Martedì 11 Luglio a Beverly Hills, nella sala gremita del Fine Arts Theatre, si è svolta una proiezione privata di Mushka, attesissimo corto diretto e prodotto da Andrea Deja, veterano dell’animazione dei Walt Disney Animation Studios degli anni ’80 e ’90, che è stato accolto dal pubblico con in fila già da mezz’ora prima dell’inizio dell’evento e da persone persone rimaste in piedi alla proiezione pur di vederlo, tanto era l’interesse. (QUI vi avevamo parlato, qualche anno fa, di un suo libro in arrivo.)
Reportage a cura di Mattia Galante
La trama di Mushka
Il cortometraggio narra la storia di una ragazza di nome Sarah che, costretta ad abbandonare la nonna malata, si trasferisce dal padre burbero nella foresta russa. Qui, adotterà un cucciolo di tigre rimasto orfano che chiamerà Mushka per via di alcuni peli a forma di M sulla testa. Come tutti i cuccioli però, la tigre cresce in fretta e con il passare del tempo sarà sempre più difficile tenerla in casa.
Le origini del progetto
Il progetto arriva in un punto fondamentale della carriera di Déjà, che dopo trent’anni in Disney ha voluto chiudere il cerchio con un progetto personale. Come dichiarato da lui stesso durante la presentazione, considerando che la sua passione per l’animazione era nata con Il libro della giungla e che non aveva mai animato una tigre, è parso naturale raccontare questa storia. In effetti, l’espressività di Mushka ricorda molto da vicino il personaggio di Sher Khan e, allo stesso modo, anche altri personaggi rimandano ad alcune delle animazioni storiche di Déjà. Il padre di Sarah è di fatto un Gaston di mezza età, e lo stile grafico del corto ricorda la Disney dell’età d’oro. Non mancano le citazioni e gli omaggi alla casa di Topolino e i rimandi alla lunga carriera del regista. Il corto acquisisce una personalità propria dal punto di vista visivo, con la presenza delle linee di disegno dell’animazione che persistono nella versione finale del film.
Le canzoni di Mushka
Lo score di Fabrizio Mancinelli arricchisce il progetto, accompagnando lo spettatore nel viaggio tra le memorie di una ragazza ormai cresciuta che ripensa al suo passato e fa scendere più di una lacrima soprattutto verso il finale. Una canzone originale di Richard Sherman, autore insieme al fratello delle colonne sonore di Mary Poppins e proprio di alcune canzoni de Il libro della giungla, ci accompagna nei titoli di coda.
Le ambientazioni e l’animazione del corto
Pur essendo ambientato nel periodo sovietico, il film risulta estremamente moderno, soprattutto nei temi trattati. Il rispetto per l’ambiente e per la natura sono infatti presenti nel corso del film ed acquisiscono maggiore importanza nel finale.
L’animazione è un’arte unica e difficile, soprattutto se non si hanno i soldi di una major. Il fatto che il team produttivo abbia lavorato al film per dieci anni ininterrottamente è simbolo della dedizione e della cura necessaria per creare un film di questo tipo. In una presentazione dopo la proiezione, Déjà ha poi raccontato del processo seguito durante la produzione. I test d’animazione della tigre e delle reference affidabili sono stati il primo passo nella preproduzione del film, seguiti dai test degli ambienti e dai character sheet. Andreas ha poi creato lo storyboard da solo nel salotto di casa sua ed è stato addirittura costruito un modello fisico tridimensionale della casa del padre di Sarah.
Si è trattato solo del primo di molti screening di Mushka che verrà proiettato anche al Comic Con di San Diego nella giornata di sabato. L’obiettivo principale però, è la candidatura agli Oscar per il 2024, un traguardo che segnerebbe il punto d’arrivo di una grande carriera, ovvero esattamente l’obiettivo che il corto si prepone.