Mamoru Hosoda è uno dei registi di anime più apprezzati. Il cineasta non necessita di presentazioni per gli appassionati del genere, in quanto a partire dal 2006 con La ragazza che saltava nel tempo si è fatto conoscere per il suo stile inconfondibile, caratterizzato da storie mai banali e dall’immancabile presenza di altri mondi e realtà. Dopo gli apprezzati Wolf Children (2012), The Boy and The Beast (2015) e Mirai (2018) – che gli è valso la candidatura ai premi Oscar – il Maestro dell’animazione giapponese torna con il fantastico e toccante Belle. Dopo aver conquistato il pubblico nipponico, il film è stato presentato in anteprima ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma e arriva nei cinema italiani oggi 17 marzo 2022.
Protagonista della vicenda è Suzu, studentessa liceale diciassettenne che vive in campagna con il padre. La ragazza si è chiusa in sé stessa sin da quando in tenera età ha perso sua madre, non riuscendo più a dedicarsi alle sue passioni. La sua vita cambia quando decide di iscriversi a U, mondo virtuale che ha 5 miliardi di utenti. Qui la timida ragazza si trasforma nell’avatar Belle e ben presto attira l’attenzione di tutti grazie alla sua voce e alla sua musica. In questo nuovo mondo incontrerà anche un misterioso Drago con cui inizierà il viaggio alla ricerca della loro vera natura.
Dopo essere stati catapultati direttamente in U e averci presentato la star del mondo virtuale, ovvero la cantante Belle, Mamoru Hosoda ci porta a fare la conoscenza di Suzu, la ragazza che si cela dietro l’amata avatar. Suzu, a differenza della sua controparte virtuale, è timida e riservata, tutt’altro che popolare e appariscente. Due facce di una stessa medaglia in quanto Belle non è altro che la rappresentazione in codice binario della bellezza interiore della ragazza e del suo talento musicale. Suzu è il classico personaggio che non riesce a relazionarsi con le persone che le stanno intorno in maniera naturale ed è incapace di dare sfogo a tutta la sua creatività a causa della sua grande timidezza, che però svanisce in un mondo in cui nessuno sa chi è.
Attraverso un nuovo mondo, e quindi iniziando una nuova vita, la ragazza riesce a ritrovare la sua voce e farla sentire a tutti, incurante di cosa gli altri utenti pensino di lei. Grazie all’anonimato e a una nuova fiducia, data anche dal bell’aspetto del suo avatar Belle, Suzu inizierà un lungo e un non facile percorso di guarigione da un trauma infantile che le farà anche fare pace col suo passato. L’incontro con il “villain” di U e la sua conoscenza le farà capire i motivi del gesto di sua madre. Una rivelazione catartica che la porterà a maturare ed essere più forte e indipendente, trovando anche quel coraggio necessario ad affrontare gli ostacoli che la vita ci pone davanti.
La storia raccontata in Belle ci mostra quindi il passato della protagonista, il motivo che l’ha spinta ad iscriversi a U e come Belle sia diventata in poco tempo la cantante virtuale più amata al mondo. Una storia delicata, appassionata ed appassionante che ci mostra l’incontro della bella e della bestia del mondo virtuale, ricordandoci che la bestia che è in noi è solo una sfaccettatura dell’essere umano e quindi non ha senso negarla.
Il regista ci racconta quindi l’evolversi di un rapporto che nasce in maniera burrascosa e che lentamente e inesorabilmente farà avvicinare i due, che si scopriranno più simili di quanto credano. Un legame sicuramente inaspettato e non facile da mantenere, soprattutto perché Drago tiene Belle a distanza, ritenendosi non meritevole della sua gentilezza. Si tratta di un chiaro omaggio al Classico Disney La Bella e la Bestia – anche a livello visivo, con tanto di scena di ballo – e che, come nel film del 1991, fa della Bestia un essere incompreso e odiato perché diverso.
Sarà proprio Belle a vedere in lui bellezza e fragilità e quindi a essere la prima a trattarlo come un essere umano e non come un mostro. Il rapporto tra i due ricorda anche il più classico cliché (non necessariamente una storia d’amore, come in questo caso) tra la ragazza dolce e romantica e il teppista di turno. Un teppista che nasconde la sua solitudine e il suo sentirsi fuori posto dietro aggressività e un avatar mostruoso, che rispecchia cosa la gente pensi di lui.
Quella raccontata in Belle è dunque una favola moderna, che riesce a essere fuori dal tempo, ma allo stesso modo molto attuale ed ancorata alla realtà, in particolare quella dei social network. Se Belle e il Drago risultano essere in qualche modo personaggi eterei e atemporali, il mondo virtuale di U che li circonda è “tangibile” e “reale” e cala i due in una realtà specchio di quella reale e sicuramente più vera, poiché ogni avatar non è altro che la rappresentazione dell’alter ego di ogni utente.
Realtà virtuale si unisce al mondo reale: due facce di una stessa medaglia che si influenzano direttamente e tramite i quali l’utente può riuscire a realizzare sé stesso. Belle è un cammino verso la consapevolezza di sé, un viaggio di crescita doloroso ma necessario che porterà Suzu a fare i primi passi nell’età adulta. In questo senso, il titolo offre una doppia chiave di lettura, richiamando da un lato la favola de La Bella e la Bestia e dall’altro la ricerca della propria bellezza interiore. Una storia di coraggio capace di emozionare sin dai primi minuti. Assolutamente da vedere.