Siamo nel 1941. Per l’America si avvicina il momento di unirsi alla Seconda Guerra Mondiale, e Walt Disney ha un’intuizione: l’industria del cinema soffrirà, bisogna trovare un modo per tenere viva l’azienda. Nel febbraio di quell’anno pronuncia un discorso di fronte al suo staff, comunicando l’intenzione di iniziare a formare le artiste affinché diventino disegnatrici e animatrici. Fino a quel momento, infatti, le donne venivano assegnate più che altro al reparto Ink & Paint, dove si occupavano della colorazione e dell’inchiostrazione, mansioni che richiedevano una certa precisione e cura per il dettaglio, per la quale si diceva che il genere femminile fosse più portato.
Agli uomini che protestano, Walt Disney risponde per le rime:
“Un’altra voce disgustosa è che stiamo cercando di insegnare alle donne come fare animazione per rimpiazzare gli artisti uomini, che costano di più. È la cosa più stupida che io abbia mai sentito. Non siamo interessati a manodopera a basso costo, siamo interessati a persone che sappiano offrire un contributo efficiente. Forse è necessario dare una spiegazione di come mai abbiamo deciso di allargare l’apprendistato anche alle donne. Prima di tutto, vorrei iniziare dicendo che se una donna è in grado di fare il lavoro allo stesso modo, allora vale esattamente quanto un uomo.
Le ragazze stanno imparando come fare animazione per ottimi motivi. Il primo è renderle più versatili, così da riuscire a sostenere i momenti in cui c’è maggior lavoro tra inbetweening e inchiostrazione. Credetemi, più la nostra azienda sarà versatile, più ne beneficeranno tutti i dipendenti, perché questo garantirà un’occupazione stabile e un’alternanza di progetti costante allo studio.
La seconda ragione è che l’eventualità di una guerra o della leva obbligatoria potrebbe costringere ad allontanarsi molti dei nostri impiegati uomini, specialmente i più giovani che vorrebbero lavorare con noi. Penso che le donne potrebbero aiutare, se c’è la possibilità di mantenere vivo questo business durante questo periodo, così che gli uomini possano tornare al lavoro dopo la guerra.
Terzo, le artiste hanno il diritto allo stesso avanzamento di carriera che è concesso agli uomini, e io credo sinceramente che possano contribuire a questo business portando qualcosa che gli uomini non potrebbero o non vorrebbero mai. Nel gruppo che si sta formando in questo momento ci sono delle vere promesse, e un ottimo esempio è il lavoro di Ethel Kulsar e Sylvia Holland nella Suite dello Schiaccianoci, oltre alla giovane Retta Scott, di cui sentirete parlare quando guarderete Bambi“.
Nella folla, probabilmente, alcuni sentono per la prima volta il nome di Retta Scott, eppure questa giovane artista uscita dal Chouinard Art Institute lavora agli studi già da tre anni. È stato il dirigente dell’Istituto d’arte a spingerla a candidarsi ai Disney Studios, dopo aver osservato i disegni dal vivo che la ragazza realizzava nel tempo libero, studiando gli animali al Griffith Park Zoo.
Appena arrivata, nel 1938, Retta Scott viene assegnata al reparto per lo sviluppo della storia di Bambi. Presto, però, i suoi disegni attirano l’attenzione di Walt Disney in persona e del regista del film Dave Hand: quando il film entra in produzione, decidono di assegnarle l’animazione di una scena. E non una scena qualunque: notando la sua propensione al disegno realistico piuttosto che alla caricatura, il regista destina a lei la sequenza in cui i cani da caccia rincorrono la cerbiatta Faline nell’atto finale. Il leggendario animatore Eric Larson, membro dei cosiddetti Nine Old Men (gli animatori “fedelissimi” di Walt), è il suo mentore in questa prima impresa, ma in seguito darà a lei tutto il merito della creazione della scena. “Retta aveva un’abilità straordinaria nel disegnare animali di stazza potente. Sembrava che avesse una profonda comprensione del loro comportamento”, avrebbe dichiarato in seguito Frank Thomas, un altro membro dei Nine Old Men. Nessuno agli studi Disney riesce a credere che disegni così realistici, di creature così forti e minacciose, siano nati da una mano femminile: Retta Scott diventa la prima donna a comparire nei titoli di coda di un classico Disney con un credit come animatrice.
Dopo questo importante primato, la sua carriera ai Disney Studios è in realtà piuttosto breve: realizza delle animazioni per Dumbo, per le donnole di Il vento tra i salici e compare nel film a tecnica mista Il drago riluttante. Si dimette nel 1946, per trasferirsi sulla East Coast insieme al marito, ma continuerà a collaborare con Disney come freelance: sue sono ad esempio le illustrazioni del Big Golden Book di Cenerentola. Si spegnerà nella sua casa in California nel 1990.
Una carriera breve, ma segnata da un fondamentale traguardo che ha fatto da apripista per molte altre donne che desideravano un impiego nel mondo dell’animazione: durante gli anni ’40, il pensiero progressista di Walt e l’esempio del talento di Retta Scott portarono all’assunzione o alla promozione di decine di artiste in ruoli che precedentemente erano loro preclusi.
Fonti: D23, Cartoon Brew, Deja View
Foto: via D23, © Disney. All rights reserved
Il libro Ink & Paint racconta la storia delle artiste dei Disney Studios