Anche se la qualità dei film realizzati di recente farebbe pensare il contrario, non è un buon momento per DreamWorks Animation.
In queste settimane, lo studio di Glendale è sembrato sulla cresta dell’onda: al cinema è arrivato Kung Fu Panda 4, quarto capitolo della saga del panda Po, che è riuscito a superare le aspettative piazzandosi al primo posto del box office americano e diventando il miglior debutto per un film DreamWorks da dieci anni a questa parte, ovvero da Madagascar 3. Non solo: il trailer del loro prossimo film, Il Robot Selvaggio, è stato accolto con grande entusiasmo online preannunciando un altro successo assicurato.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica e da dietro le quinte arrivano voci preoccupanti. Per il momento si tratta soltanto di rumor, ma sempre più artisti e animatori stanno confermando su social network come Reddit e X di essere stati licenziati in tronco dopo la fine della lavorazione di Kung Fu Panda 4. Secondo le voci, sarebbero in corso veri e propri licenziamenti di massa (“50% of fx, 50% of lighting, 70% of matte painting”, “all the crowds artists”, “a huge chunk of rigging”, affermano su Reddit), con un provvedimento che potrebbe andare a colpire centinaia di persone.
Secondo un utente anonimo, che afferma di lavorare in DreamWorks, si tratterebbe di lavoratori nelle posizioni più basse e una delle motivazioni sarebbe la cancellazione improvvisa di un film per volere di Universal. Gli artisti non avrebbero ricevuto alcun compenso per il mancato preavviso. A chi invece manterrà il lavoro è stato chiesto di aumentare le ore per terminare prima Il Robot Selvaggio: dopo l’accoglienza favorevole del trailer, lo studio vorrebbe infatti accelerare la produzione per poterlo presentare a festival come Annecy e Siggraph.
Occorrerà attendere report più ufficiali per la conferma (o meno) di questi rumor. Che lo studio non se la passi bene è evidente da tempo: a fine 2023, il COO Randy Lake ha annunciato l’intenzione di ridurre drasticamente i costi di produzione dei lungometraggi, cambiando completamente la pipeline e puntando sempre di più sul contributo di studi esterni. La pratica in gergo è detta “outsourcing”: solitamente si ha quando uno studio d’animazione svolge “in casa” la pre-produzione (ideazione della storia, dei personaggi, visual preliminari, concept art, storyboard, etc), passando poi la palla a uno studio esterno per quanto riguarda la realizzazione tecnica dell’animazione e degli effetti visivi. Tutte le major hollywoodiane (Sony Animation, Warner Animation, Paramount Animation, Netflix Animation, etc.) realizzano i propri film d’animazione con questa procedura, fatta eccezione per Walt Disney Animation Studios, Pixar Animation Studios e DreamWorks Animation, che possiedono effettivamente dipendenti “in house” (a cui si aggiunge Illumination, che tuttavia possiede uno studio situato in Francia e quindi soggetto ad altre leggi e a un altro tipo di tassazione).
A partire dal 2025, DreamWorks Animation adotterà un modello di produzione “misto” che comporterà la massiccia collaborazione dello studio canadese Sony Imageworks. I licenziamenti di cui si parla in questi giorni, quindi, potrebbero essere in preparazione a questo importante cambiamento.