo trailer di Avengers: Infinity War, terzo film sui Vendicatori che stavolta raggrupperà tutti, ma proprio tutti gli eroi che abbiamo conosciuto nel Marvel Cinematic Universe.
Nell’attesa di vedere le prime immagini in movimento, Vanity Fair ha pubblicato un corposo speciale ricco di foto che ci mostrano il nuovo look dei personaggi, da Capitan America e Iron Man fino ai nuovi arrivati come Doctor Strange e Pantera Nera.
Potete vedere le foto qui sotto:
Avengers: Infinity War arriverà nelle sale il 4 maggio 2018. Il secondo capitolo, ancora senza titolo, uscirà il 3 maggio 2019. Entrambi saranno diretti da Anthony e Joe Russo e scritti da Christopher Markus e Stephen McFeely. Alan Silvestri comporrà la colonna sonora.
Cliccando QUI potrete vedere un video dietro le quinte del film, mentre QUI il primo artwork del film.
IL 2016 DI IMPERO DISNEY – I PREFERITI (E NON) DI Kerm
Il 2016 sta per terminare ed è stato un anno da record! Riviviamolo studio per studio mentre aspettiamo di gustarci tutte le novità che la Casa di Topolino ha serbato per il 2017!
These are Kerm’s 2016 favourites (and more…)!
Film d’animazione
Dopo due anni di pausa, ecco che Walt Disney Animation Studios e Pixar tornano a scontrarsi pacificamente al box office (uno “scontro” che se vogliamo vede soltanto un vincitore: una Company che raggiunge un grande record in termini di incassi). Sono due i nuovi Classici, diretti tra l’altro da due coppie di grandissimi artisti disneyani, la prima inedita, l’altra ben navigata: parliamo di Rich Moore e Byron Howard per Zootropolis e di John Musker e Ron Clements per Oceania.
I registi dei due film in CGI più belli degli ultimi anni uniscono le forze per una nuova storia originale, riprendendo un tratto caratteristico della tradizione: gli animali antropomorfi. Nasce così Zootopia, arrivato qui come Zootropolis, un film davvero bello, molto politico e concepito probabilmente anche in relazione agli eventi che stanno segnando la contemporaneità. Un messaggio forte di dialogo e condivisione con chi è diverso, anche se agli antipodi, e un invito a dare sempre il meglio di sé. Senza dubbio il miglior lungometraggio dell’annata. Visivamente memorabile la sequenza di apertura sulle note dell’unica canzone del film, Try Everything cantata da Shakira, durante la quale ci viene mostrata la fantastica città di Zootropolis, che speriamo di poter visitare ancora più a fondo in futuro (magari non coinvolgendo per forza i bellissimi personaggi già visti nella pellicola di quest’anno).
Dopo aver reso grande quel periodo denominato “Rinascimento Disney”, e aver inaugurato l’era “Disney Revival” con La Principessa e il Ranocchio, non poteva certo mancare una nuova opera targata Musker & Clements. Perfettamente inserito in quella “zona grigia” tra innovazione e tradizione, il duo fa il suo debutto nel mondo dell’animazione interamente a computer con Oceania. Ritroviamo in questo lungometraggio, destinato a totalizzare grandi cifre al box office: una trama lineare e scorrevole che ricorda molto, in materia di struttura, alcuni dei loro primi lavori come La Sirenetta e Aladdin; la forma del musical, già riportata in auge da Rapunzel – L’Intreccio della Torre (co-diretto da Nathan Greno e da quel Byron Howard del quale parlavamo poco fa) e poi dall’ormai famoso Frozen – Il Regno di Ghiaccio; la contaminazione di generi e culture, come sperimentata in parte in Hercules, dove tra l’altro i due avevano avuto già a che fare con la mitologia e le divinità. Dalla tradizione però torna anche a farci visita (e con piacere vediamo che la cosa inizia a diventare più frequente) l’animazione tradizionale, quella di primissima qualità firmata nientepopodimeno che da due leggende del disegno animato Disney come Eric Goldberg e Mark Henn. In queste scene avviene qualcosa di straordinario e che fino ad ora sembrava irrealizzabile, non da un punto di vista tecnico quanto di intenzioni: se negli anni 80-90 erano personaggi animati in 2D a muoversi su fondi e ambienti ricreati in computergrafica, in Oceania possiamo vedere esattamente l’opposto. Il risultato? Sequenze pazzesche che rendono giustizia alla cultura polinesiana e a noi sostenitori di una convivenza tra animazione tradizionale e CGI nel panorama cinematografico. Forse un prodotto meno maturo delle ultime pellicole del duo (soprattutto rispetto a Il Pianeta del Tesoro, che viene in qualche modo “citato” grazie al tema della navigazione), ma non per questo meno godibile. Menzione speciale alle canzoni (adattamento in italiano a parte), alcune dal sapore più esotico firmate da Opetaia Foa’ì, e altre ad opera del compositore hip-hop/R&B Lin-Manuel Miranda che introduce il genere rap in un film Disney dopo averlo portato a Broadway con Hamilton: An American Musical.
Gli studi di Luxo portano nelle sale il primo dei sequel che caratterizzeranno interamente i prossimi anni (fatta eccezione per Coco): Alla Ricerca di Dory. Un film ben riuscito che riprende molte tematiche già affrontate nel suo predecessore (prima fra tutte quella della disabilità, stavolta anche di natura neurologica e non soltanto fisica). La domanda che viene da porci è però: quanto ne sentivamo il bisogno? La risposta è “poco o per niente”. È una nuova storia che colma sì qualche dubbio lasciato in precedenza, ma su cui probabilmente gli spettatori non avevano esigenza di soffermarsi. Probabilmente approfondire il destino dei pesci dell’acquario da quel fatidico “E adesso?”, sarebbe stato più strettamente collegato alla pellicola originale da un lato, forse più scontato dall’altro. La scena del camion è quella su cui nutro le maggiori perplessità, non per i toni decisamente sopra le righe, ma perché sembra che il mondo sottomarino costruito da Andrew Stanton interferisca in modo troppo incisivo con il nostro.
Cortometraggi d’animazione
Anche qui è battaglia tra i due studi: la Pixar schiera il suo Piper, la Disney Testa e Cuore. Due corti adorabili e di grande valore artistico che rappresentano due modi altrettanto corretti per fare animazione. Piper, la storia di questo uccellino pronto a fare un grande passo nel suo processo di crescita, con tutte le difficoltà del caso. Muto, accompagnato da un elegante e deciso clavicembalo protagonista della traccia composta da Adrian Belew, è una delicata perla di emozioni. Seppur meno intenso di Parzialmente Nuvoloso o de La Luna, sa regalare molto più calore di alcuni lungometraggi d’animazione visti di recente. Un impressionante fotorealismo (da paura l’animazione della sabbia) anche nel design dei personaggi, che non compromette la possibilità di comunicare e agire in modo tipicamente cartoonesco. Davvero eccellente.
Ma se da una parte l’animazione riproduce in modo molto fedele la realtà, i WDAS ci propongono Testa e Cuore, un divertentissimo corto che trae la sua ispirazione dall’ormai noto cortometraggio del 1943 Reason and Emotion, come il meraviglioso film Pixar dell’anno scorso intitolato Inside Out. Tanti inserti in 2D, design stilizzato e irresistibile, divertente, emozionante, con una morale che nel mondo di oggi va tenuta sempre più presente, colonna sonora gradevolissima… insomma, la Disney che ci piace!
Film in live action
Il GGG è uscito da poco e non ho avuto ancora il piacere di vederlo. Da Alice Attraverso lo Specchio mi aspettavo sinceramente molto di più (salvo un Sacha Baron Cohen surreale, anche se comunque un tantino sottotono rispetto ai suoi standard) sia per il soggetto, sia per la regia di James Bobin che qualche anno fa aveva sfornato un film sui Muppet davvero stupendo. Il Libro della Giungla di Jon Favreau e Il Drago Invisibile di David Lowery si inseriscono anch’essi in questa sfilza di remake in live action programmati dalla Company per questi anni. L’uso quasi totale della CGI per quanto riguarda il remake del Classico del 1967 dovrebbe farci riflettere sul concetto stesso di “live action”, a maggior ragione considerando che lo stesso Favreau continuerà a prendere parte a progetti del genere, dirigendo il sequel della pellicola di quest’anno e il remake de Il Re Leone, dove ricordiamo che non c’è alcun personaggio umano che possa essere interpretato da attori in carne ed ossa. Malgrado tutto risulta un film godibile, abbastanza distante dal cartone animato soprattutto in fatto di atmosfere, ma con qualche richiamo forte come la presenza di “The Bare Necessities” e di “I Wanna be Like You” (cantata peraltro da Giancarlo Magalli, il nostro Filottete. Azzardo a dire che tanti di noi vorrebbero più personaggi doppiati da Magalli, sia per la simpatia, sia per il talento: il suo Re Luigi è fantastico). Con Il Drago Invisibile la Disney affronta in misura nettamente inferiore il confronto con il lungometraggio di riferimento, Elliot il Drago invisibile del 1977, pressoché sconosciuto alle nuove generazioni. Il film è carino, nulla di memorabile, ma piacevole. A mio parere però la Disney commette un unico errore: nella loro presentazione iniziale (ovvero un bimbo che cresce da solo in una giungla/foresta diventando amico di creature non umane), i due film appaiono troppo simili rendendo inevitabile un confronto e una sensazione di “già visto” che penalizzano la pellicola di Lowery. C’è però da sottolineare che Mowgli e Pete sono personaggi profondamente diversi, e non possiamo liquidare il secondo definendolo un “Mowgli ripulito” come alcuni commentatori hanno fatto. Anche i loro amici animati svolgono funzioni totalmente differenti (Bageera, Baloo e il branco dei lupi sono dei veri e propri mentori; Shere Khan, Kaa, e King Louie sono antagonisti a tutti gli effetti; Elliot è più un animaletto domestico) così come la presenza e il ruolo degli umani. Ma non sarebbe stato più appagante poter vedere anche qualcosa di totalmente originale sulla scia di Tomorrowland – Il Mondo di Domani?
Come già annunciato l’anno scorso, i Marvel Studios si sono stabilizzati su due uscite l’anno. Ma non contenti, Kevin Feige e company nel 2017 passeranno addirittura ad uno standard di 3 pellicole all’anno (nella fattispecie gli attesissimi Guardiani della Galassia Vol. 2, Thor: Ragnarok, e Spider Man: Homecoming co-prodotto con la Sony). Due titoloni quelli del 2016, Captain America: Civil War e Doctor Strange.
I Russo tornano a raccontare le avventure di Steve Rogers, ma in un quadro decisamente diverso rispetto a prima. La trama riprende esattamente da dove Avengers: Age of Ultron ci aveva lasciati, rendendo i due lungometraggi inscindibili. Esattamente come il film di Joss Whedon, Civil War mette in scena una grande quantità di personaggi, testando la capacità del team di sceneggiatori composto da Christopher Markus e Stephen McFeely e dei registi stessi di gestire la coralità in vista dell’attesissimo terzo film sugli Avengers che come sappiamo chiamerà in causa Thanos armato di Guanto dell’Infinito e vedrà Vendicatori e Guardiani della Galassia (e forse altri personaggi) unire le forze per sconfiggerlo (ricordiamo che la prima parte si chiamerà Avengers: Infinity War. La seconda non ha ancora un titolo e arriverà a distanza di un annetto). Si tratta comunque di un ottimo thriller politico, con bellissime sequenze d’azione e nel quale ogni personaggio riesce ad essere gestito al meglio, a prescindere dallo screentime. Invece, passando al film di Scott Derrickson, si attendeva da tanto un lungometraggio incentrato su Stephen Strange. L’attesa ha dato i suoi frutti: il film riesce a mettere a fuoco in modo eccellente il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch e, in qualche modo, pone le basi per un universo (anzi, un multiverso) Marvel diverso, che probabilmente vedremo dopo la grande battaglia contro il Titano Pazzo. Visual effects bellissimi e mai come in questo caso utilissimi alla narrazione. Unica pecca: Kaecilius. La Marvel deve ancora sfornare un antagonista davvero temibile e carismatico (a parte Loki).
In queste ultime settimane abbiamo potuto assistere anche all’ultima fatica targata LucasFilm: Rogue One – A Star Wars Story, il primo spin off della saga creata negli anni settanta da George Lucas. L’idea è più che buona, rappresenta un ottimo compromesso per continuare e usare un determinato marchio ma raccontare storie originali e non scontate (un po’ quello che auspicavo per Zootropolis all’inizio e che suggerirei di accarezzare anche per Toy Story) che coinvolgono altri personaggi e ambienti di quello stesso mondo. L’impianto narrativo è lineare e ci sono degli spunti molto interessanti (i ribelli devono comportarsi anche “male”, gli estremisti…) e la spiegazione del perché una stazione spaziale così all’avanguardia come la Morte Nera avesse un punto debole così “vistoso” e banale, è perfetta. Ma il modo di raccontare le vicende è abbastanza confuso, per non parlare dei protagonisti: Jyn è completamente fuori dalla storia, gli eventi le scivolano addosso, non si riesce a creare un legame con lei, idem Cassian; ben riuscito invece il comprimario Chirrut e non dispiace neanche la sua controparte Baze; Saw Guerrera avrebbe meritato più spazio, si vede davvero poco e non soddisfa. Un vero peccato poiché date quelle premesse e alla luce dell’ultimo atto del film, poteva essere il miglior film targato Star Wars mai realizzato.
Serie Tv
Super dominio Marvel in fatto di serie televisive: il 2016 ne ha viste uscire addirittura 4, più una miniserie web! Cominciamo in ordine di anzianità. Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. conclude la sua terza stagione nella prima parte dell’anno in modo abbastanza convincente: ci si aspettava di più dai Secret Warriors invero, ma la minaccia rappresentata da Hive è molto interessante. Personaggio migliore assolutamente il Gideon Malick di Powers Boothe, che avevamo visto già interagire al cinema con Nick Fury in The Avengers. L’apertura della quarta stagione, dai toni più dark (tanto da valerle uno spostamento di orario) introduce Ghost Rider in modo efficace e originale oltre ai famigerati LMD, dei quali si parlava fin dalla prima stagione dello show. In questo arco ritroviamo il divertentissimo Dr. Radcliffe interpretato da John Hannah e l’energica inumana Elena “Yo-yo/Slingshot” Rodriguez con le fattezze di Natalia Cordova-Buckley. In particolare quest’ultima è un personaggio riuscito perfettamente, tanto da dedicarle anche la mini-webserie Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. – Slingshot, brevissima ma molto accattivante. Molto interessante anche Jeffrey Mace, il nuovo direttore dello S.H.I.E.L.D., interpretato da Jason O’Mara e per il quale si aspettano nuovi sviluppi al rientro.
Quest’anno è tornata a farci visita anche l’agente Peggy Carter con la seconda stagione di Marvel’s Agent Carter. Purtroppo per il momento sono stati gli ultimi episodi che abbiamo potuto vedere con protagonista Hayley Atwell nei panni dell’unica donna tra gli operativi dell’SSR, in quanto la serie non è stata rinnovata. C’è da dire che queste ultime 13 puntate sono state di un livello nettamente inferiore rispetto alle 9 del 2015. La trama era piuttosto banale e poco accattivante e i continui giochi sulla vita sentimentale della protagonista combattuta tra il suo collega Daniel Sousa (Enver Gjokaj) e il Dr. Wilkes (Reggie Austin) alla lunga stancano. Sempre impeccabile Jarvis, interpretato da James D’Arcy e ottima la chimica con la Atwell. È bello che in Agents of S.H.I.E.L.D. abbiano fatto menzione (e anche qualcosa in più) degli eventi raccontati in questa serie e speriamo, fiduciosi visto il finale aperto, di rivedere l’agente Carter e gli altri in nuove avventure… magari su Netflix.
E proprio Netflix sforna altre due serie: la seconda stagione di Marvel’s Daredevil e il terzo serial del filone che sfocerà nel 2017 in The Defenders, ovvero Marvel’s Luke Cage. La realizzazione tecnica è sempre da togliere il fiato e sicuramente si prestano entrambe perfettamente al binge watching come se fossero lunghissimi film di 13 ore. Le trame stavolta risultano un po’ meno convincenti: il diavolo di Hell’s Kitchen parte benissimo con l’introduzione del personaggio di The Punisher interpretato da Jon Bernthal (talmente ben riuscito da meritare una nuova serie in solitaria). La trama però mette troppa carne al fuoco con l’introduzione di Elektra e de La Mano: una digressione mistica che non si comprende appieno e che convive in modo confusionario con l’arco del Punitore. Bellissimo il ritorno di Vincent D’Onofrio, sempre magistrale nella sua interpretazione. Luke Cage l’abbiamo conosciuto già in Marvel’s Jessica Jones, e non mi aveva dato l’impressione di un personaggio molto carismatico. Riesce però a sostenere il peso dei tredici episodi, aiutato in modo considerevole dalla già nota infermiera Claire Temple (Rosario Dawson) e dalla detective Misty Knight (Simone Missick). La trama diventa avvincente verso la seconda metà, lo spaccato su Harlem è significativo. Purtroppo non convince fino in fondo: risulta lenta e il decollo avviene di sicuro in ritardo.
Infine ci sono stati gli ultimi episodi di un’altra serie non rinnovata: se vi avevo parlato de “I Muppet” in maniera entusiasta già alla fine del 2015, il reboot creativo che era stato annunciato ha dato i suoi frutti. Sono da sempre contrario al fan service, ma quanto fatto con la banda di pupazzi creata da Jim Henson, è più un “richiamo all’ordine”: finalmente ritroviamo quelle caratteristiche che hanno reso grande il Muppet Show, quel cuore che avevamo visto battere a intermittenza torna in modo consistente a farsi sentire smussando un po’ quel cinismo mostrato all’inizio. Torna la musica, tornano alcuni sketch, con le dovute rivistazioni, cult… insomma, tornano i Muppet che il pubblico ama. È un peccato non aver continuato con la produzione di nuovi episodi su questa scia.
Non perdono davvero tempo Marvel e Sony. È bastata la risposta positiva del web al teaser trailer di Spider-Man: Homecoming diffuso ieri per annunciare il sequel del cinecomic.
Ebbene sì, la nuova avventura di Spidey con protagonista il giovane attore Tom Holland non è ancora arrivata al cinema (e anzi, manca ancora un bel pezzo visto che lo attendiamo per luglio 2017), ma è già stata fissata la data d’uscita del sequel. Si tratta del 5 luglio 2019.
Il secondo capitolo di Spider-Man: Homecoming si aggiunge quindi a Captain Marvel e al sequel di Avengers Infinity War per un anno che sembra davvero esplosivo per la Casa delle Idee. (Cliccate qui per scoprire tutte le date d’uscita dei prossimi film Disney)
Questa la sinossi di Spider-Man: Homecoming: Il film segue le vicende del giovane Peter Parker, adolescente che frequenta una scuola per eccellenze. Dopo i fatti di Civil War, non è facile per Peter tornare alla realtà e pensare allo studio, come vorrebbe il suo benefattore Tony Stark, che preferirebbe si tenesse fuori dai guai. Quando però emerge un nuovo supercattivo, Avvoltoio, Spider-Man dovrà indossare di nuovo la tuta per proteggere coloro che ama.
Il rumor su un possibile cambio di titolo di Avengers – Infinity War circolava ormai da un po’. Secondo alcune dichiarazioni dei fratelli Russo, registi della pellicola che era stata inizialmente divisa in due parti (2018 e 2019), si trattava infatti soltanto di un working title e la Parte Uno e la Parte Due erano in realtà due film ben diversi.
La Marvel ha ora confermato il tutto, annunciando che Avengers – Infinity War sarà in effetti il titolo del terzo film dei Vendicatori, in uscita al cinema il 4 maggio 2018. Invece, quello che inizialmente era Avengers – Infinity War Parte II è diventato un misterioso “Untitled Avengers“. Si tratterà quindi di un quarto capitolo della saga dei Vendicatori.
Potete trovare tutte le date d’uscita dei prossimi film cliccando qui.
QUI la nostra recensione di Avengers – Age of Ultron.
Fonte: Collider
Questa notte in America e poche ore fa in Italia è stato finalmente pubblicato il primo Trailer di Captain America – Civil War!
Senza dilungarci ulteriormente ve lo lasciamo di seguito.
Qual è la vostra fazione?
Questa la sinossi ufficiale: Captain America: Civil War vede Steve Rogers al comando della nuova squadra degli Avengers, intenti a proseguire la loro lotta per salvaguardare l’umanità. Ma, quando un altro incidente internazionale in cui sono coinvolti gli Avengers provoca dei danni collaterali, le pressioni politiche chiedono a gran voce l’installazione di un sistema di responsabilità, presieduto da un consiglio d’amministrazione che sorvegli e diriga il team. Questa nuova dinamica divide gli Avengers in due fazioni: una è capeggiata da Steve Rogers, il quale desidera che gli Avengers rimangano liberi dalle interferenze governative, mentre l’altra è guidata da Tony Stark, che ha sorprendentemente deciso di sostenere il sistema di vigilanza istituito dal governo.
Prodotto dai Marvel Studios, il film uscirà il 6 Maggio 2016, in Italia il 4 Maggio 2016. Sarà diretto dai fratelli Russo. La sceneggiatura è di Christopher Marcus e Stephen McFeel.
Dopo aver conquistato il pubblico di tutto il mondo con un Box-Office globale di oltre un miliardo di euro, l’adrenalinica avventura prodotta dai Marvel Studios, Avengers: Age of Ultron, arriva oggi (23 Settembre) in Blu- Ray 3D, Blu-Ray, DVD e in una preziosa edizione da collezione Steelbook.
Tantissimi contenuti speciali sono pronti a rendere unica la visione in Home-Video come per esempio Un’Avventura Globale che accompagna lo spettatore in un viaggio virtuale attraverso i set di tutto il mondo in cui sono state effettuate le riprese del film, tra i quali l’italianissimo Forte dei Bard, scelto come location per la sede dell’Hydra, acerrima nemica dello S.H.I.E.L.D.
In alta definizione spazio a tante informazioni e curiosità con il commento audio del regista Joss Whedon e il Dietro le Quinte di Avengers: Age of Ultron in cui sarà possibile scoprire un’interessante approfondimento sul making off del film. E, infine, per chi di super eroi non ne ha mai abbastanza ecco le Scene Estese e Tagliate, e i divertentissimi Errori dal Set.
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Ve lo avevamo già annunciato; ora è il momento di dare una prima occhiata ai protagonisti. Parliamo di Sanjay’s Super Team, il cortometraggio che accompagnerà al cinema il film Pixar Il Viaggio di Arlo, in uscita a novembre.
Si tratta del primo corto Pixar ad avere un protagonista non bianco: è il piccolo Sanjay del titolo, un bimbo indiano che altri non è che l’alter ego del regista Sanjay Patel. Lo spunto per la sua prima opera è autobiografico: Patel ha voluto raccontare la sua infanzia e in particolare il suo iniziale rigetto per le tradizioni indiane. Desideroso di integrarsi con i suoi compagni americani, si è ritrovato infatti a respingere la cultura dei suoi genitori immigrati dall’India, arrivando a conoscerla e ad apprezzarla solo con il tempo.
Il corto inizia con una scena che si ripeteva spesso durante l’infanzia di Sanjay. Mentre il bambino è incantato davanti alla tv a guardare i suoi programmi di supereroi preferiti, il padre lo interrompe chiamandolo per la meditazione e la preghiera del mattino. Stavolta, però, quando Sanjay lo raggiunge controvoglia, accade qualcosa di diverso: tre divinità indiane prendono vita davanti ai suoi occhi per dimostrargli che le tradizioni di famiglia possono essere affascinanti quanto il mondo dei supereroi americani.
I tre dei che compariranno sono Hanuman, una divinità simile a una scimmia, Durga, la dea del potere e della protezione e Vishnu, che rappresenta la conservazione. Il corto giocherà con il fatto che il piccolo protagonista li vede simili agli eroi occidentali come gli Avengers, ma sarà anche ricco di riferimenti alla cultura d’origine del regista. Inoltre, sarà muto e accompagnato solo da musica tradizionale composta da Mychael Danna (già autore della colonna sonora di Vita di Pi).
Di seguito le prime due immagini:
Guarda il trailer di Il Viaggio di Arlo
Fonte: USA Today