Il 3 febbraio 1986 nasceva la Pixar, lo studio che ha rivoluzionato il mondo dell’animazione portando sul grande schermo Toy Story, il primo lungometraggio realizzato interamente in computer grafica.
In occasione dei festeggiamenti per i 30 anni dello studio, che andranno avanti per tutto il mese di febbraio, John Lasseter, membro fondatore attualmente direttore creativo sia dei Pixar che dei Disney Animation Studios, guarda al passato ricordando le origini del team creativo, i primi successi e i momenti salienti della storia della Pixar.
Potete vedere il video qui sotto, e di seguito leggere la trascrizione e traduzione in lingua italiana.
Vi consigliamo anche l’ articolo “La creatività Pixar: 30 anni di animazione digitale” scritto da Pietro Grandi per MyNewAnimatedLife.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=f_PwPK_zKKU&w=560&h=315]Cosa rende un film Pixar tale? Prima di tutto, le sue radici sono i lavori di Walt Disney. La storia è regina, la storia è la cosa più importante. Vogliamo che coinvolga davvero gli spettatori. Frank Thomas e Ollie Johnston parlavano sempre di pathos, l’emozione che cercavano costantemente di ottenere nei loro film. Vogliamo che i nostri film emozionino la gente, e questo è il vero marchio di fabbrica di Walt: puoi fare un film divertente, bellissimo, spaventoso, ma alla fine la cosa più forte dev’essere il cuore. Vogliamo creare cose mai immaginate prima, ma che allo stesso tempo ci sono già familiari.
Quando Steve Jobs comprò il nostro gruppo, rimase molto colpito dal talento dei componenti. Questo è quello in cui sentiva di investire davvero. Avevamo il Pixar Image Computer, l’hardware, avevamo molti software e cose simili, ma avevamo anche un sogno: la computer animation. Ho sempre sognato di creare un film animato realizzato interamente al computer, ed ecco perché mi trovavo lì. Amavo l’animazione ed ero così emozionato all’idea di fare animazione al computer. Sapevamo che avrebbe potuto diventare qualcosa di grande per l’industria del cinema.
Ma inizialmente eravamo un’azienda che si occupava di tecnologia, ed è stato un processo molto lento, durato nove anni, fino all’uscita al cinema di Toy Story, attraverso il quale ci siamo trasformati da una compagnia che produceva hardware e software in uno studio che creava film d’animazione. Quando sono entrato nel gruppo, composto dalle persone più intelligenti del mondo, ho pensato: “oh cavolo, mi toccherà imparare a programmare”. Quei ragazzi avevano tutti un dottorato, e io non avrei mai avuto il loro stesso livello di conoscenza della tecnologia. Poi ho pensato, sai cosa, non mi preoccuperò per questo, mi metterò seduto accanto a loro e lavoreremo insieme, perché loro non sanno fare quello che so fare io, cioè dare vita a un personaggio dandogli emozioni e una personalità tramite il puro movimento. Questo è ciò che mi avevano insegnato i grandi artisti della Disney. E questo ha gettato le basi per il metodo con il quale lavoriamo in Pixar, che è: l’arte sfida la tecnologia, e la tecnologia ispira l’arte. Questo è ciò che ha reso la Pixar unica.
Hanno inventato la tecnologia per fare il pelo e i capelli, i vestiti, incredibili passi avanti con gli effetti come l’acqua, il fuoco, il fumo, la pelle, il modo realistico in cui la luce illumina gli oggetti che viene direttamente dalla realtà come la vediamo. E così oggi possiamo fare film come Il Viaggio di Arlo che sono visivamente mozzafiato. Li guardi e pensi che sono reali come tutti i film con attori veri che sono stati fatti nella storia, sono così credibili. Ma tutto si basa su quelle prime invenzioni che fece la Pixar. Ciò che cercavamo di fare era studiare ciò che il pubblico era abituato a vedere sullo schermo, prendere quegli elementi e creare cose che sappiamo non essere reali, ma accidenti, sembrano vere! Tutti sappiamo che quando eravamo bambini e uscivamo da una stanza i nostri giocattoli prendevano vita. Certo che lo sapevamo! Era vero! Quando abbiamo iniziato a lavorare a Toy Story abbiamo preso quella realtà, l’abbiamo combinata con i giocattoli che ci piacevano quando eravamo bambini e abbiamo deciso di mostrare il mondo che conosciamo, ma visto con gli occhi di un giocattolo. E questo era completamente nuovo.
Ciò che è speciale della Pixar è che le persone sono affezionate allo studio in sé. È uno studio di pionieri. Gli artisti amano lavorare ai nostri film perché possono creare sempre qualcosa di nuovo. Non facciamo mai le stesse cose, ci sfidiamo sempre a fare qualcosa di nuovo dal punto di vista tecnico e artistico. E molto di questo viene dagli anni e anni che noi dirigenti abbiamo speso a insistere sulla qualità come il miglior business plan.
Ricordo con molto affetto il party per festeggiare la fine dei lavori su Toy Story. È stato uno dei momenti più grandi della storia della Pixar. Era qualcosa che nessuno aveva mai fatto di prima di allora… e l’avevamo fatto noi. Eravamo un gruppo molto piccolo… e ci eravamo riusciti. Era molto emozionante, e noi eravamo così orgogliosi del film. Anche A Bug’s Life è stato importante per noi, perché abbiamo avuto successo con il nostro secondo film, non abbiamo fallito e questo ci ha reso felici. Io amo anche il film Cars, e vederlo diventare realtà in un’area di Disneyland è stato un momento speciale, perché sono cresciuto a mezz’ora di distanza da Disneyland e durante il college lavoravo lì all’attrazione Jungle Cruise.
Mi ricordo di aver portato la mia famiglia a Walt Disney World subito dopo l’uscita di Toy Story. Mentre stavamo tornando a San Francisco da Orlando abbiamo dovuto cambiare aereo. Quando siamo scesi dall’aereo ho visto un ragazzino che aspettava suo padre al gate insieme alla mamma e teneva in mano un pupazzo di Woody. In quel momento ho capito che quel personaggio non apparteneva più a me, apparteneva a lui. Significa che hai davvero emozionato qualcuno. Significa che hai creato un’opera d’arte, un film, un personaggio che ha divertito e commosso qualcuno al punto di diventare parte della sua vita e parte della sua famiglia.
Fonte: TheDisneyBlog