Per gli artisti della Disney e della Pixar ogni film è una nuova sfida con l’obiettivo di alzare sempre di più l’asticella della qualità e migliorare le moderne tecnologie utilizzate per l’animazione. Basti pensare ai significativi passi avanti che i due studi hanno ottenuto con il design e l’animazione dei capelli a partire da Rapunzel per arrivare a Ribelle – The Brave (dove Merida aveva 1500 capelli) e infine a Frozen (dopo appena un anno da Brave, gli artisti sono stati in grado di utilizzare ben 400.000 capelli per Elsa).
Alla Ricerca di Dory ovviamente non fa eccezione. Ma quali sono le migliorie che questo film porterà nel mondo dell’animazione?
Innanzitutto bisogna fare una doverosa premessa: Alla Ricerca di Dory è il sequel di Alla Ricerca di Nemo, realizzato nel 2003. Dato che la tecnologia si evolve così rapidamente, è stato necessario aggiornare il design dei personaggi e del mondo sottomarino (un po’ come accadde per Toy Story 3) senza mai però perdere il riferimento all’originale. In particolare, Alla Ricerca di Nemo costituiva i primi passi per quello che oggi è diventato il marchio di fabbrica dei film Pixar: utilizzare personaggi stilizzati e cartoon dalle forme essenziali che si muovono su sfondi realistici. Uno stile che di recente abbiamo visto al suo massimo in film come Il Viaggio di Arlo o il già citato Ribelle – The Brave.
“Sapevamo di poter fare dei documentari alla Jacques Cousteau, ma non è quello che cercavamo di fare.” racconta l’animatore Dylan Brown, “Ciò che facciamo nel nostro studio sono delle caricature e sarebbe stato divertente avere questi pesci molto cartoon in un mondo realistico. Non volevamo ingannare il pubblico facendogli pensare di essere nella realtà. Il pubblico deve credere di essere sott’acqua, ma lo stile non deve necessariamente essere fotorealistico per dare quest’impressione.”
Per Alla Ricerca di Dory si è scelto di continuare con lo stesso metodo. I principali progressi che gli animatori della Pixar sono riusciti a compiere sono legati all’aspetto e all’illuminazione delle masse d’acqua. Per rendere realistico il modo in cui la luce del sole si riflette e si rifrange sull’oceano, gli artisti hanno beneficiato del nuovo software Renderman RIS unito a Katana, uno strumento che abbiamo visto per la prima volta in azione in The Blue Umbrella. Questi software sono stati utili non solo per l’acqua, ma anche per la superficie del vetro di cui sono fatte le vasche dell’istituto Marine Life, un acquario nel quale viene portata Dory.
Infine, tra i personaggi quello che ha dato più filo da torcere agli animatori è stato Hank il polpo, un nuovo amico che Dory incontra proprio al Marine Life. Non solo il personaggio ha sette tentacoli dotati di ventose che sono stati modellati e animati separatamente, ma è anche in grado di mimetizzarsi con l’ambiente assumendo la texture dello sfondo su cui si trova, come abbiamo visto nell’ultimo trailer.
Per vedere i risultati al cinema non ci resta che aspettare il 14 settembre, data d’uscita del film in Italia.
Fonte: Moviepilot