I filmmakers di Raya e l’ultimo drago, uno dei due film che i Walt Disney Animation Studios ci hanno proposto nel 2021, hanno discusso con Cartoon Brew le peculiarità della pellicola d’animazione, spiegando cosa la rende unica nel vasto elenco dei cosiddetti “classici Disney”, i lungometraggi dello studio fondato dallo stesso Walt.
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Secondo Carlos López Estrada “fin dall’inizio avevamo il desiderio di superare i confini di cosa un film Disney possa essere, in termini di atmosfere, di visual e in termini di azione. Il nostro team ha davvero cercato l’opportunità di realizzare qualcosa che non era mai stato fatto prima per questo genere di film d’animazione”.
Tra le caratteristiche che distinguono Raya e l’ultimo drago da altri film simili ci sono sicuramente le protagoniste femminili.
“Potevamo raccontare la tipica storia di un samurai, sarebbe stato facile ricorrere a quel cliché”, ha ammesso lo sceneggiatore Qui Nguyen. Ma alla fine si è deciso di evitare lo stereotipo noioso del guerriero solitario tutto d’un pezzo perché “per i bambini non c’è nulla di desiderabile in quel tipo di figura, non è una personalità che attrae un bambino”.
Anche la figura di Namaari è cambiata molto nel corso della produzione, racconta lo sceneggiatore: “In una scena iniziale del film, salvava un gruppo di persone sfoggiando delle fantastiche mosse di arti marziali. Ma ci siamo detti: accidenti, solo 15 minuti di film e già tifiamo per Namaari. Ma il film si chiama Raya e l’ultimo drago!”.
Per quanto riguarda le atmosfere e lo stile del film, López Estrada ha rivelato che si è preso spunto dal live action (da cui proviene lui stesso) per ottenere una fotografia realistica che prendesse a riferimento i lavori di Steven Spielberg, Taika Waititi e Edgar Wright. Allo stesso tempo, il realismo è stato mitigato dall’inserimento di sequenze stilizzate come la scena di apertura, che evoca l’utilizzo delle marionette indonesiane note come wayang kulit.
“Ecco cosa amo dell’arte dell’animazione”, ha affermato il regista Don Hall. “Possiamo variare molto in termini stilistici ma alla fine tutto si amalgama alla perfezione. Questo è concesso e viene in qualche modo perdonato molto più che al live action; l’animazione è più flessibile in termini di scelte stilistiche che possono cambiare nello stesso film”.
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