Recensione a cura di Gabriele Casamento.
Leggi la recensione del primo episodio
Il secondo episodio de Il Raggio Nero ci proietta subito nella dimensione alternativa dove si trova la Ducklair Tower. PK, guidato dai Gargoyle guardiani della Torre, ritrova “la parte” dell’intelligenza artificiale Omega che credeva essersi distrutta con il crollo dell’ edificio. Il nostro eroe viene così a sapere di trovarsi in una dimensione che Everett aveva imparato a conoscere e a dominare rendendola la prigione di un pericoloso nemico di Corona: Moldrock. E qui fa capolino nelle nostre teste una domanda: perché tale compito è toccato proprio ad Everett, quando sappiamo, grazie a PK2, che si occupava di ben altro sul suo pianeta natale? Chissà se ci verrà mai svelato.
Ducklair aveva anche concepito un piano per salvare la torre e i suoi segreti in caso di attacco e l’operazione Omega serviva proprio a questo: teletrasportare il grattacielo in quella dimensione. Tuttavia Moldrock ha nel frattempo distrutto uno dei sostegni dell’edificio facendo si che al suo arrivo questo cadesse riducendosi in pessime condizioni. Inoltre, il tempo scorre in modo diverso all’interno della prigione, e questo fa sì che siano passati ben tre secoli dal crollo della torre.
Omega ci spiega infine come sia possibile l’esistenza della breccia usata dall’evroniano per tornare a Paperopoli: la Ducklair Tower era munita di un campo di forza volto a proteggerla, ma il crollo ha reso la barriera protettiva che separa quell’universo penta-dimensionale dal resto della realtà instabile. Una spiegazione forse semplice, ma efficiente.
Senza che Paperinik abbia il tempo di assimilare tutte queste informazioni, si ritrova faccia a faccia con Moldrock in persona, dal quale lui e Omega sono costretti a fuggire lasciandosi dietro i due Gargoyle. E sarà proprio per salvare uno di loro che poi si fideranno dell’Evroniano Sekthron, desideroso di tornare nella sua realtà, il quale li guiderà dentro al palazzo del loro nemico per poi tradirli e consegnarli al suo padrone.
Il famigerato Moldrock si rivela un nemico veramente interessante ed intrigante: non approva il doppio tradimento di Sekthron facendoci intuire di avere una sorta di “codice d’onore” e per punirlo lo trasforma in materia oscura il cui assorbimento lo indebolisce per un attimo tanto da ordinare ai suoi di imprigionare PK e Omega, di cui si occuperà solo più tardi. Infine, quando parla, sembra che lo faccia per conto di una “collettività” usando sempre il pronome “noi“. Leggendo poi l’articolo a seguito della storia si può intuire che “l’Orda” di cui PK vede le statue nel palazzo di Moldrock sia composta da suoi sottoposti di cui, forse, ha assorbito l’essenza vitale come fatto con Sekthron. Che sia questa la ragione per la quale parla al plurale? Questa è forse una delle grandi capacità di Artibani: quella di creare nemici sfaccettati, dietro ai quali c’è sempre una storia interessante da scoprire.
Per tutto l’episodio notiamo, inoltre, che il rapporto tra PK e Omega non è affatto migliorato. Se da una parte la scontrosa intelligenza artificiale, dopo aver assorbito le informazioni sugli ultimi eventi inglobando lo scudo extrasformer, ammette di averlo sottovalutato, dall’altro la differenza di vedute sul modo di agire nelle situazioni di pericolo si ripresenta rimarcando le difficoltà dei due nel collaborare. E facendoci rimpiangere il buon vecchio Uno.
La storia è ben concepita e ricca di battute argute e grandi scene di azione. Non solo riesce a dare risposte alle tante domande lasciate in sospeso dal primo episodio, ma svela anche nuovi segreti del passato di Everett e pone le basi per un prosieguo che promette di essere davvero avvincente. L’alternanza di sequenze di azione e di spiegazioni fa sì che la narrazione non sia affatto statica, permettendoci così di assimilare tutte le nuove informazioni senza annoiarci e coinvolgendoci sempre di più nella storia. Questo secondo episodio è molto godibile e spazza via le perplessità che il primo aveva lasciato in alcune persone, tra cui il sottoscritto.
E se da una parte Artibani fa un ottimo lavoro, lo stesso si deve dire per Pastrovicchio (disegni) e Monteduro (colori), in grado di regalarci tavole mozzafiato facendoci divorare con gli occhi e godere di ogni vignetta. La divisione delle pagine riprende le caratteristiche tipiche di PKNA che, come abbiamo potuto già vedere in passato, ben si adattano al settimanale. Un plauso in particolare va fatto per la tavola dove appare Moldrock per la prima volta: assolutamente epica! Quando si tratta di dar vita agli antagonisti del papero mascherato Pastrovicchio si rivela essere sempre la scelta migliore. In fondo parliamo di chi ha dato vita al mitico Trauma.
Non ci resta quindi che attendere il terzo episodio sperando che questi sette giorni passino in fretta!
Il terzo episodio di Il Raggio Nero (insieme al terzo pezzo del PK Transformer)
vi aspetta in edicola mercoledì 18 novembre.