È stato un incontro ricco di emozioni quello con il Premio Oscar Hans Zimmer, che nel secondo giorno di View Conference 2018 ha conquistato un sala piena fino a scoppiare per il suo talk “Step into my music”. Il compositore, che ha esordito in modo scherzoso dicendo di voler andare a ruota libera sulla sua carriera, ha proposto dapprima una riflessione sul ruolo della musica nella sua vita e su cosa significa per lui fare musica, soprattutto in un mondo come quello in cui viviamo oggi.
“Al cinema, la musica è un’esperienza al di là delle immagini, permette di aggiungere un altro livello di emozione più nascosto, ma altrettanto importante”, ha riflettuto insieme al pubblico. “Ma a me non piace l’idea della “musica da film”. Non penso che esista una cosa del genere, esiste solo la musica, bella o brutta che sia. Ed essa racconta la storia dell’umanità. In tutti i vari generi che esistono, la costante per me non è “chi siamo stati” ma “chi potremmo essere come specie umana”.
Zimmer ha poi illustrato brevemente il suo metodo di lavoro, citando alcune esperienze con registi e produttori che gli hanno permesso “di dare voce alle sue idee più folli”, come Ridley Scott o Christopher Nolan. Solitamente la colonna sonora è l’ultimo anello della catena di produzione di un film, ma Zimmer preferisce lavorare a stretto contatto con il regista fin dal primo momento, creando un rapporto intimo che permetta di sviluppare le idee per la musica parallelamente a quelle per la storia. Anche per questo, ama particolarmente lavorare ai film d’animazione perché al contrario del live action sono sempre modificabili fino all’ultimo momento; questo gli permette di essere coinvolto fin dall’inizio nella produzione e di avere maggiore libertà. Idealmente, confessa di scrivere per un personaggio immaginario che ha chiamato Doris, una donna qualunque dal lavoro e dalla vita frustrante che ama andare al cinema per svagarsi nel weekend. “Il lavoro del filmmaker è quello di rendere la vita dello spettatore più bella, almeno per quelle due ore”, ha affermato.
Non poteva mancare poi qualche aneddoto sulla lavorazione del film Disney Il Re Leone, che gli è valso il Premio Oscar come Miglior colonna sonora. Zimmer ha rivelato di aver in realtà rifiutato la prima offerta della Disney: “Sapete, io non volevo fare Il Re Leone! Gli dissi: “Guardate che a me non piacciono né i musical né le principesse che cantano”. Mi risposero: “Proprio per questo vogliamo che lo faccia tu”. Incuriosito così dal progetto, ne è stato poi letteralmente conquistato quando ha scoperto che alla base della storia c’era il rapporto padre-figlio: Il Re Leone è diventato per lui un requiem per suo padre, morto quando lui aveva appena 6 anni.
Ma non solo: si è appassionato così tanto al progetto che ha rischiato addirittura… la vita! La crew era infatti pronta a volare in Sudafrica per registrare la colonna sonora all’alba delle votazioni del 1994, che avrebbero portato all’elezione di Nelson Mandela e alla fine dell’apartheid. A causa dei tumulti e della guerriglia presente nel paese, i dirigenti dei Walt Disney Studios si opposero con fermezza, arrivando a chiedersi chi avrebbe potuto rimpiazzare Zimmer e finire la colonna sonora, in caso gli fosse successo qualcosa durante il viaggio. “Ero talmente appassionato del film che stavamo facendo che non mi importava nemmeno affrontare la morte“, ha ricordato Zimmer. “Alla fine non mi hanno permesso di andare, ma riuscirò a farlo adesso in quanto sto scrivendo la colonna sonora del live action de Il Re Leone che uscirà l’anno prossimo. Ho deciso di richiamare i bambini, ormai adulti, che avevamo nel coro originale nel 1994, in memoria di tutti coloro che hanno perso la vita durante quei giorni in Sudafrica. Quando ascoltate la colonna sonora del film, ricordatevi che stavamo creando bellezza in mezzo alla sofferenza e alla guerra.”
Hans Zimmer ha infine concluso il suo talk con un’esortazione alla creatività e anche alla follia dell’arte, per tutti i giovani aspiranti musicisti, ma non solo: “Vivete la vita con saggezza, siate senza paura, fate rumore. Create! Per quale altro motivo siamo su questa terra?”.