Ospitiamo sulle nostre pagine la recensione in anteprima di Guardians of the Galaxy scritta da Corinna Spirito.
Potete seguire l’autrice sul sito di Rosebuddies Cinema o sulla loro pagina Facebook.
Ringraziando Corinna per il contributo, ricordiamo a voi lettori che Guardiani della Galassia uscirà nel nostro Paese il 22 ottobre.
Prendete un ragazzo attraente e sfacciato. Prendete una coraggiosa e sensuale guerriera dalla pelle verde, un albero umanoide dal cuore d’oro, un procione esperto di armi da fuoco e un omaccione dalla resistenza fisica quasi illimitata. Condite il tutto con i più grandi successi musicali degli anni ’80 e dei panorami galattici che mozzano il fiato. Mescolate il tutto nella giusta misura e quello che otterrete sarà il godibile supehero movie Guardians of the Galaxy, il nuovo franchise su cinque bizzarri individui che da ladruncoli socialmente emarginati diventano uno squadra di combattenti in difesa della galassia.
La Marvel, in questo suo decimo film, non punta all’originalità: quasi tutto quello che ci mostra lo abbiamo già visto nel corso degli anni in altre saghe sci-fi; eppure possiamo promuovere a pieni voti la squadra messa in piedi per portare sul grande schermo un altro successo del mondo dei fumetti. Classe 1970, James Gunn ha scritto e diretto un pop-corn movie che soddisfa le aspettative del pubblico divertendo e coinvolgendo al punto giusto. La sfida non era da sottovalutare: Guardians of the Galaxy possiede tanti elementi in comune con pellicole cult del genere, ma Gunn non si è fatto spaventare dal progetto e ha preso ogni decisione senza dare peso ai possibili paragoni. È impossibile non pensare a Star Wars osservando lo stile architettonico dei porti spaziali o agli Ent tolkeniani, a cui ha dato volto Peter Jackson, quando si guarda e si sente parlare l’albero antropomorfo Groot. E poi ci sono il protagonista, Peter Quill, il cui animo da Don Giovanni e la faccia da schiaffi fanno pensare facilmente al comandante Kirk di J.J. Abrams, anche lui pilota terrestre in un team di alieni; e la punta di diamante del déjà vu, la presenza di Zoe Saldana nel cast, che, per la seconda volta a distanza di pochi anni, interpreta un’aliena dalla pelle colorata (in Avatar, nel 2010, era blu, qui, invece è verde). Gunn però non se n’è curato e ha creduto nel progetto fin dall’inizio, riuscendo a raccogliere un cast d’eccezione e ben in parte. Il volto di Peter Quill è il talentuosissimo Chris Pratt che, nonostante si trovi alla prima esperienza da protagonista, è a suo agio davanti alla macchina da presa e si dimostra carismatico al punto da riuscire con facilità a mantenere l’attenzione del pubblico fissata su di lui per la maggior parte del tempo; al suo fianco una Zoe Saldana leggermente sottotono rispetto ai due film di Star Trek, ma pur sempre molto calata nel ruolo. Mentre il simpaticissimo procione dalla lingua lunga Rocket e l’albero Groot devono il loro carisma alle voci di due doppiatori d’eccezione, rispettivamente Bradley Cooper e Vin Diesel.
La Marvel, al solito, non ha risparmiato sugli aspetti tecnici: gli effetti speciali di Guardians of the Galaxy lasciano senza fiato e talvolta, durante i siparietti comici tra Peter Quill e Rocket Racoon, si finisce per dimenticare che l’animaletto sia interamente creato in digitale. Incredibilmente suggestivi anche i panorami intergalattici che ben si sposano con la dance music anni ’80 ascoltata dal walkman che Peter porta sempre con sé, unico ricordo della sua infanzia sulla Terra. E, bisogna ammetterlo, è lì, quando l’innovazione futuristica delle navi spaziali e della vita lontana dal nostro pianeta si mixa con la malinconia delle radici lontani… e della musica anni’80 che il film conquista del tutto. I cinque guardiani della galassia, poi, sono cinque solitari, disprezzati ed emarginati che insieme rinascono, diventano una famiglia, condividendo ognuno le proprie forze con gli altri. A pellicola terminata non si riesce a decidere se si ha voglia di ammirare le gesta della squadra o di adottare Rocket Raccoon!