Guai in vista per il live action di Mulan previsto per il 2020. Dopo le prime critiche da parte della Cina dovute a una presunta scarsa accuratezza storica nel trailer, questa volta un fatto ben più grave ha portato alla richiesta di boicottaggio e alla diffusione virale dell’hashtag #BoycottMulan. La protesta contro la Disney è nata da Hong Kong dopo che l’attrice Liu Yifei, interprete di Mulan nel live action, ha espresso la sua solidarietà per la polizia nell’ambito degli scontri delle ultime settimane.
Nella città cinese infatti sono esplose una serie di manifestazioni di massa che chiedono di non adottare una nuova legge sull’estradizione, temendo che questo possa portare a una perdita di autonomia della città di Hong Kong. La polizia ha risposto ai manifestanti con un’escalation sempre maggiore di brutalità, tanto che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto l’apertura di investigazioni per i metodi di repressione delle proteste non conformi alle leggi internazionali. Qui potete leggere un approfondimento sulle proteste.
Liu Yifei si è schierata pubblicamente dalla parte della polizia, pubblicando sulla piattaforma social Weibo la frase: “Io sostengo la polizia di Hong Kong, potete anche picchiarmi adesso. Che vergogna per la città di Hong Kong”, insieme all’hashtag #IAlsoSupportTheHongKongPolice. In meno di 24 ore il post è stato condiviso 65.000 volte e ha ottenuto più di 70.000 like.
A seguito delle parole dell’attrice, l’hashtag #BoycottMulan si è diffuso su Twitter e su Instagram, con molti commenti di protesta pubblicati sul suo profilo, ma anche sui profili Disney e sugli account ufficiali del live action di Mulan. I commenti attaccano Yifei per la sua presa di posizione contro la democrazia di Hong Kong e a favore della violenza, dichiarazioni che “non rispettano il personaggio di Mulan”.
I membri del forum Lihkg, che serve da base online per coloro che aderiscono alla proteste e per la diffusione di informazioni e organizzazione delle stesse, chiedono alle comunità internazionali e “a tutti coloro che sostengono la democrazia e la libertà” di boicottare il film e di esprimere tali critiche alla Disney stessa anche attraverso altri mezzi, come boicottare il parco Hong Kong Disneyland.
Per approfondire: The Hollywood Reporter