Venerdì 25 ottobre è stato il giorno di Frozen 2 a VIEW Conference 2019, grazie all’arrivo direttamente dai Walt Disney Animation Studios di Steve Goldberg, il supervisore degli effetti speciali di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle. L’artista ha mostrato al pubblico di VIEW, durante il talk di chiusura, un dietro le quinte dell’attesissimo sequel, illustrando tutte le difficoltà che lui e il suo team hanno affrontato per portare sul grande schermo questa nuova avventura di Anna e Elsa.
Goldberg, veterano della computer grafica Disney, è presente allo studio fin dal 1990, quando ha supervisionato l’allora appena nata CGI nel classico Aladdin. Da lì, si è occupato di integrare computer grafica e disegno a mano in film come Il Re Leone, Pocahontas, Tarzan e Fantasia 2000, fino ad arrivare alle pellicole realizzate interamente al computer come Chicken Little, I Robinson, Rapunzel e più recentemente Frozen.
Di seguito trovate la nostra intervista in occasione della presentazione di Frozen 2 a View Conference 2019, Torino.
In Frozen 2 vedremo nuovi elementi naturali oltre al ghiaccio e alla neve. Come avete deciso di rappresentarli?
Steve Goldberg: “Dunque, abbiamo gli elementi del fuoco, dell’acqua, dell’aria e della terra. Per ognuno di loro è stato necessario un lungo processo di design parallelamente alla scrittura della sceneggiatura e alla produzione degli storyboard. Quando ancora non era ben chiaro l’andamento della storia, gli artisti hanno cercato di catturare le atmosfere e il feeling di questi elementi parlando con i registi e poi procedendo con tentativi di vario tipo per quanto riguarda il visual development. Poi l’esplorazione è continuata man mano che la scrittura procedeva più chiaramente, fino a quando non abbiamo ottenuto il risultato che potrete vedere sullo schermo”.
Il sequel è ambientato tre anni dopo Frozen e le sorelle sono ormai cresciute. Avete apportato un update ai modelli dei personaggi?
Goldberg: “Sì, tutti i personaggi sono stati praticamente ricostruiti da zero per diversi motivi. Il primo è che, come giustamente avete notato, le sorelle sono cresciute e volevamo quindi riflettere più maturità nel loro aspetto. Ci sono molte differenze nei loro visi, nei corpi e nel portamento, anche se per la maggior parte si tratta di differenze impercettibili. In fondo sono sempre Anna, Elsa e Kristoff, ma un po’ più grandi. L’altra ragione è più tecnica: Frozen è stato fatto sei anni fa, e nel mondo della computer graphic si tratta di tantissimo tempo. Dato che l’hardware che abbiamo usato è diverso, anche il modo in cui creiamo i personaggi non è più lo stesso, da qui la necessità di un upgrade. Questo ha reso il lavoro degli animatori più efficiente e più veloce”.
Il mondo di Frozen 2 sembra più dark e più pericoloso. Come avete lavorato per trovare queste nuove atmosfere?
Goldberg: “È stato molto divertente. La differenza più grande è che il primo film era ambientato in mezzo alla neve e al ghiaccio, mentre questo sequel si svolge in autunno. Inoltre i personaggi viaggiano ed esplorano il mondo, incontrando diversi pericoli, tra cui gli elementi di cui parlavamo, che sono visivamente bellissimi ma saranno una vera sfida per Elsa. Una delle scene più complicate da realizzare per noi è stata per esempio quella ambientata sull’oceano in cui Elsa incontra il cavallo d’acqua Nokk, sia per la difficoltà nel ricreare l’elemento acqua, sia per la gestione dei personaggi”.
Fai parte dei Walt Disney Animation Studios fin da Aladdin. Avresti mai immaginato un successo tale per la computer grafica?
Goldberg: “Personalmente ho sempre vissuto film dopo film, senza farmi troppe domande sul futuro. Ero semplicemente contento di potermi buttare su un nuovo progetto ogni volta. Ma lo studio è cresciuto, abbiamo iniziato a utilizzare sempre di più la CGI e le sfide da affrontare sono diventate ancora più grandi. Quando lavoravamo ad Aladdin, quelle che dovevamo affrontare ci sembravano difficoltà insormontabili, ma con ogni film si alza progressivamente l’asticella. Amo lavorare per questo studio e adoro che i registi possano creare storie così belle e così profonde che mi permettono sempre di migliorarmi nel mio lavoro”.
In che modo è stata utilizzata l’animazione tradizionale in Frozen 2?
Goldberg: “Il disegno fa parte del nostro processo creativo in ogni momento. Per esempio, i nostri animatori tradizionali disegnano sopra le immagini generate al computer per aiutare a visualizzare dove vogliamo arrivare. Il 2D è ancora una grandissima parte del nostro processo di disegno e animazione. Anche per quanto riguarda gli elementi più tecnici, per esempio il movimento dei capelli e dei vestiti si studia prima attraverso il disegno a mano. Perciò la nostra animazione è profondamente influenzata dal feeling del 2D, che viene poi applicato alla computer grafica”.
Dalle prime informazioni sul vostro prossimo film Raya and the Last Dragon, l’animazione sembra essere radicalmente diversa da ciò che abbiamo visto finora. Pensi che anche la Disney si aprirà prima o poi alla sperimentazione come accaduto per esempio per la Sony con Spider-Man: Un nuovo universo?
Goldberg: “Siamo molto fieri del nostro house style, ma io per esempio sono molto contento che Frozen abbia un look così diverso da Ralph Spaccatutto. Raya avrà uno stile ancora diverso. Lo stile visivo in realtà dipende da ciò che i registi e i production designer decidano sia meglio per la storia, il mio ruolo è solo quello di sostenere la loro visione e aiutarli a raggiungere il loro obiettivo. Direi però che non è nostra intenzione mantenere sempre lo stesso look per i nostri film, perciò speriamo di portarvi ulteriori novità in futuro”.
Foto: Courtesy of The Walt Disney Company Italia / VIEW Conference