Direttamente dalla fucina di talenti della Industrial Light and Magic è arrivato a Torino a View Conference 2016 il supervisore degli effetti speciali Russell Earl per presentare la sua ultima fatica, Captain America: Civil War.
L’ultimo film dei Marvel Studios è stata una vera sfida per gli artisti e i tecnici di ILM soprattutto per l’elevato numero di personaggi che compaiono contemporaneamente in scena e che nella maggior parte dei casi hanno richiesto la creazione di un digital double, ovvero una replica esatta dell’attore realizzata al 100% in computer grafica.
Per illustrare il suo lavoro sul film, Earl ha analizzato passo dopo passo la creazione della scena di combattimento in aeroporto, dove il Team Cap e il Team Iron Man al completo si scontrano.
Il primo step per iniziare a comporre la scena è ovviamente studiare lo script, che viene in seguito trasformato in storyboard per aiutare gli animatori a “vedere” le varie inquadrature. In questa fase gli artisti fanno riferimento ai fumetti Marvel originali per gag e soluzioni sceniche, ad esempio da lì hanno tratto la scena in cui Ant-Man viene scagliato in aria da Occhio di Falco su una freccia.
Uno dei primi problemi che si sono presentati è stato quello della creazione dell’aeroporto, che è stato costruito da zero completamente in CGI in quanto le riprese sono avvenute ad Atlanta su green screen. La location è basata sull’aeroporto di Lipsia (Germania), realmente esistente. Gli animatori si sono quindi orientati con foto e immagini scattate con il satellite per disegnare . una mappa del luogo, successivamente divisa in sezioni corrispondenti ai garage, agli hangar e alle varie piste da riprodurre. Il lavoro si è rivelato molto più complicato del previsto: si pensava di dover costruire 8 set, mentre alla fine si sono rivelati 14; allo stesso modo si credevano sufficienti solo 50 tra aerei, veicoli e oggetti di scena ma negli shot completi ce ne sono oltre 700.
La difficoltà più grande sono stati comunque i personaggi: il combattimento dura 20 minuti, durante i quali si alternano ben 12 personaggi. Di essi, tutti quelli che indossano la maschera (Iron Man, Falcon, War Machine, Pantera Nera, Visione, Ant-Man e Spider-Man) sono realizzati interamente in CGI. Quelli che non indossano la maschera sono in live action finché rimangono a terra, mentre se volano o vengono in qualche modo sollevati da terra diventano in digital double. Il problema con la realizzazione di scene simili è che il visual development avviene mentre le riprese sono ancora in corso, quindi gli artisti devono lavorare utilizzando come riferimento degli stuntmen. Per modellare la computer grafica sull’attore originale è quindi necessario sottoporli a delle sessioni di “scanning”, ovvero di fotografie accuratissime da ogni tipo di angolazione unite a mappatura che permetterà agli animatori di ricreare nei minimi dettagli l’attore. La tecnica è stata talmente efficiente che secondo Earl arrivati a un certo punto della produzione era diventato quasi impossibile anche per loro distinguere quale fosse la persona vera e quale il personaggio in CGI.
Il talk si è concluso poi con la proiezione di alcune animazioni preliminari e di studi per i personaggi di Ant-Man/Giant-man e di Spider-Man, i più complicati da realizzare perché interamente modellati in CGI. L’impressione è sicuramente quella di grande meraviglia per le possibilità che ha raggiunto oggi la computer grafica: viene proprio da chiedersi quali siano (se esistono) i limiti, dato che ormai è possibile riprodurre in modo così fedele persino un essere umano e la performance di un attore.