Debutterà il 1 ottobre, in occasione dell’inizio dei festeggiamenti per i 90 anni di Topolino, il nuovo spettacolo di Disneyland Paris, intitolato Topolino e la sua Orchestra FilarMagica. Si tratta, come vi avevamo già spiegato, di un adattamento dell’omonimo show già presente in altri parchi Disney, che a Parigi sarà collocato al Discoveryland Theatre, riadattato per l’occasione in modo da ospitare questo spettacolo in 4D.
La storia, che sarà narrata in francese e in inglese, ha inizio quando Paperino fa irruzione sul palco e approfitta dell’assenza di Topolino per rubare la sua bacchetta da direttore di orchestra e il suo cappello da mago. Questo dà il via alle peripezie di Paperino, che si ritroverà trasportato all’interno dei più grandi classici Disney, come Aladdin, La Sirenetta o Il Re Leone.
Grazie a InsidEars, il fanclub degli ambasciatori social di cui Impero Disney fa parte, possiamo presentarvi un’intervista al produttore George Scribner, Imagineer Disney, nonché regista dei film Oliver e Company e Il Principe e il Povero. La traduzione italiana è stata realizzata da noi.
Quali sono le origini dello spettacolo Topolino e la sua Orchestra FilarMagica?
George Scribner: Volevamo un’attrazione con un film in 3D per tutta la famiglia. Abbiamo provato varie storie, tra cui una in cui Topolino dirigeva un’orchestra che permetteva agli spettatori di viaggiare attraverso i più grandi film Disney. Tom Fitzgerald, il Direttore Creativo di Walt Disney Imagineering, mi ha invitato a unirmi al team creativo del progetto. Da lì abbiamo iniziato a elaborare diversi concept con Topolino e la fata Trilli. All’epoca, Paperino non faceva ancora parte della storia.
Com’era la storia di questa prima versione?
L’idea era che, attraverso la sua magia, Trilli potesse viaggiare da film a film. Avrebbe incontrato Lumière, Ariel o ancora Jasmine. Avevamo anche preparato una colonna sonora che accompagnasse la nostra storia e fornisse la connessione emozionale al pubblico.
E come si è unito Paperino alla storia?
Abbiamo passato circa un anno a scrivere la storia sotto forma di storyboard. La adoravamo, ma ci siamo infine resi conto che sarebbe stata più divertente se avessimo sostituito Paperino a Trilli, perciò abbiamo riscritto il film. Si è rivelata una decisione eccellente perché è diventato divertentissimo. Con Paperino si possono fare tantissime cose, perché tutte le sue reazioni sono esagerate: quando si arrabbia, si arrabbia tantissimo; quando si innamora di Ariel viene letteralmente sommerso dai sentimenti; quando vola con Aladdin e Jasmine è completamente entusiasta dall’idea di volare. E poi è un personaggio che il pubblico adora: c’è un pizzico di Paperino in ognuno di noi, e Topolino e la sua Orchestra FilarMagica è l’occasione ideale per mettere in scena tutta la gamma di emozioni di questo personaggio, che è uno dei miei preferiti.
L’animazione di Topolino e la sua Orchestra FilarMagica è stata realizzata dagli artisti dei Walt Disney Animation Studios. Come avete lavorato con loro?
Sono stati coinvolti fin dalle prime ricerche sulla storia e sul concept. Abbiamo cominciato con due sceneggiatori degli Studios, poi Hendel Butoy (regista di Bianca e Bernie nella terra dei canguri) si è unito al team come direttore dell’animazione. Gli artisti hanno anche realizzato i modelli 3D dei personaggi: per questo abbiamo potuto avere la collaborazione di alcuni animatori che hanno lavorato ai film originali, come Nik Ranieri per Lumière, Glen Keane per Ariel e Mark Henn per Jasmine.
Realizzare dei modelli 3D di personaggi inizialmente creati in 2D dev’essere stata una bella sfida.
Assolutamente. Era la prima volta che questi personaggi disegnati in animazione tradizionale venivano trasferiti in 3D. Non è stato un processo facile e ci ha richiesto molto lavoro, ma alla fine penso che il risultato sia ottimo. Abbiamo fatto molte prove con i modelli per assicurarci che i personaggi fossero perfetti. La più difficile è stata Ariel, perché si avvicina molto alla camera. I personaggi femminili sono spesso più difficili di quelli maschili perché la loro pelle e i loro tratti richiedono molta precisione: il minimo cambiamento nel design modifica totalmente l’aspetto di un personaggio. È il motivo per cui Glen Keane ci ha aiutato anche con il modello 3D di Ariel. I suoi capelli sono stati particolarmente difficili da animare perché sono una parte integrante della sua personalità. All’epoca non avevamo le tecnologie che abbiamo oggi, come quelle di Rapunzel, che permettono di animare ogni capello separatamente. Così abbiamo semplificato la loro forma in modo da trattarli come se fossero una massa unica.
E per quanto riguarda Topolino, il conduttore di questa orchestra magica?
Anche per lui è stata la prima volta in 3D. Gli artisti dei Walt Disney Animation Studios hanno fatto un lavoro davvero degno di nota. Per il suo design ci siamo ispirati alla versione di Freddie Moore degli anni 1930 (Il piccolo sarto coraggioso), uno dei design più riusciti, utilizzato anche per Il principe e il povero.
Parlando di trasposizione da 2D a 3D, come avete affrontato la sequenza “Vorrei diventar presto un re” in rapporto al disegno, molto particolare, della sequenza originale?
Quando abbiamo immaginato la struttura globale del film, abbiamo cercato di creare un susseguirsi di sequenze che fossero le più varie possibili. Come potete constatare, ognuna di esse è differente dalle altre. Per questa sequenza tratta dal Re Leone, Hendel Butoy ha suggerito un approccio più grafico, più stilizzato, nello spirito della scena d’origine. È un modo per divertirsi con una direzione artistica differente, sebbene il resto del film sia più classico e più realista. Ci è piaciuto molto lavorare su questa scena poiché dà a Topolino e alla sua Orchestra FilarMagica una dimensione veramente originale.
Topolino e la sua Orchestra FilarMagica contiene davvero pochi dialoghi. La sua storia passa soprattutto attraverso l’aspetto visivo e musicale.
Più un film funziona dal punto di vista visivo, più è efficace. E per ciò che concerne la musica, abbiamo fatto molta attenzione alla scelta dei temi musicali e alla loro successione. In più, il compositore William Ross ha scritto delle musiche specifiche per legare tra loro le differenti canzoni, dunque alcune sono leggermente riarrangiate per integrarsi nel film. La musica è il principale filo conduttore del film, perché queste canzoni sono strettamente connesse tra di loro e veicolano grandi emozioni. È la familiarità con questi brani che fa sì che il pubblico si senta subito coinvolto nella storia.
Come avete creato gli effetti fisici associati al film?
Li abbiamo immaginati fin da subito, in contemporanea con gli storyboard. Abbiamo pensato simultaneamente la storia, le emozioni, gli effetti 3D e gli effetti fisici come il fumo o il vento. È stata necessaria molta precisione perché non potevamo mettere tutti gli effetti allo stesso tempo, altrimenti sarebbero entrati in contrasto l’uno con l’altro. È stato un processo delicato, ma siamo entusiasti del risultato finale.
Topolino e la sua Orchestra FilarMagica ha già conquistato numerosissimi visitatori in tutto il mondo e sta per arrivare a Disneyland Paris. Come ti spieghi questo grande successo?
Ha un messaggio universale. Il pubblico adora questi personaggi e in particolare Paperino. È una maniera originale di ritrovare gli eroi dei grandi classici, ma soprattutto, c’è una sincerità particolare nel nostro film e in questa esperienza. Se ami veramente ciò che fai, questo si percepisce: è vero per la pittura, per la musica e per qualsiasi forma d’arte. Sono molto contento che l’attrazione apra tra poco a Disneyland Paris! È senza dubbio il progetto Imagineering di cui sono più fiero. Spero sinceramente che i visitatori del parco lo apprezzino.