È una Lucca speciale quella del settimanale Topolino, non solo perché quest’anno si festeggiano i 90 anni di Mickey Mouse, ma anche perché si è trattato della prima Lucca del nuovo direttore Alex Bertani, che ha ereditato recentemente il testimone da Valentina De Poli. Ed è stato proprio lui a moderare l’incontro Topolino: 90 anni a matita, che venerdì 2 novembre ha visto riuniti in sala Robinson alcuni degli autori che maggiormente si sono occupati di Topolino sulle pagine della rivista: il Maestro Giorgio Cavazzano, Silvia Ziche, Casty, Corrado Mastantuono, oltre a Marco M. Lupoi, il nuovo direttore responsabile.
Ad aprire le danze è Giorgio Cavazzano, che elogia la capacità di Topolino di essere un personaggio semplice, ma sempre in grado di rinnovarsi: “ha una carica immensa, quando mi arriva una sceneggiatura con Topolino è sempre una piccola avventura anche per me”.
Dal canto suo, Silvia Ziche ci tiene a menzionare soprattutto il Topolino giocherellone, in opposizione a chi lo vede come un investigatore infallibile e forse un po’ perfettino: “Per me Topolino è un amico, è praticamente reale”, spiega, “Mi piace pensare di aver colto nelle mie produzioni la sua parte divertente, quella un po’ bambina del Mickey delle origini. Del resto non è nato come un investigatore serio, ma come un topo antropomorfo che ne combinava di tutti i colori”.
Casty e Corrado Mastantuono ricordano invece il momento dell’infanzia in cui sono rimasti folgorati dalle avventure di Topolino. Per il primo, cresciuto con le storie di paperi (“diciamocelo, le storie con protagonista Topolino all’epoca non erano poi così belle!”) si tratta della lettura di Topolino e la dimensione Delta di Romano Scarpa, una storia che ancora oggi l’autore cita come la sua “bibbia” a cui ritorna sempre quando ha necessità di un escamotage o di trovare una gag che sia particolarmente calzante. Mastantuono pensa invece a un momento divertente: “Quando ero bambino dissi a mia mamma che avrei messo da parte i soldi e che, una volta compiuta la maggiore età, sarei andato in America per comprare Topolino e Pluto! Quei personaggi erano davvero reali per me, e lo sono ancora. Ma realizzare storie di Topolino non è per niente facile: la sfida di ogni autore è quella di prendere il modello originale e riuscire a farlo proprio”.
Tuttavia, nessuno degli autori si dichiara preoccupato in merito al futuro di Topolino: anche dopo 90 anni di carriera, il nostro eroe è ben lontano dall’esaurire la sua carica e la sua sete di avventure. “L’età non è assolutamente un problema”, scherza Silvia Ziche. “Topolino è come un caro amico: anche vedendolo tutti i giorni non potrebbe mai andarci a noia, perché è una persona a cui vogliamo bene. Non vi stanchereste mai di un amico, no?”. Le fa eco anche il Maestro Cavazzano: “Topolino è un personaggio camaleontico che nel corso del tempo si è evoluto ed è cambiato sia fisicamente che caratterialmente. Questo gli permette di adattarsi a ogni genere e ad ogni epoca”.
Ma cosa può raccontare di nuovo un personaggio che in 90 anni di storie sembra apparentemente aver raccontato già tutto il possibile? Per Casty, finché ci saranno autori appassionati, allora ci sarà anche Topolino: “Se ami il personaggio e ti ci immedesimi, scriverai anche delle belle storie perché sono quelle che vorresti vivere anche tu. A me piace particolarmente la città di Topolinia perché, a differenza di Paperopoli dove molti rapporti sono basati sul contrasto – come quello tra Paperino e Paperone, o tra Paperino e Paperina – a Topolinia tutti vanno d’accordo e tutti si vogliono bene. Nelle mie storie mi piace inserire in questo ambiente idilliaco un elemento di disturbo e immaginare come Topolino possa riuscire a risolvere la situazione con l’aiuto dei suoi amici. Ma il tutto nasce dal mio amore per questi personaggi e per questa città immaginaria. Io a Topolinia ci vorrei vivere, se fosse possibile!”.