Nel corso del Festival Internazionale di animazione di Annecy, Netflix ha presentato uno dei film più attesi dell’anno: Pinocchio di Guillermo del Toro, l’attesissima rivisitazione in tecnica stop motion della fiaba di Carlo Collodi, firmata dal regista messicano vincitore dell’Oscar.
Il film, che si troverà a “competere” con il nuovo adattamento Disney in live action, presenta una versione originale della storia di Pinocchio ambientata nell’Italia degli anni Venti. Del Toro ha lavorato a questa storia per oltre 15 anni prima di avere finalmente la possibilità di realizzarla per Netflix Animation.
“Sono stato sempre affascinato dai collegamenti tra Pinocchio e Frankenstein”, ha dichiarato a Vanity Fair, in un articolo che offre il primo sguardo esclusivo al film. “Entrambi parlano di un ragazzo che viene portato al mondo. Sono stati entrambi creati da un padre che si aspetta che capiscano da soli cosa è buono, cosa è sbagliato, l’etica, la morale, l’amore, la vita e altre cose. Per me questa è la definizione dell’infanzia. Sei costretto a cercare di capire tutte queste cose, ma hai a disposizione un’esperienza limitata per farlo”.
Ecco alcune cose che abbiamo scoperto sul Pinocchio di Guillermo del Toro durante il Festival Internazionale di animazione di Annecy.
L’ambientazione
La versione di Pinocchio di Guillermo del Toro è ambientata in Italia durante gli anni del fascismo.
“La fiaba originale mi è sembrata in favore dell’obbedienza. Ma la cieca obbedienza non è una virtù. La virtù che Pinocchio possiede è quella di disobbedire. In un periodo in cui tutti si comportano come marionette, lui non lo fa. Non voglio raccontare sempre la stessa storia, voglio raccontarla alla mia maniera”, ha dichiarato il regista.
Le origini di Pinocchio
In questa versione, Pinocchio viene intagliato da Geppetto a partire dal legno di un albero che cresce sopra la tomba di suo figlio, Carlo, mancato troppo presto qualche anno prima delle vicende del film. Geppetto desidera una seconda chance come padre, ma inizialmente è troppo accecato dal dolore del lutto per accettare Pinocchio. Geppetto desiderava Carlo, un bambino docile e sempre ligio alle regole, invece si ritrova ad avere a che fare con Pinocchio, un burattino indomabile ed esuberante, che però ha i suoi ricordi e la sua vera personalità interiore.
Non ci sono elementi magici
“Non volevo creature magiche a parte lo spirito dei boschi che dà vita a Pinocchio, e Pinocchio stesso”, ha dichiarato del Toro. “Non volevo una volpe e un gatto parlanti, o la trasformazione in ciuchino. Volevo che tutto fosse più simile possibile al mondo reale”.
L’unico elemento magico oltre a quelli già citati è Sebastian J. Cricket, il grillo parlante, che decide di diventare la coscienza di Pinocchio. Sebastian però si pone in modo troppo saccente e arrogante, e durante la storia imparerà che non è soltanto Pinocchio ad avere bisogno di una bella lezione.
Allo stesso modo, l’antagonista principale del Pinocchio di Guillermo del Toro sarà una fusione del Gatto, della Volpe e di Mangiafuoco. Si tratta del Conte Volpe, un marionettista che ha vissuto anni di gloria nelle grandi corti d’Europa e che ora è caduto in miseria e viaggia insieme a un circo itinerante. Quando incontra Pinocchio, vede in lui la possibilità di tornare ai suoi anni di splendore.
Per quanto riguarda il Paese dei Balocchi, la sequenza è stata sostituita con un reclutamento di Pinocchio nel campo militare dei fascisti, che si interessano a lui pensando che un uomo fatto di legno, e quindi incapace di morire, possa diventare il soldato perfetto per il regime. Qui Pinocchio incontra anche Lucignolo, inizialmente suo antagonista e bullo e in seguito amico e alleato.
Foto: © Netflix Animation