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Da circa un mese anche in Italia è disponibile Disney+, la piattaforma streaming di proprietà della The Walt Disney Company. Nel vasto catalogo sono presenti anche gli amati Classici, i lungometraggi di animazione che dal 1937 ad oggi sono il fiore all’occhiello della casa di produzione americana. La verità è però che dei 58 film prodotti, molti sono caduti nel dimenticatoio. Ecco quindi 7 Classici da riscoprire su Disney+.
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SALUDOS AMIGOS E I TRE CABALLEROS
Prima che gli USA prendessero parte alla Seconda Guerra Mondiale, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America commissionò alla Disney dei film da proiettare nel Paese e nell’America Centrale e Latina come politica di buon vicinato. Il motivo di questa commissione era quello di contrastare i legami che le Nazioni del Sud America avevano con la Germania nazista. La scelta di Walt Disney come ambasciatore fu tutt’altro che casuale: Topolino e altri personaggi Disney erano popolari nell’America Latina, quindi quale modo migliore di farsi amici tali Paesi se non attraverso personaggi amati? Così Disney e una ventina di compositori, artisti, tecnici, ecc. dello studio visitarono l’America Latina, sostando in particolare in Brasile, Argentina, Cile e Perù. Ispirati dalle città e dalle bellezze naturali dei luoghi visitati, crearono storie che ne riflettessero gli usi e i costumi.
Da questo viaggio nacque dunque Saludos Amigos. Film corale in tecnica mista, è composto da quattro episodi in cui vengono mostrate le bellezze e le usanze dei Paesi Latini. Paperino visita il Lago Titicaca vede il noto papero faccia a faccia con un lama mentre fa il turista al celebre lago. Pedro ha per protagonista il piccolo aereo cileno del titolo al suo primo volo. Questo episodio spingerà il fumettista René Ríos Boettiger (Pepo), deluso dall’immagine che fornisce del Cile, a creare Condorito, uno dei giornali a fumetti latino-americani più famosi. El Gaucho Goofy, con protagonista assoluto Pippo, esplora le somiglianze e le differenze tra il cowboy e il gaucho argentino. Infine Aquarela do Brasil è probabilmente il più famoso ed è incentrato ancora su Paperino. L’irascibile papero fa la conoscenza del Brasile e del samba grazie a José Carioca, nuovo personaggio creato per l’occasione.
Seguendo la stessa politica, due anni dopo arrivò I tre caballeros. Sempre in tecnica mista e sempre diviso in episodi, questa volta ben sette. Collante degli episodi è di nuovo Paperino, il quale per il suo compleanno riceve tre regali dai suoi amici del Sud America: un proiettore cinematografico, con cui vede documentari sugli uccelli, un libro che racconta la città di Bahia e una piñata. Quest’ultima è un regalo di Panchito Pistoles, un gallo antropomorfo originario del Messico, che gli spiega le usanze del suo Paese. Il film ha ispirato la serie animata La leggenda dei Tre Caballeros.
I due film contribuirono a un cambiamento di percezione che gli statunitensi avevano dell’America Latina. A tale proposito lo storico del cinema Alfred Charles Richard Jr. ha affermato che Saludos Amigos «in pochi mesi ha fatto di più per cementare una comunità di interessi tra i popoli delle Americhe di ciò che il Dipartimento di Stato aveva fatto in cinquant’anni».
BONGO E I TRE AVVENTURIERI
Nel cinema non è raro che la produzione di un film sia travagliata. Non fa eccezione Bongo e i tre avventurieri, film in due episodi del 1947. Inizialmente infatti i due segmenti del film erano stati pensati come lungometraggi singoli. Il primo, basato sul racconto scritto da Sinclair Lewis per la rivista Cosmopolitan nel 1930, avrebbe dovuto essere un prequel di Dumbo e avrebbe raccontato la storia di un orso da circo che fugge e inizia a vivere libero in natura. Il secondo film invece sarebbe stato la trasposizione di Jack e la pianta di fagioli, con protagonisti Topolino, Pippo e Paperino. L’idea venne agli animatori Bill Cottrell e T. Hee durante la lavorazione di Fantasia, e piacque talmente tanto a Walt Disney che, stando al racconto dei due, il papà di Topolino «scoppiò a ridere con le lacrime che gli scendevano sulle guance con gioia». Nonostante Disney fosse convinto che il film «avrebbe assassinato i personaggi», acconsentì alla produzione.
La lavorazione dei due film iniziò quasi in contemporanea, ma venne interrotta a causa dello sciopero degli animatori del 1941 e per l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Quest’ultima causò la chiusura del mercato europeo, portando la Disney a una crisi finanziaria. Inoltre, a seguito dell’attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941, l’esercito chiese a Disney di produrre film di propaganda, cosicché le due pellicole in questione, insieme a molti altri progetti, vennero messi in stand by. Si decise così di creare film collettivi, visti gli alti costi di produzione per un lungometraggio. Per questo, Bongo e Topolino e il fagiolo magico vennero infine accorpati in un unico film. Decisione dovuta anche al fatto che l’animazione dei due prodotti non era ritenuta abbastanza sofisticata per farne dei lungometraggi a sé stanti.
Maestro di cerimonie del film è il Grillo Parlante di Pinocchio. Il piccolo elegante personaggio giunge in una casa dove ci fa ascoltare un LP con la voce narrante di Dinah Shore, che racconta la storia dell’orso Bongo. Successivamente si aggrega alla giovane Luana Patten, attrice di punta degli Studios di quegli anni, e al ventriloquo Edgar Bergen, che sta raccontando una storia. Un film semplice, divertente e pieno di azione. Due episodi adatti a tutte le età capaci di intrattenere ancora oggi. Sicuramente la parte live action è un po’ troppo invadente, ma Bongo e i tre avventurieri resta uno dei Classici più iconici di quegli anni.
Il titolo originale Fun & Fancy Free, cioè svago e fantasia gratis, è un invito al pubblico di lasciarsi alle spalle – almeno momentaneamente – le ansie e le preoccupazioni che la Seconda Guerra Mondiale aveva portato con sé.
LE AVVENTURE DI ICHABOD E MR. TOAD
Destino simile a Bongo e i tre avventurieri ha avuto Le avventure di Ichabod e Mr. Toad. Nel 1938 Walt Disney acquistò i diritti di Il vento tra i salici, libro per bambini di Kenneth Grahame; anche in questo caso l’idea iniziale era di farne un lungometraggio. Ultimata la sceneggiatura nel 1941, visto che il film sarebbe stato a basso costo, in soli sei mesi vennero animati 33 minuti di film. L’inizio della guerra però fece mettere il progetto momentaneamente in pausa. Inoltre lo Studio riteneva che l’animazione degli animali antropomorfizzati fosse al di sotto degli standard per un Classico.
Si decise così di farlo diventare un episodio di un film collettivo. Inizialmente avrebbe dovuto essere accoppiato con Topolino e il fagiolo magico e The Gremlins sotto il titolo Three Fabulous Characters. Visto che The Gremlins non si concretizzò, il titolo venne cambiato in Two Fabulous Characters. Successivamente il corto di Topolino venne unito a quello di Bongo, perciò le avventure di Taddeo Rospo vennero accostate alla trasposizione animata de La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving. Nacque così Le avventure di Ichabod e Mr. Toad, ultimo film collettivo degli anni ’40 della Disney.
I due episodi, benché molto diversi tra loro, hanno in comune una grande comicità. In Il vento tra i salici Taddeo Rospo è un irrequieto ricco che vive all’insegna dell’avventura e del divertimento, incurante delle conseguenze. Un rospo antropomorfo che si getta in ogni nuova sfida senza esitazione e con risultati non propriamente riusciti. Ne La leggenda della valle addormentata la comicità è dovuta invece all’aspetto di Ichabod Crane, l’alto e dinoccolato nuovo maestro del villaggio. L’uomo, nonostante il suo buffo aspetto, risulta fascinoso, attirandosi le ire del bellimbusto del paese, che cercherà in tutti i modi di metterlo in ridicolo. Ovviamente con esilaranti fallimenti. Due storie divertenti nel pieno stile Disney, dove non manca un tocco horror.
RED E TOBY – NEMICIAMICI
Una storia d’amicizia impossibile è al centro della vicenda di Red e Toby – Nemiciamici, che parla del legame tra una volpe e un segugio. Il film del 1981 è la libera trasposizione del romanzo The Fox and The Hound di Daniel P. Mannix. Come altri prima di lui, anche il 24° Classico Disney ha avuto una lunga gestazione. Infatti la casa di produzione aveva acquisito i diritti del romanzo nel 1967, ma solo dieci anni dopo poté iniziare a lavorarci. Inoltre vi furono divergenze creative tra i registi Wolfgang Reitherman e Art Stevens, che portarono il primo a lasciare la regia. I due si trovarono in disaccordo sulle scene chiave del film, di cui avevano una visione opposta. Senza contare che Reitherman voleva inserire una scena musicale in cui due gru cantano a Red la canzone Scoobie-Doobie Doobie Doo, Let Your Body Turn Goo. La scena fu bocciata poiché ritenuta fuori contesto. In più molti animatori – tra cui Don Bluth – lasciarono lo studio durante la lavorazione del film.
Completata l’animazione, Red e Toby – Nemiciamici uscì nei cinema con sei mesi di ritardo rispetto al previsto, ma fu comunque un discreto successo di critica e pubblico. Motivo della riuscita sono una storia di amicizia non convenzionale che mostra come la società possa influenzare il nostro comportamento: un film dalla trama semplice ma con un grande cuore e con un climax degno di nota.
Red e Toby – Nemiciamici è stato l’ultimo film che ha visto il coinvolgimento di Frank Thomas e Ollie Johnston, gli ultimi due dei mitici Nine Old Men ancora in Disney.
TARON E LA PENTOLA MAGICA
Il film animato più costoso dell’epoca, anche noto come il film che ha quasi ucciso la Disney. Questo è il biglietto da visita, tutt’altro che lusinghiero, di Taron e la pentola magica (The Black Cauldron). Diretto da Ted Berman e da Richard Rich (già registi di Red e Toby – Nemiciamici), è il 25° Classico ed è basato sui primi due libri della saga Le cronache di Prydain di Lloyd Alexander.
Anche Taron ebbe una gestazione travagliata. Non solo il team creativo venne modificato in corso d’opera – tra gli animatori vi erano Tim Burton, John Musker e Ron Clements – ma il film venne tagliato di ben 12 minuti, rimontato e rianimato in continuazione a causa dei pessimi risultati dei test screening. Basti pensare che molti bambini abbandonarono la sala prima della fine del film per lo spavento. Costato tra i 25 e i 44 milioni di dollari, ne incassò poco più di 21 nei soli USA. Inoltre le recensioni dell’epoca furono molto negative, rimarcando l’assenza della magia Disney.
A causa del flop, la pellicola è stata in un certo senso disconosciuta dalla stessa casa di produzione, tanto che l’uscita in Home Video avvenne solo nel 1998. Ma nonostante la sua nomea Taron e la pentola magica è divenuto negli anni un cult. Infatti, benché la storia non sia esaltante, questo dark fantasy è comunque in grado di emozionare con il suo viaggio dell’eroe attraverso una terra sporca piena di scheletri, con un atmosfera per nulla spensierata, ambienti claustrofobici e un villain che vuole annientare il mondo. Un film sì cupo, ma dove la speranza regna sovrana.
Curiosità: è stato il primo lungometraggio Disney a utilizzare la CGI, il primo Disney non musical e il primo in cui compare il logo della Walt Disney Pictures con il castello bianco su sfondo azzurro.
BASIL L’INVESTIGATOPO
Sherlock Holmes è senza dubbio uno degli investigatori più famosi della letteratura, sin dalla sua prima apparizione nel romanzo Uno studio in rosso del 1887. Da allora il personaggio creato da Arthur Conan Doyle è stato protagonista di spettacoli teatrali, film, serie tv e libri per bambini. Proprio sulla serie di libri Basil of Baker Street, scritti da Eve Titus e illustrati da Paul Galdone, si basa il film Disney Basil l’investigatopo (The Great Mouse Detective). Il classico, del 1986, è diretto dal quartetto composto da Burny Mattinson, Dave Michener, Ron Clements e John Musker. Questi ultimi due qualche anno dopo avrebbero dato il via all’epoca del Rinascimento Disney con La sirenetta.
L’idea per un adattamento animato di Sherlock Holmes con animali antropomorfi venne presa in considerazione per la prima volta a fine anni ’70, ma venne successivamente scartata perché la trama era troppo simile a quella di Bianca e Bernie. Fu riproposta da Ron Clements nel 1982, il quale suggerì di adattare il libro per bambini della Titus.
Il film fu un grande successo di pubblico e critica. La riuscita di Basil l’investigatopo è merito non solo di una buona animazione ma anche e soprattutto di un’ottima sceneggiatura, in grado di dare vita a una storia avvincente e divertente, con un protagonista irresistibile e un cattivo carismatico, Rattigan, senza dubbio uno dei meglio riusciti del periodo. Un noir in piena regola dove non mancano ironia e mistero.
OLIVER & COMPANY
Molti dei Classici Disney sono ispirati a leggende popolari o romanzi e Oliver & Company non fa eccezione. Diretto da George Scribner, il film è la libera trasposizione di Oliver Twist di Charles Dickens. Protagonista del titolo è un tenero gattino nella caotica New York di fine anni ’80. L’idea per la trasposizione del romanzo venne all’animatore Pete Young che suggerì di fare un «Oliver Twist con i cani». Come di consueto, la gestazione fu lunga e il prodotto finale molto diverso da come pensato originariamente, soprattutto pensando che inizialmente avrebbe dovuto essere un live action del musical teatrale Oliver!.
Intitolato Oliver and the Dodger, nelle prime versioni il progetto aveva una trama alquanto cupa e vedeva Oliver vendicarsi della morte dei suoi genitori. Quando però Richard Rich lasciò la regia, George Scribner riscrisse la sceneggiatura, dando vita al Classico che tutti conosciamo. Dopo due anni e mezzo di lavorazione, il 18 novembre 1988 Oliver & Company arrivò nei cinema USA (in Italia sarebbe uscito l’anno seguente) e fu un grande successo di pubblico. Il film fu il primo cartone animato a incassare 100 milioni di dollari. Un risultato che da allora spronò la Disney a far uscire un Classico all’anno.
Il riscontro positivo fu dovuto in particolare ai suoi colorati ed eterogenei personaggi, tanto vivaci quanto sfacciati, alle canzoni accattivanti e a una regia che fa entrare nel pieno della storia. Questa trasposizione moderna e allegra del classico della letteratura inglese coinvolge e intrattiene a ogni visione.
E voi, quali Classici avete riscoperto su Disney+?
Fonte immagini: imdb.com.