Ognuno di noi, crescendo, sviluppa una serie di stati mentali e fisiologici associati a stimoli interni o esterni.
Non avete capito di cosa sto parlando?
È presto detto: delle emozioni, quelle sensazioni innate che ogni giorno provate senza rendervene conto, istintivamente.
Sono certo che fin da bambini, pur non essendo Charles Darwin, Robert Plutchik o Paul Ekman, vi siete sempre domandati come e perchè queste agissero. Se voi, in qualche assurdo modo, poteste essere in grado di controllarle. Ma nessun libro di Psicologia sarà in grado di spiegarvelo come potrà riuscirci fra qualche mese uno dei migliori film d’animazione degli ultimi anni: Inside Out.
I Pixar Animation Studios, dopo un anno sabbatico, tornano sul grande schermo. E lo fanno in grande, con l’aiuto di uno degli artisti più visionari e creativi che Emeryville può vantare: Pete Docter.
Questa volta, però, i protagonisti della sua pellicola non sono nè mostri nè anziani bisbetici. La protagonista è una semplice bambina di 12 anni, Riley, che nonostante le apparenze dovrà affrontare una delle avventure più estreme che la vita ci pone, a tutti, indistintamente: la crescita. Ma come farlo utilizzando una delle parole d’ordine dello studio d’animazione, l’originalità? Viaggiando letteralmente dentro e fuori la mente della piccola, rendendo visivamente concrete e protagoniste le cinque emozioni principali, quelle che ogni persona vive quotidianamente: la Gioia, la Rabbia, la Tristezza, la Paura e il Disgusto. Tutte perfettamente caratterizzate, sia caratterialmente che visivamente, gestite sapientemente in modo tale da non farcele dimenticare quando non potremo vederle sullo schermo e soprattutto, una volta usciti dalla sala, in modo da farci chiedere se queste stiano davvero lavorando così nella nostra mente.
Per abituarci a questa brillante novità, il film comincia in modo ordinario narrandoci l’infanzia di Riley, giocando con i suo primi ricordi e con lo sviluppo degli altri colorati protagonisti. Una volta capito il gioco creato dal regista di UP, i ritmi del lungometraggio, le ambientazioni e persino i colori cambieranno repentinamente, mettendo in discussione tutto ciò che è stato mostrato precedentemente in un crescente climax emozionale, alternato in modo eccelso da una brillante ironia che non annoierà mai fino alla fine del film e renderà tutto più piacevole. Non saprete, difatti, se ridere energicamente o piangere commuovendovi. Probabilmente… farete entrambi.
Questo è senza dubbio il più grande e ambizioso viaggio psichedelico che i Pixar Animation Studios abbiano mai creato. Artistico, surreale e concreto, riuscirà a rendere visibile e comprensibile ciò che non lo è per natura, da sempre nascosto. Continui i riferimenti all’arte, quella cubista prima fra tutti, divertenti per i bambini e eccitanti per gli adulti. Un nuovo film per famiglie che grazie alla bravura di Michael Giacchino ha una marcia in più, ben ascoltabile: la colonna sonora. Il compositore, che è alla sua decima collaborazione con lo studio, riesce a spingere sull’acceleratore con dei ritmi perfetti e tipicamente americani. Sempre calzanti.
Come sempre, ineccepibile l’animazione. In particolar modo lo sviluppo della figura umana che lentamente cerca di essere sempre più simile alla realtà, messa in netto contrasto con la consistenza volumetrica delle emozioni.
Dopo aver incantato il pubblico di Cannes, gli spettatori di Taormina e l’intera stampa italiana, siamo certi che quello che può semplicemente esser definito come un capolavoro sarà pronto a far breccia nei vostri cuori (oltre che nella vostra testa). Ricco di sorprese, fantasioso e geniale, uscirete dalla sala con cinque emozioni nella testa che vi grideranno una sola cosa: GUARDIAMOLO DI NUOVO!
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