Non poteva mancare a View Conference 2019 Klaus, il film d’animazione di Natale che segnerà il grande debutto del nuovo studio di Netflix Animation. Presente sul palco a presentare la sua opera il regista Sergio Pablos (che noi avevamo intervistato a Giffoni Film Festival), direttamente dagli SPA Studios di Madrid dove il film è stato animato.
Pablos ha avuto modo di illustrare al pubblico di View Conference la lavorazione del film, che essendo animato interamente a mano ha visto il coinvolgimento di veterani della sua generazione accanto a nuove leve appassionate di 2D. Pezzo forte di Klaus è però lo straordinario software per l’illuminazione che regala ai disegni una tridimensionalità mai vista prima per un film in tecnica tradizionale, tanto che Pablos ha scherzato sul fatto che tutti gli spettatori continuano a scambiarla per tecnica 3D.
L’effetto ricercato era invece quello di un artbook o un libro illustrato in movimento, e sicuramente Klaus dal punto di vista visivo è qualcosa di impressionante, e un enorme salto in avanti per l’animazione a mano, sulla quale la sperimentazione ad alto budget era praticamente ferma da La principessa e il ranocchio (2009). Dalle prime (e numerose) scene mostrate da Pablos a View Conference, il film non solo sembra la fusione perfetta tra animazione a mano e un feeling 3D (che è, appunto, solamente apparente), ma dimostra anche una storia solida, gag ben riuscite ed emozioni assicurate. C’è molto di Disney classica in questo Klaus, con un tocco moderno che decisamente si attendeva da tempo per quanto riguarda l’animazione a mano.
Ecco infine la descrizione delle scene mostrate a View Conference 2019 Klaus.
View Conference 2019 Klaus, la descrizione delle scene
L’arrivo di Jesper al villaggio
Il protagonista Jesper, inizialmente scontroso e poco socievole, viene inviato nel villaggio sperduto di Smeerensburg con l’obiettivo di mettere in piedi un efficiente servizio postale. Aspettandosi una grande accoglienza, Jesper viene imbrogliato dal traghettatore Mogens che lo spinge a suonare “la campana della guerra”, una campana posta al centro della città al cui rintocco si scatena l’inferno tra i riottosi cittadini. La città si rivela subito litigiosa e ostile; cercando rifugio Jesper finisce per caso in una baracca che molto tempo addietro era una scuola. La abita la maestra Alma, che avendo perso tutti i suoi alunni (non più interessati ad imparare) ora si è trasformata in una venditrice di pesce fresco.
L’incontro con Klaus
Alla disperata ricerca di un modo per andarsene in fretta dalla città, Jesper si imbatte in Klaus, un uomo burbero dalla folta barba bianca che intaglia giocattoli fatti a mano. Sembra la soluzione perfetta: il postino gli propone così di regalare giocattoli ai bambini in cambio di una letterina.
Il nuovo servizio postale
In breve tempo, il nuovo servizio postale di Jesper inizia a prendere piede con successo: tutti i bambini sono entusiasti dell’iniziativa e ogni giorno corrono a spedire nuove letterine al signor Klaus sperando di ricevere in cambio giocattoli. I giochi, a loro volta, finiscono per ravvivare la città: per la prima volta, i più piccoli scoprono il piacere di stare insieme e di condividere, risvegliando le risate e l’allegria in tutta Smeerensburg. Inoltre, Jesper annuncia che soltanto coloro che faranno buone azioni riceveranno un regalo da Klaus, il quale compila ogni giorno una lista dei bambini buoni e dei bambini cattivi. La notizia genera una catena di buone azioni che iniziano a ripercuotersi anche sulla vita dei genitori e di tutti i cittadini.
Ma non solo. Come abbiamo scoperto all’inizio, alcuni bambini di Smeerensburg non sono mai andati a scuola, tanto che la maestra ha dovuto improvvisarsi venditrice di pesce. Jesper suggerisce loro di tornare sui banchi per imparare a scrivere: senza lettera, infatti, non riceveranno alcun dono. Anche se inizialmente riluttante, Alma ritrova così la passione per l’insegnamento e la sua scuola si popola di nuovo di allievi.
Le renne
Nell’ultima scena vediamo invece Jesper e Klaus domare un branco di renne per poter trainare la slitta con cui consegnare tutti i loro regali. È ovviamente l’inizio della famosa leggenda di Babbo Natale, ma anche un’occasione per il regista di mostrare uno dei pochi elementi del film realizzati in CGI 3D. Sergio Pablos ha spiegato infatti che il computer è corso in aiuto dei disegnatori per quanto riguarda alcuni oggetti di scena, set e animali che non sarebbero più stati riutilizzati e per cui era necessario economizzare il più possibile il budget e il tempo. Nonostante ciò, le texture di questi elementi sono state studiate approfonditamente per far sì che si mescolassero in maniera perfetta con i disegni a mano: in effetti, sullo schermo è praticamente impossibile distinguere gli uni dagli altri.