È arrivata in fumetteria e sul sito ufficiale Panini.it la prima uscita della nuova collana Topolino Extra Edition, che mette sotto i riflettori la storia Foglie Rosse di Claudio Sciarrone. Noi abbiamo avuto modo di parlare con l’autore durante Lucca Changes 2020, ovvero l’ultima edizione online dell’evento Lucca Comics & Games. Dalle due ruote delle bici di Tip e Tap, Sciarrone è passato quest’anno a un’avventura a tutto motore che vede come protagonista Topolino: Fast Track Mickey, storia a puntate che è comparsa su Topolino Magazine a cadenza di quindici giorni. Di questo e molto altro ci ha raccontato nell’intervista che potete leggere di seguito.
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Sei sempre stato appassionato del genere “Fast and Furious”, sia per quanto riguarda il cinema che i videogiochi. Come hai deciso di portare questa tua passione sulle pagine di Topolino e cosa della tua esperienza personale ha influenzato Fast Track Mickey?
Claudio Sciarrone: “Mio padre era carrozziere e io andavo spesso a vederlo lavorare nella sua officina. Non che avessi una grande manualità… avrò sistemato al massimo qualche parafango. Ma mi affascinava il fatto che riuscisse a prendere un’auto accartocciata vedendo dove intervenire per poi trasformarla completamente rendendola come nuova. Ancora adesso non so come fosse capace di farlo. Sono cresciuto passando i weekend a guardare attrezzi e motori, quindi tutta la parte di Orazio in Fast Track Mickey sono essenzialmente i miei ricordi di bambino. L’idea per questa storia è nata unendo la mia infanzia, la mia passione videoludica nata da Burnout e l’influenza di show televisivi basati sul restyling delle auto”.
Dopo il successo di Foglie Rosse, torni ancora come autore completo. Ti trovi bene in questa veste di “tuttofare”?
Claudio Sciarrone: “Quando nel 2018 ho vinto il Guinness World Record realizzando la striscia a fumetti più lunga del mondo, il direttore Bertani mi ha chiesto se avessi scritto altre storie, dato che solitamente mi limitavo al disegno. Gli ho quindi parlato dei soggetti di Foglie Rosse e Fast Track Mickey, che ho scritto praticamente nello stesso periodo. Mi ha chiesto di mandarglieli e, appena letti, mi ha dato il via libera. Per la realizzazione di Fast Track ho fatto un grande lavoro affiancato da Stefano Petruccelli: la storia si svolgeva tutta in città, ma era problematico coniugare questa ambientazione con il tema delle corse clandestine in automobile. Abbiamo quindi deciso di accantonare l’idea iniziale, ovvero far fare delle scorribande in città che avessero come scopo principale le rapine, e di concentrarci solo sul mondo delle gare ufficiali di guida. In questo modo non ci sarebbero state guide spericolate in centro città, ma sul cantiere della tangenziale in costruzione, altro set importante per la trama. Ho dovuto reinventare un po’ la storia da zero e Petruccelli mi è stato di aiuto nello sbrogliare la matassa. Avevo anche l’idea di trasformare il cattivo in un nuovo ed eventuale personaggio da affiancare qualche volta a Gambadilegno. L’abilità di Topolino alla guida è qualcosa che vorrei sviluppare magari in futuro, d’altronde il finale è abbastanza aperto”.
Come in Foglie Rosse, anche per Fast Track il taglio delle vignette è molto cinematografico…
Claudio Sciarrone: “Per motivi di stampa, dobbiamo separare il nero, ovvero la china, dai colori, i quali non possono avere percentuali di nero. Si impone quindi l’utilizzo di una palette di un certo tipo, oltre al fatto che il tratto in china debba essere sempre netto (e che quindi non si possa sfumare o sfocare). Io uso molto luci, bagliori, fulmini nelle mie storie e quindi utilizzo un marrone così scuro che può essere sostituito al nero della china nel livello del colore. In questo modo posso avere delle scene più cinematografiche, aiutando così anche la narrazione. A parte quello, mi piace usare espedienti per accelerare o rallentare il racconto variando anche la forma e la disposizione delle vignette. A volte i tagli troppo particolari, anche se molto belli, possono allontanare dal racconto, quindi non è sempre facile riuscire a ottenere l’equilibrio fra creare qualcosa di visivamente straordinario e realizzare qualcosa di utile alla narrazione. Inoltre non dobbiamo scordare chi è il pubblico di riferimento. Sia Fast Track che Foglie Rosse sono comunque fatte a scaglioni, i finali non sono veramente finali: il pubblico ama le serie e anche a me piace il ritorno cadenzato di personaggi e atmosfere… Vediamo cosa accadrà in futuro, dopo questi due primi filoni narrativi”.
Parliamo di Mickey 2.0: nell’inserto introduttivo alla storia si parla di un progetto realizzato con Tito Faraci anni fa e che ha visto la luce solo di recente. Ce ne racconti la genesi? Come mai è stata pubblicata soltanto adesso?
Claudio Sciarrone: “Sul come mai sia stata pubblicata ora, soltanto il direttore Alex Bertani può rispondere. Essendo una storia realizzata su commissione e composta da un numero di tavole molto ampio, oltre ad avere un intreccio importante a livello di complessità, posso supporre che Bertani abbia pensato che fosse un peccato lasciarla negli archivi. Inoltre penso si inserisca bene con ciò che stiamo vedendo ultimamente su Topolino, dal momento che non punta sull’aspetto nostalgico, visto che i protagonisti sono i nipoti di… a parte Tip e Tap che sono rappresentati anziani. Mickey 2.0 era generalmente pensato per cinque episodi, due dei quali doveva sceneggiarli Alessandro Ferrari, che poi ha scritto solo l’ultimo. Al momento abbiamo completato solo i primi tre. Era una storia pensata su livelli (ovvero con personaggi, ambienti e oggetti che si potessero spostare a piacimento sulla scena), perché all’epoca stavano arrivando i motion comics e l’idea di origine era di creare un qualcosa di internazionale, con pseudo-animazioni e la possibilità, magari, di interazione col lettore. Chissà cosa ci riserverà il futuro: potrebbe anche diventare una serie parallela. L’idea di questi “nuovi” personaggi, con questi rapporti differenti a come siamo abituati, mi piace. E mi piace il messaggio che il percorso dei figli non deve essere per forza quello dei padri”.
Le personalità dei protagonisti non sono, ovviamente, quelle a cui siamo abituati in Italia. Basti pensare alla complicità fra Pippo e Gambadilegno. Così amici li abbiamo visti solo in film come In Viaggio con Pippo…
Claudio Sciarrone: “L’interazione dei personaggi è stata sviluppata secondo un punto di vista più internazionale, perché quella era la natura originaria del progetto. Quindi, ad esempio, l’approccio con Gambadilegno è diverso da quello del fumetto italiano a cui siamo abituati, proprio perché si rifaceva al personaggio dei cartoon americani, dove lui è vicino di casa di Pippo. Manca anche tutta quella parte di giallo che solitamente vediamo nelle storie che interessano Topolino e Gambadilegno”.
È finalmente arrivata la nuova collana Topolino Extra Edition, e la prima uscita vede protagonista proprio la tua storia Foglie Rosse.
Claudio Sciarrone: “Si tratta di una collana che conterrà storie brevi uscite negli ultimi anni con extra davvero interessanti. Il primo numero è appunto dedicato a Foglie Rosse e al suo interno potremo trovare gli storyboard, la sceneggiatura, un’intervista approfondita. Inoltre ho apportato miglioramenti ai colori della storia con lo scopo di enfatizzarli. Ho fatto gli storyboard scrivendo quasi automaticamente i dialoghi, perché man mano che andavo avanti sentivo come se i personaggi parlassero: è stato un po’ come prendere appunti. Mi sono ritrovato quindi con la sceneggiatura già “storyboardata” e ho deciso di mandarla in redazione. Anche per questo ho scelto di non apportare modifiche ai dialoghi per Topolino Extra Edition”.
Ci sono progetti futuri in ballo? Magari anche legati ai 25 anni di PK?
Claudio Sciarrone: “Sto lavorando alla sceneggiatura di Foglie Rosse 2, la cui uscita è programmata per la primavera. Vorrei fare una sorta di speciale di Natale, poco dopo le feste, che serva un po’ da interludio a questa seconda fase di Foglie Rosse. Poi mi piacerebbe chiudere la saga di Xadhoom, ma non conosco i piani editoriali in questo senso. Oltretutto avevamo pensato di far collidere le due saghe di PK (quelle di Artibani e di Sisti) per concludere con una terza saga finale, magari disegnata a due mani da me e Lorenzo Pastrovicchio… chissà!”
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Foto: Topolino Magazine