La notizia è circolata ieri notte e ha mandato in pezzi il cuore di tutti gli appassionati di animazione del mondo: Toshio Suzuki, manager dello Studio Ghibli, ha annunciato che la famosa casa d’animazione chiuderà i battenti.
Fondato negli anni ’80 da Hayao Miyazaki e Isao Takahata, lo Studio ci ha regalato alcuni dei più bei capolavori animati come La città incantata, Principessa Mononoke, Il castello errante di Howl, Il mio vicino Totoro e molti altri.
Purtroppo, però, negli ultimi tempi in casa Ghibli non va tutto a gonfie vele: i film più recenti (Si alza il vento, La principessa splendente e Omoide No Marnie, tutti inediti in Italia) sono stati successi moderati, ma non sono riusciti a coprire le enormi spese di produzione. A questo si aggiunge l’annuncio del ritiro di Miyazaki: secondo Suzuki, i suoi film sono quelli che portano più profitto e che permettono allo Studio di continuare a lavorare con altri progetti. Senza il sostegno di Miyazaki è inoltre impossibile formare nuovi talenti.
Ma si tratta davvero di una chiusura definitiva?
Sembrerebbe di no. La fonte ha infatti mal interpretato le parole di Suzuki, che parlano di una pausa e di un rinnovamento. A quanto pare, il manager ha semplicemente preso atto della crisi in cui si trova Studio Ghibli e ha proposto una soluzione: lo smantellamento del reparto animazione, che verrà eventualmente sostituito da un gruppo di animatori freelance, qualora ci fosse un progetto interessante da portare sul grande schermo. In poche parole: lo Studio non si può più permettere di mantenere in modo fisso dei dipendenti, ma se Miyazaki o uno qualsiasi dei suoi grandi registi dovesse sviluppare un’idea interessante, saranno chiamati degli animatori esterni. Il sistema è lo stesso che la casa di produzione utilizzava negli anni ’80. Si tratta, sostanzialmente, di un ritorno alle origini.
Restiamo in attesa di news e altre dichiarazioni ufficiali.
Altre fonti: BadTaste.it, Fumettologica