Giovedì 11 novembre arriverà nei cinema The French Dispatch, nuovo atteso film scritto, prodotto e diretto da Wes Anderson. Storia corale che vede protagonista un nutrito cast composto da Benicio del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Lyna Khoudri, Jeffrey Wright, Mathieu Amalric, Stephen Park, Bill Murray e Owen Wilson. Insieme a loro troviamo anche Liev Schreiber, Edward Norton, Willem Dafoe, Saoirse Ronan, Elisabeth Moss, Jason Schwartzman, Christoph Waltz e Anjelica Huston.
La vicenda vede protagonisti i giornalisti del The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun, inserto settimanale del giornale americano Evening Sun con sede nella cittadina francese (fittizia) di Ennui-sur-Blasé. La rivista, che si occupa di cronaca e cultura, è guidata dal direttore ed editore Arthur Howitzer Jr., che muore improvvisamente a causa di un attacco di cuore.
Come da testamento, alla sua morte il giornale cessa immediatamente la pubblicazione e il suo ultimo numero sarà composto dai migliori articoli pubblicati nel corso degli anni e dal necrologio che i redattori scriveranno per ricordare il loro editore e direttore.
Bentornato Wes Anderson! Non c’è modo migliore di descrivere la nuova fatica cinematografica dell’amato regista. The French Dispatch è molto più di un omaggio al giornalismo e alle sue penne, è un romantico ed emozionante racconto a episodi di personaggi a dir poco surreali. Veri e veritieri ma allo stesso tempo assurdi e fuori da ogni logica, atemporali eppure ben ancorati alla realtà e al tempo che raccontano. Eterei e intangibili, come spesso sono i personaggi di Wes Anderson, ma al contempo concreti.
La vicenda divisa in episodi ci mostra come sia nato il giornale e quale sia la routine della redazione, per poi mostrarci i suoi giornalisti di punta nel pieno del loro lavoro. Il regista ci illustra quindi lo stile sognante di Herbsaint Sazerac, noto come “il reporter in bicicletta”, l’irraggiungibile arte del pittore Moses Rosenthaler raccontato da J.K.L. Berensen, la lucida spietatezza di Lucinda Krementz e del suo resoconto delle rivolte studentesche e il surreale reportage di Roebuck Wright e della cena avuta con il Commissario di Polizia.
Quattro storie diverse tra loro ma accomunate, come già detto, da personaggi fuori dagli schemi e vicende dove abbondano divertimento, ironia, cinismo, parole – il film è molto verboso – e l’immancabile malinconia che pervade il tutto, capace di rendere gli episodi sospesi nel tempo. Il film quindi presenta tutte le caratteristiche tipiche del cinema di Wes Anderson, inclusi le immancabili inquadrature simmetriche e luoghi dall’estetica vintage, esaltati al meglio dalla scenografia e dalla fotografia, che come sempre sono veri e propri personaggi.
Un film che oscilla tra presente e passato, raccontati rispettivamente a colori e in bianco e nero, a sottolineare non solo la distanza temporale che separa gli articoli dalla vita di redazione odierna, ma soprattutto come il passato venga spesso ricordato con nostalgia e atemporalità. Colore che domina anche i momenti fondamentali delle varie storie, a sottolinearne l’importanza. Non manca inoltre la presenza dell’animazione 2D, capace di esaltare il surrealismo di un folle inseguimento.
Non tutto però funziona in The French Dispatch. Come spesso accade per i film divisi in episodi, questi risultano essere sostanzialmente storie a sé stanti e non collegate fra loro, se non per il fatto di essere articoli presenti sulla stessa rivista. Raffigurandoli proprio come articoli, con tanto di immagine di presentazione e di pagine su cui l’articolo è leggibile, il regista intende tradurre in immagini le parole dei cronisti, mostrando quindi allo spettatore cosa i loro occhi hanno visto.
Intento sicuramente interessante e da questo punto di vista più che riuscito, anche grazie a un ottimo cast e alla regia sempre impeccabile di Wes Anderson, che ci fa diventare spettatori privilegiati, ma la verità è che manca una storia unitaria di base. O meglio, quella presente è labile e non così forte come le singole vicende. L’andamento quindi risulta non propriamente fluido. Un aspetto a cui i fan del regista sono più che avvezzi, ma che potrebbe risultare estraniante a un pubblico generalista.
Un difetto evidente, ma altrettanto trascurabile, visto che il film riesce pienamente a divertire e intrattenere grazie anche a una sceneggiatura spigliata e sprezzante. Una storia capace di catturare da subito l’attenzione dello spettatore, affascinato dalla vita di redazione del giornale, dai suoi eccentrici componenti e dalle incredibili storie, vero e proprio turbinio di emozioni. The French Dispatch è senza dubbio uno dei migliori film di Wes Anderson. Da vedere assolutamente.
The French Dispatch sarà al cinema da giovedì 11 novembre distribuito da The Walt Disney Company.