Con la riapertura dei cinema e i risultati discreti ottenuti da Crudelia, i fan Disney si stanno chiedendo il perché della decisione di diffondere il prossimo lungometraggio animato Pixar soltanto in streaming su Disney+. A maggior ragione per quanto riguarda il nostro Paese, visto che Luca è ambientato in Liguria e segna il debutto in un film d’animazione del regista italiano Enrico Casarosa.
Il CEO Disney Bob Chapek ha chiarito alcuni aspetti della questione durante una conferenza con gli investitori e, come si supponeva, la causa dell’uscita di Luca soltanto in streaming non è dovuta tanto alla scarsa disponibilità delle sale, quanto alla mancanza di contenuti originali (dovuti allo stop della pandemia) e all’ottimo risultato di Soul lo scorso dicembre.
“Abbiamo aumentato la produzione di contenuti per assicurarci che tutti i canali di distribuzione abbiano una vasta offerta che possa accontentare tutti. E questo è particolarmente vero per Disney+. Data l’importanza della piattaforma per noi, per il mercato e per i nostri investitori, vogliamo essere sicuri di avere sempre contenuti per alimentare la macchina.”
Secondo Chapek, la sorte dei cinema negli USA è ancora incerta: “Stiamo notando una certa esitazione nel ritornare al cinema, ovvero a una normalità ai livelli del 2019. E perciò, durante questo periodo di transizione, è bello poter dare ai consumatori una certa flessibilità nelle loro opzioni.”
Luca sarà disponibile il 18 giugno per tutti gli abbonati, senza alcun costo aggiuntivo, modalità che finora è stata utilizzata soltanto per Artemis Fowl e per Soul. E sembra che proprio il successo di Soul abbia spinto la Disney ad optare per questa operazione: “Ci aspettiamo un impatto simile a quello che abbiamo ottenuto con Soul durante le vacanze natalizie. L’uscita di Soul ha portato moltissime nuove sottoscrizioni a Disney+.”
Tuttavia, la notizia dell’arrivo di Luca direttamente in streaming, a quanto pare, non è stata gradita da alcuni degli artisti dei Pixar Animation Studios. Tempo fa infatti hanno confessato la loro frustrazione, soprattutto per la mancanza del sovrapprezzo, che sembra indicare un trattamento da film “minore” rispetto ad esempio a Raya e l’ultimo drago dei colleghi Walt Disney Animation Studios. “Non vogliamo essere soltanto un contenuto di Disney+”, ha confessato in maniera anonima un dipendente, “Questi film sono prodotti per il grande schermo. Vogliamo che il pubblico li guardi senza distrazioni, non mentre sta al telefono.”
Fonte: Cartoon Brew