Recensione a cura di Gabriele Casamento.
Le recensioni degli episodi precedenti: primo – secondo
Con Topolino N°3130 (numero celebrativo degli 87 anni di Mickey Mouse) abbiamo finalmente potuto leggere il terzo episodio di Il Raggio Nero. La seconda parte ci aveva lasciato con molta curiosità e tante aspettative sul prosieguo della storia. Aspettative che non vengono deluse dalla terza puntata, che tuttavia fa sorgere alcune perplessità.
Artibani non perde tempo e ci mostra il passato del nuovo antagonista, Moldrock, attorno al quale ruota tutta la sequenza narrativa. Ed è proprio la sua storia a lasciarci con tante domande. Scopriamo, infatti, che Corona era un mondo completamente diverso da quello visto in PKNA2 e che tale cambiamento fu dovuto proprio alle capacità di controllare la materia del nostro antagonista. Ma da dove sono venuti questi poteri? Non conosciamo la risposta. Moldrock stesso non sa spiegare se quel potere fosse già insito in lui, se provenisse dal sole e dalle stelle o se si sia trattato di un prodigio a cui lui era destinato. Personalmente mi sarei aspettato una risposta più concreta.
Un altro punto interrogativo di tutto il racconto è proprio la sua caduta per mezzo di Everett Ducklair. Moldrock, infatti, sarebbe diventato una sorta di tiranno che ha permesso a Corona di crescere e prosperare sotto ogni punto di vista, e quindi anche quello tecnologico, ma allo stesso tempo ha espanso i confini del suo regno con la forza, sottomettendo altri mondi. Everett, quindi, si sarebbe messo a capo di una sorta di ribellione per spodestarlo prima che la sua sete di potere rovinasse quanto era stato costruito fino a quel momento. Gli scienziati di Corona sono riusciti così a mettere fuori gioco lui e la sua “orda” e a rinchiuderli nella dimensione prigione. In tutto questo qualcosa non quadra o, almeno, lascia aperte tante domande. Nella storia viene fatto vedere un Everett maturo alle prese con la sua cospirazione, ma ciò è in netto contrasto con la sua storia vista nel PKNA2 N°15 (Il Vero Nemico) dove non solo è un ragazzo quando conosce la futura madre di Juniper e Corinna, ma viene fatto capire che il sistema governativo di Corona era stato il prodotto di secoli.
“[…]Questo straordinario risultato era stato raggiunto con fatica nei secoli grazie a un governo strutturato in un modo molto rigido.
A capo c’era una Regina che aveva l’ultima e decisiva parola su ogni legge.
La regina veniva eletta da un parlamento…”
L’impressione che ne deriva è di una monarchia parlamentare esistente da diverso tempo (tanto è vero che si parla di una regina chiamata Artana V). Tuttavia ciò non toglie che il progresso e la prosperità di Corona possono comunque esser dovute a Moldrock e ai suoi poteri. Probabilmente è stato lui a dare il via alla formazione delle varie città-stato e della perfetta convivenza tra tecnologia e natura.
E se quindi la storia di Moldrock si può comunque far rientrare in questa continuity, quanti anni dovrebbe avere Everett? Inoltre tutti su Corona dovebbero conoscere il capo di quella ribellione che ha permesso il “nuovo ordine”. Tuttavia, sempre in quel numero, Serafine mostra di non conoscere affatto Everett. Forse mi è sfuggito qualcosa nella lettura o forse Artibani ha in serbo qualche sorpresa proprio per spiegare tutto ciò nell’ultimo episodio.
La storia comunque è scorrevole e coinvolgente, con un PK sempre pronto a far battute anche nelle situazioni peggiori e un’ intelligenza artificiale Omega meno scontrosa del solito. Inoltre, finalmente, riusciamo a vederli fare squadra, in qualche modo. Forse la parte più interessante è stato constatare quello che già avevamo intuito: Moldrock ha assorbito l’energia vitale dell’Orda, i suoi fedelissimi, nel tentativo di aprire uno squarcio dimensionale per tornare su Corona; e ne sente le voci, la presenza, nella sua testa rendendogli spesso complicato essere effettivamente presente sul momento.
Pastrovicchio e Monteduro continuano a dare il meglio di loro rendendo le scene di fuga e di battaglia intense e appassionanti. Forse sono proprio loro, con questo splendido lavoro, a reggere il tutto in alcuni frangenti dove, per l’appunto, la storia viene meno.
Attendiamo quindi con ansia l’ultimo capitolo della saga soprattutto, personalmente, per capire quali ragioni ci siano dietro a tutti questi dubbi e incongruenze. Anche perché Artibani stesso nel botta e risposta su “La Tana Del Sollazzo” ha dichiarato che manca ancora la versione dei fatti di Everett, che non vediamo l’ora di leggere.