Sono piccoli, carini e coccolosi. Non ci sono dubbi… stiamo parlando di Skipper, Soldato, Rico e Kowalski, i protagonisti di I Pinguini di Madagascar, il film dei Dreamworks Animation Studios da poco nella sale italiane, spin-off della celebre saga di Madagascar.
Ultimamente va di moda nel mondo del cinema d’animazione e non, sfruttare un brand fruttuoso fino all’estremo. I Dreamworks Animation Studios sono maestri in questo. Lo vediamo dai numerosi sequel che ci propongono ogni anno spesso sterili e fini a se stessi o per meglio dire, fini al proprio incasso. Qualche nome? Kung Fu Panda 2, Madagascar 3 ed i vari film già annunciati per i prossimi anni. Il motivo di tale scelta è ovvio e non parliamo di scarsa creatività bensì come già detto degli incassi che questi portano a casa. Dopotutto è più facile che un film che ha come protagonisti personaggi già visti sul grande schermo batta al botteghino validi concorrenti, figuriamoci poi se parliamo di spin-off che vantano deliziose mascotte come protagoniste che già hanno una propria serie televisiva. Tuttavia, proprio per il fatto che Skipper & Co vantavano già una propria e ben diffusa serie, l’errore più banale che Eric Darnell e Simon J. Smith potevano compiere era quello di realizzare un film che non si rivelasse altro che un episodio televisivo della durata di quasi due ore. E purtroppo l’hanno fatto.
La sceneggiatura del lungometraggio, infatti, non riesce a lasciare un segno tangibile nel cuore degli spettatore. Ancora una volta troveremo i nostri ragazzi alle prese con una missione che potrebbe cambiare le sorti del mondo e dovranno fare di tutto per lottare e sconfiggere il polipo Dave, cattivo piuttosto stereotipato che li perseguiterà fino alla fine del film. I nuovi personaggi, stiamo parlando degli agenti del Vento del Nord, non riesco ad uscire in modo particolare, seppur diversi da altri personaggi incontrati fino ad ora in questo universo, a causa della scarsa caratterizzazione che non eccede neanche nei confronti di Skipper, Rico, Kowlaski e Soldato. Alla fine del film sapremo poco di più sul loro passato. La scena d’apertura del film non basta, a mio avviso, per raccontare e rispondere alle mille domanda che un buon pubblico potrebbe farsi sul passato di questi strani esseri. Un peccato anche il poco peso che si da alla sotto-trama completamente dedicata a Soldato. L’ironia, perno centrale del film, è sempre costante e non farà mai annoiare il pubblico tenendolo sempre sveglio, tuttavia non è certamente ricca di gag innovative, così come il finale abbastanza prevedibile e senza molti colpi di scena. Si evince così, anche dell’animazione che compie almeno due passi indietro rispetto a quella dell’ultimo Dragon Trainer, come il target a cui il film è diretto sia medio-basso.
La colonna sonora, affidata a Lorne Balfa (co-compositore in Kung Fu Panda 2 e Megamind), risulta un costante e piacevole accompagnamento durante l’intero film, in grado di adeguarsi alle varie scene come dovrebbe sempre avvenire.
Simpatico, se non altro, l’inserimenti di piccole scene con personaggi famosi provenienti dai film di Madagascar come Re Julien e Mortino.
In sostanza un film che poteva completamente esser evitato, una piacevole visione per un pubblico più infantile ma non paragonabile a grandi film che questo studio è stato in grado di realizzare come I Croods, Dragon Trainer e paradossalmente persino rispetto allo stesso Madagascar. Vede per credere.